
La delusione di Copenaghen, nel 2009, è stata tale che quest’anno si è scelto il low profile. A Cancun, in Messico, si apre il 29 novembre la conferenza sul clima dell’Onu, che mette intorno al tavolo i diplomatici di tutto il mondo a parlare di emergenza ambientale.
All’ordine del giorno ci sono i temi di sempre: riduzione delle emissioni di anidride carbonica, contenimento dell’innalzamento della temperatura, la svolta delle energie rinnovabili. Gli stessi al centro del discusso vertice danese, che si risolse in molte parole e nessun impegno stringente.
In attesa di capire se questa volta i leader saranno in grado di accollarsi qualche responsabilità in più, però, i cittadini possono mettersi in moto: le piccole azioni quotidiane hanno riverberi enormi sulla salute della Terra. L’inquinamento del pianeta e il massiccio dispendio energetico si combattono anche, e soprattutto, partendo dal basso. A fare la differenza, ripetono senza stancarsi i profeti del green, capeggiati in Italia da Legambiente, sono le abitudini giornaliere di milioni di persone che vivono nel mondo industrializzato.
Poco più che accorgimenti. Eppure, se adottati universalmente, hanno il potere di rallentare lo sfruttamento della Terra e aumentare le risorse a disposizione di tutti. Molto più delle decisioni eternamente rinviate di capi di Stato e di aziende.
Lettera43.it, con l’aiuto degli esperti di Legambiente, ne ha selezionati 10: azioni semplici, che richiedono minimo sforzo, ma dal forte impatto ambientale.
1. Guidare rilassati
Il nervosismo al volante fa male non solo all’animo dei conducenti, ma anche all’ecologia. Cambiare marcia senza “tirare” fino all’ultimo quella precedente, evitare frenate e accelerazioni brusche, diminuire i carichi inutili, prepararsi per tempo ai semafori e contenere il ricorso alla climatizzazione nell’abitacolo comporta riduzioni sorprendenti delle emissioni e di utilizzo di carburante.
Passare dalla seconda alla terza a 2 mila giri (per i diesel) o 2.500 (per le auto a benzina) permette per esempio di abbattere i consumi del 7%. Evitando di inchiodare al semaforo se ne salva un altro 10%. E scegliendo un’andatura a 110Km/h al posto dei 130 previsti come massimo dalla legge, in autostrada si salva un ulteriore 25% di benzina su un percorso di 150 chilometri. Con un tempo di percorrenza aggiuntivo di soli 12 minuti (su 80 complessivi).
Occhio ai carichi: portapacchi e portasci incrementano il consumo del 5-8%, contenitori aerodinamici di bagagli del 16%, pacchi ingombranti anche del 40%. Andarsene in giro con la macchina inutilmente piena di cose (bastano 100 chili su una vettura di media cilindrata), richiede il 7% di benzina in più.
La materia è talmente importante, e trascurata, che l’Unione europea ha stilato un programma dettagliato, Ecodrive, che racchiude tutte queste indicazioni. Si può scaricare qui.
2. La spesa con i sacchetti di iuta
A partire dal 2011 in Europa negozi e supermercati saranno costretti ad attrezzarsi con sacchetti di plastica riciclata. Un primo modo per ridurre le 910 mila tonnellate di petrolio impiegate ogni anno per produrre le borse della spesa.
Solo in Italia ne circolano 20 miliardi ogni anno, circa 300 per persona, con un’emissione di anidride carbonica pari a otto chili per ogni famiglia. Virare su quelli riciclati è la soluzione più semplice, ma non definitiva: riciclare la plastica costa di più, anche in termine energetici, che produrla.
Arrivare al supermercato con uno zaino o una busta di iuta riutilizzabile, come quelle che si trovano in vendita a tutte le casse, è l’alternativa migliore: basti pensare che ogni sacchetto di plastica impiega 1.000 anni per essere smaltito. E 1 milione di animali, inoltre, ogni anno muore soffocato dai sacchetti ingoiati.
3. Riduttori di flusso su ogni lavandino
Chiudere sempre perfettamente i rubinetti: è il consiglio più vecchio del mondo, ma è ancora uno dei più validi. Una goccia che cade ogni cinque secondi si trasforma in un anno in 2 mila litri di acqua sprecata. Se per caso è acqua calda, bisogna conteggiare anche 10 metri cubi di metano. Oltre alla spesa inutile, si danneggia il pianeta immettendo “per distrazione” 20 chili di anidride carbonica nell’atmosfera. Imparare a non sprecare in casa è il contributo più importante che si può dare per preservare le risorse idriche del pianeta. I costi sono ridottissimi e hanno vantaggi enormi, anche per il portafoglio.
I riduttori di flusso sono oggetti semplici che miscelano aria all’acqua in uscita: montarli sui rubinetti di cucina e bagno consente di risparmiare fino al 40% di acqua, senza che diminuisca il getto o la pressione. Il costo? Un euro per ogni lavandino. E al massimo 40 per la doccia.
4. Scegliere la pentola a pressione
Restando in ambiente domestico, investire su una pentola a pressione permette di dimezzare tutti i tempi di cottura delle pietanze, abbattendo sia il consumo di metano che le emissioni di anidride carbonica (CO2).
Anche un gesto banale come mettere il coperchio sulla pentola consente al contenuto di cuocere quasi nella metà del tempo e di risparmiare metà dell’energia.
La chimica, infine, risolve un dubbio amletico. Preparando la pasta, il sale si deve buttare solo quando l’acqua già bolle, altrimenti si allungano i tempi, si spreca metano e aumenta la fame.
5. Taxi e treno al posto dell’auto
Il 75% degli italiani salta in macchina per andare da qualsiasi parte, incluso al supermercato in fondo alla strada. Del restante 25%, la maggior parte possiede una macchina ma la usa pochissimo. In entrambi i casi, le spese sono altissime: secondo Legambiente, non meno di 3 mila euro all’anno, garage e meccanico esclusi.
I primi 5 mila chilometri fanno salire la spesa di altri 1.000 (tra combustibile, manutenzione e ricambi). Aumentando l’uso, il costo a chilometro si riduce ma la spesa complessiva aumenta. Ogni chilometro percorso, inoltre, implica l’emissione di 0,13 chili di anidride carbonica.
Conti alla mano, muoversi in taxi costa meno ed è meno inquinante per l’ambiente: una corsa ogni settimana, con una spesa media di 12 euro (più o meno l’equivalente di un tratto di 15 minuti), significa destinare agli spostamenti 600 euro.
Secondo Legambiente per i viaggi di media distanza, da 30 fino a 200 chilometri, bisognerebbe scegliere sempre il treno: la macchina è più efficiente solo se si è in quattro; la moto in due. Altrimenti meglio, per le tasche e per l’ambiente, una combinazione di treno e taxi.
6. Niente imballaggi e confezioni monodose
Gli imballaggi costituiscono il 60% del volume e il 40% del peso dei rifiuti degli italiani. E si pagano due volte: nel prezzo del prodotto iniziale e con lo smaltimento della spazzatura.
Sempre più spesso non hanno più nulla a che vedere con la funzione originaria, cioè conservare intatto o fresco un prodotto: diventano invece un modo costoso e dannoso per l’ambiente per attirare l’attenzione del consumatore.
Acquisirne consapevolezza e privilegiare prodotti con imballaggi ridotti, quando non sfusi, è un contributo enorme alla diminuzione della propria impronta sul pianeta. Si va dalla possibilità di comprare latte, detersivi e verdure “sfuse” alla scelta di prodotti in confezioni più grandi, per esempio lo yogurt o il latte, che possono comunque essere conservati adeguatamente e sono meno inquinanti di quelli “monodose”.
7. Usare lampadine a basso consumo
Il 17% dei consumi elettrici dell’Italia arriva dall’illuminazione: il 3% in più della media europea.
Studiare bene la luce degli ambienti, inclusi quelli in cui si lavora, è il primo modo per ridurre l’utilizzo di abat-jour e luci superflue. Soprattutto, però, è fondamentale privilegiare lampadine a basso consumo energetico: una lampadina a incandescenza consuma anche cinque volte più elettricità di una fluorescente compatta, a parità di luce emessa.
I vecchi bulbi andranno definitivamente in pensione nel 2012, per una direttiva comunitaria: la sostituzione produrrà un risparmio di circa 40 miliardi di kilowatt ogni ora. In altri termini, è come se si eliminasse il consumo di 11 milioni di famiglie europee, con 15 milioni di tonnellate di anidride carbonica in meno all’anno.
Per contribuire a salvare l’ambiente, non c’è bisogno di aspettare fino al 2012: con sei euro di spesa (il prezzo di una lampadina nuova) si può fare un piccolo miracolo domestico. Oltretutto, risparmiando anche il 10% in bolletta.
8. Pulire sì, ma senza eccessi
In Italia il consumo pro-capite di detergenti per la casa si aggira sui 40 chili ogni anno; un quarto almeno è destinato ai detersivi per la lavatrice.
Si tratta di dosi eccessive rispetto alle effettive necessità, dannose per le acque di mari, laghi e fiumi e talvolta anche per la salute dell’uomo.
Imparare a non superare mai le quantità indicate dalle confezioni è un accorgimento banale che aiuta a preservare l’ambiente. Oltretutto, rileva Legambiente, l’eccesso di prodotto rende più opache le superfici e alla lunga le danneggia. La lavatrice con troppo detersivo, poi, produce schiuma e non risciacqua gli indumenti che restano sporchi. E vanno quindi rilavati: doppia spesa, doppio consumo di energia, doppio inquinamento.
9. Leggere l’etichetta energetica
Il prezzo degli elettrodomestici negli ultimi anni è diventato quasi più basso di quello che si spende per l’elettricità che serve a farli funzionare nell’arco del ciclo di vita. E, quindi, del loro impatto complessivo sull’ambiente.
Scegliere il frigo o la lavatrice valutandone la classe energetica fa bene al pianeta e al portafoglio. Un congelatore ultimo modello, per esempio, resta sempre acceso ma consuma annualmente 420 Kwatt di energia; uno scaldabagno elettrico che vada anche solo tre ore al giorno, ne spreca 2 mila nello stesso periodo.
Considerare questi elementi con l’aiuto delle etichette di cui tutti i prodotti sono forniti aiuta a ridurre drasticamente l’impatto ambientale delle comodità che si scelgono tutti i giorni.
10. Niente stand by, in ufficio come a casa
Lasciare accese le luci, e stampanti e computer in stand by, quando si esce dall’ufficio comporta ogni notte un consumo di 500 watt di energia per ogni stanza.
Se le stanze sono troppo riscaldate, come spesso succede, non è il caso di aprire le finestre: con 60 euro si possono montare valvole termostatiche su ogni calorifero per regolare la temperatura. Risparmiando sulla bolletta. E allungando la vita alla Terra.