I cosmetici, così utilizzati ogni giorno dalle donne, possono essere venduti soltanto se contengono, leggibile e visibile, una serie di contenuti che il consumatore ha il diritto di conoscere. Le etichette dei cosmetici, sulla base di norme europee, devono spiegare con chiarezza il contenuto del prodotto, i suoi ingredienti, il responsabile a livello di produzione, la scadenza. E anche le precauzioni per l’uso, il paese di origine, la funzione del prodotto e il numero del lotto di produzione. Che cosa contengono i cosmetici? Come si leggono le etichette di questi prodotti così importanti per le donne e per i bambini? In un momento nel quale tutti parlano di prodotti sostenibili, in qualsiasi settore della cura del corpo e della bellezza in generale, è bene essere informati sugli ingredienti dei cosmetici, sulle loro caratteristiche e su come incidono sulla qualità (e poi sui risultati) di ciascun acquisto che si fa in questo settore. E ciò per evitare brutte sorprese, scegliere al meglio, nel rapporto qualità-prezzo, quindi risparmiare, essere consapevoli di come stiamo spendendo i nostri soldi. Tra l’altro, la strada della trasparenza, almeno sulla carta, è in discesa, in quanto da molti anni esiste l’INCI, una vera bussola per i consumatori di cosmetici.
INCI è una denominazione internazionale che sta per “International Nomenclature of Cosmetic Ingredients” e serve per indicare in etichetta i diversi ingredienti contenuti in un prodotto cosmetico. Il suo uso è stato introdotto in Europa nel 1997 dalla Decisione 96/335/CE, allo scopo di “identificare le sostanze con la stessa denominazione in tutti gli Stati membri” e di permettere ai consumatori di “riconoscere facilmente le sostanze che è stato loro consigliato di evitare (ad esempio a causa di allergie), indipendentemente dal luogo in cui il prodotto viene acquistato nell’Unione europea”. Conoscere esattamente la composizione e le materie prime dei prodotti a uso cosmetico che stiamo acquistando ci aiuta a scegliere in maniera consapevole, rispettando l’ambiente, optando per prodotti biologici, privi di sostanze inquinanti ed ecosostenibili, senza sprecare tempo e denaro in cosmetici di scarsa qualità che potrebbero essere nocivi per la nostra salute.
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Come capire l’inci dei cosmetici
L’etichetta può essere considerata come la carta d’identità di un prodotto cosmetico: su di essa possiamo trovare tutte le informazioni utili per la scelta più adatta alle nostre esigenze. Per una corretta lettura dell’INCI è importante conoscere alcune regole di interpretazione:
- Ordine degli ingredienti
Nelle etichette cosmetiche sono segnalati tutti i componenti del prodotto, preceduti dalla parola “ingredienti” o “ingredients”. L’elenco segue un ordine basato sul peso. Al primo posto viene indicato l’ingrediente presente in quantità maggiore. Seguono via via gli altri componenti con concentrazioni minori. Gli ingredienti in quantità inferiore all’1% possono essere elencati in ordine sparso, dopo quelli che presentano concentrazioni superiori all’1%. L’ultimo componente in lista, perciò, non è necessariamente quello in quantità minore. - Nomenclatura degli ingredienti
I nomi degli ingredienti sono indicati in inglese. Le scritte in latino si riferiscono ai componenti vegetali o presenti nella farmacopea. Le diciture latine possono essere eventualmente seguite dalla parte di pianta usata e dal tipo di derivato, entrambi scritti in inglese. Per esempio, l’olio di mandorle dolci è indicato come “Prunus Amygdalus Dulcis Oil”, il burro di karitè come “Butyrospermum Parkii Butter”, ecc.I composti aromatizzati e odoranti e le loro materie prime, sono riportati rispettivamente con i termini generici di “aroma” e “parfum”. Le sostanze aromatizzanti e odoranti che sono state invece definite come potenzialmente allergizzanti e la cui esplicita indicazione è obbligatoria per legge, sono indicate con le loro specifiche denominazioni, di seguito ai termini “parfum” e “aroma”. I coloranti artificiali seguono la lista internazionale denominata Colour Index International e sono designati con la sigla CI seguita da un codice numerico identificativo composto da 5 cifre (Es: CI 77288). Possono essere elencati in ordine sparso dopo gli altri componenti cosmetici, ma generalmente sono posizionati verso la fine della lista. Tutti gli ingredienti sotto forma di nanomateriali sono chiaramente indicati in etichetta: alla dicitura “nano”, tra parentesi, segue la denominazione di tali componenti. Gli ingredienti naturali provenienti da agricoltura biologica sono, invece, designati con un asterisco sull’INCI (*).
Non sono inoltre considerate ingredienti le impurità contenute nelle materie prime né le sostanze tecniche secondarie usate nella fabbricazione, ma che non compaiono nella composizione del prodotto finito.
Gli ingredienti dei cosmetici sono tutti innocui?
Abbiamo sempre pensato che se un ingrediente è consentito dalla legge sia innocuo e possa essere utilizzato. Purtroppo non è sempre così. La legge prevede solo le concentrazioni massime consentite. Ci sono ingredienti autorizzati che potrebbero essere fonti potenziali di allergie e intolleranze come i siliconi, i parabeni e i petrolati contenuti in shampoo, bagnoschiuma, creme per il viso e per il corpo. Non sono esclusi i solari e i prodotti per i bambini.
Come riconoscere le sostanze
- Parabeni
I parabeni, sono una classe di composti organici aromatici, utilizzati come conservanti nell’industria cosmetica, farmaceutica e alimentare per le loro proprietà battericide e fungicide. I parabeni penetrano nella pelle e nei tessuti corporei senza il passaggio attraverso il processo digestivo, per cui queste sostanze permangono intatte all’interno del tessuto. I principali parabeni che si possono trovare nelle formulazioni in commercio sono: methylparaben, ethylparaben, propylparaben, isobutylparaben, butylparaben, e benzylparaben. - Siliconi
Sono composti che non si trovano in natura, a base di silicio. Molte aziende cosmetiche, invogliate dalle numerose proprietà idrorepellenti, antistatiche e duttili dei siliconi nonché dalle loro capacità di resistenza alle alte temperature e al tempo, impiegano ampiamente nei loro prodotti tali elementi. Generalmente, il loro nome termina con –thicone, -one, -ane. Quelli che si possono trovare più frequentemente sono il dimethicone, l’amodimethicone, il cyclomethicone, il cyclopentasiloxane (soprattutto nel make up) e tutte le sostanze terminanti con –siloxane o –silanol. - Petrolati
Il petrolato, o vaselina o gel di petrolio, è una gelatina ottenuta dal petrolio per raffinazione. Si produce a partire dai residui della distillazione del petrolio rimasti dopo la totale evaporazione dell’olio. I cosmetici con petrolati creano una barriera tra l’ambiente esterno e la pelle. Sono agenti filmanti che offrono una sensazione di levigatezza alla cute. Inoltre, sono utilizzati per il loro effetto emolliente. I petrolati si riconoscono nell’INCI con questi nomi: Mineral Oil, Paraffinum Liquidum, Petrolatum, Propylene glycol, Isopropyl, Vaselina, Cera microcristallina. - SLES e SLS
Sono i tensioattivi che producono la schiuma e ci trasmettono la sensazione di deterso ma sono molto inquinanti, come il Sodium Laureth Sulfate. - PEG
Sono composti sintetici, di derivazione petrolifera (quindi molto inquinanti). Vengono inseriti nei cosmetici emulsionanti per mescolare l’acqua con le sostanze grasse/oleose che in natura non legano.
Dove cercare informazioni sugli ingredienti
Online è presente un utile database che ci aiuta a decifrare gli ingredienti presenti nei nostri cosmetici, valutando il loro impatto su salute e ambiente. Si tratta del biodizionario, molto semplice e pratico che rappresenta da quasi venti anni lo standard più usato nel settore dell’eco-cosmesi e detergenza, per ciò che riguarda i componenti usati in Europa. Una volta inserito il nome dell’ingrediente nel motore di ricerca, compaiono dei bollini di diverso colore che classificano il componente in base a tutta una serie di fattori valutati: tossicità per l’uomo, sostenibilità per l’ambiente, biodegradabilità ecc.
Nello specifico:
- Due pallini verdi indicano che l’ingrediente è promosso
- Un pallino verde che il componente è accettabile
- Un pallino giallo che la sostanza è dubbia
- Un pallino rosso sconsiglia l’utilizzo dell’ingrediente
- Due pallini rossi indicano che il componente è inaccettabile
Per chi non usa abitualmente il web, esistono pratiche guide cartacee come il libro “Cosa c’è davvero nel tuo carrello? – Guida pratica agli additivi alimentari e agli ingredienti cosmetici” di Bill Statham, ricercatore, scrittore ed editore australiano, specializzato in educazione alla salute. L’edizione italiana del testo è pubblicata da Terre di Mezzo.
La consultazione di database e testi specifici rappresenta indubbiamente un valido aiuto. Non va tuttavia dimenticata l’esperienza personale. Abituandosi a leggere le etichette dei prodotti e iniziando a prendere dimestichezza con le varie sostanze, possiamo renderci pian piano conto degli ingredienti che sono utilizzati più spesso e, tra questi, quali vanno preferiti e quali evitati. Per una completezza di informazione è importante impratichirsi anche con le numerose certificazioni cosmetiche, un campo altrettanto complesso, che con una buona documentazione può però essere affrontato. Solo in questo modo, la nostra spesa cosmetica diverrà davvero una spesa consapevole e amica di salute e ambiente.
Che cosa non deve contenere un cosmetico
- I parabeni, il cui uso in Danimarca è vietato nei prodotti per i bambini, a seguito delle ricerche che li collegano ad alcune forme tumorali
- L’olio minerale ottenuto con la distillazione del petrolio
- Filtri UV chimici. L’alternativa sono i filtri solari minerali
- Il talco. Un altro ingrediente molto contestato, anche nelle aule dei tribunali
- I siliconi. Per quanto efficaci, ci sono diverse ipotesi sulla loro tossicità
- I coloranti sintetici. Di questi ingredienti, solo 153 sono ammessi dai regolamenti dell’Unione europea. Fermo restando, per tutti i coloranti sintetici, il rischio di tossicità.
Cosmetici e danni per le donne
In America, il paese al mondo con il più alto consumo di cosmetici, ogni giovane donna usa, in media, otto prodotti di bellezza al giorno in grado di alterare il sistema endocrino. La statistica sale, in alcuni casi, fino a diciassette prodotti al giorno. Allo stesso tempo, l’80 per cento delle donne americane non è a conoscenza della tossicità di questi prodotti. In un articolo scritto su The Conversation l’epidemiologo Leslie Hart, del College of Charleston, negli Stati Uniti, ha presentato una ricerca in base alla quale fondotinta, mascara, creme, e altri prodotti della cosmetica, possono danneggiare in modo significativo la salute delle donne. E questo a causa dei composti chimici che contengono che interferiscono con la fertilità, la crescita fetale e lo sviluppo infantile. In America la lobby dell’industria dei cosmetici è molto potente e l’intero settore è oggetto di una totale deregulation con i prodotti della cosmetica, a basso contenuto di composti chimici, i cosiddetti cosmetici green, ma con prezzi decisamente più alti di quelli normali. Le donne che smettono di usare prodotti cosmetici di largo consumo e di bassa fascia vedono ridurre la concentrazione dei composti chimici nelle urine fino al 45 per cento.
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