Il computer usiamolo ricordandoci di queste 5 regole d’oro. Evitiamo così il rischio della secchezza oculare (foto)

La giusta distanza tra l'occhio e lo schermo. Ogni tanto è bene alzarsi e abbandonare la postazione di lettura. La posizione corretta della scrivania. E in ogni caso, non esageriamo, specie per i bambini, con le ore incollati al pc.

come usare il computer

COME USARE IL COMPUTER

La secchezza oculare non è un problema legato a una cattiva alimentazione, oppure allo scarso esercizio fisico (fonti di diversi malanni), ma è un disturbo che ha una radice, specie per i giovani e i giovanissimi, molto precisa: l’uso cattivo, talvolta pessimo del computer.
I sintomi sono evidenti: un bruciore agli occhi, una inspiegabile lacrimazione, il fastidio o la sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio. Come se ci avesse toccato un moscerino.
In generale, di questo disturbo soffrono le donne in menopausa o le persone che hanno problemi alla tiroide. Ma la novità è che la secchezza oculare è in forte espansione tra i giovani e giovanissimi, colpiti agli occhi, come da un virus, dall’uso prolungato di PC, smartphone, tablet, videogiochi e smartphone.

Una ricerca del Chung-Ang University Hospital di Seul, in Corea del Sud, compiuta su un campione di circa 1.000 bambini tra i 7 e i 12 anni, ha fatto venire fuori dati molto significativi, e anche preoccupanti. numeri che dovremmo tenere presente nelle nostre case e nei nostri uffici. I bambini che soffrono di occhio secco per l’uso dei dispositivi elettronici sono il 6,6 per cento del totale, e di loro il 97 per cento usa lo smartphone per 2 o 3 ore al giorno. La percentuale sale all’8,3 per cento per i bambini che vivono in città. I bambini che invece non hanno alcun problema, oltre a usare i dispositivi elettronici per tempi molto più ridotti, passano anche molte più ore all’aria aperta.
Dunque: impariamo tutti, grandi e piccioli a usare il computer, a non sprecare i nostri occhi e quindi la nostra salute con esagerazioni da compulsioni tecnologiche. Ecco le regole d’oro per un buon uso di questo tipo di dispositivi.

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SECCHEZZA OCULARE 

Ci siamo mai fermati a pensare a quanto tempo passiamo davanti agli schermi di smartphone, tablet e computer?La risposta ci giunge da un team di ricercatori britannici: 23 anni, poco meno di un terzo della nostra vita. Il calcolo è semplice: il 56% degli adulti risulta passare almeno 7 ore al giorno davanti allo schermo, che equivalgono a 106 giorni in un anno. Se si moltiplicano per la speranza di vita media in Europa (che è intorno agli 80 anni) si arriva così alla cifra di 23 anni. Davvero tantissimo, e questo ci aiuta a correre ai ripari per salvare la nostra salute dagli effetti indesiderati dell’esposizione agli schermi.

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COME NON AFFATICARE LA VISTA AL PC

Un decalogo dell’American Academy of Optometry ci aiuta a fissare semplici accorgimenti per non affaticare la vista e gli occhi a causa delle tante ore di lavoro al PC.

Prima regola d’oro, è la distanza tra noi e lo schermo: in teoria equivale alla lunghezza del nostro braccio una volta steso, ma è meglio se riusciamo a frapporre tra noi e il monitor 50-80 cm, perché più ci avviciniamo più la messa a fuoco di ciò che leggiamo è stancante per gli occhi.

Il secondo, indispensabile, consiglio è quello di prestare attenzione alle fonti luminose: la luce ambientale dovrebbe essere uniforme e non creare riverberi o riflessi fastidiosi sullo schermo, e anche per questo occorrerebbe posizionare lo schermo appena al di sopra dell’altezza degli occhi e in modo che non rifletta la luce.
Anche la luminosità del monitor stesso va regolata in base all’orario in cui si usa il PC, evitando che sia eccessiva. Mai lavorare al buio. 
Un altro trucchetto è quello di preferire sfondi neri o grigi a quelli chiari o bianchi, perché la vista così viene sforzata di meno (e si risparmia energia).Più in generale, sarebbe meglio evitare le pagine con abbinamenti cromatici stancanti come rosso e blu, giallo e viola o giallo e verde. Meglio, per visitarle, impostare la modalità di lettura che ogni browser ha.

Come terzo accorgimento, cerchiamo di ricordarci la regola del “20-20-20”: ogni venti minuti di lavoro al PC, facciamo una pausa di 20 secondi. Negli USA, il terzo 20 rappresenta la distanza da percorrere  facendo una “passeggiatina” durante la pausa: venti piedi, ovvero circa 6 metri. In ogni caso interrompere il lavoro un paio di minuti ogni mezzora sono sufficienti per permettere agli occhi di riposare. Durante la pausa, cerchiamo di guardare oggetti lontani, magari guardando il panorama alla finestra. Per mettere a fuoco da vicino, infatti, serve uno sforzo muscolare, mentre guardando lontano, oltre i 4 metri, l’occhio è totalmente passivo e non si affatica.

come usare il computer
Mai usare il pc al buio

Utile in questo senso è anche ricordarsi di sbattere le palpebre, per consentire agli occhi di lubrificarsi ed evitare la secchezza oculare: il detto ‘ricordati di fare l’occhiolino’, traduzione dell’originale remind yourself to blink, non significa che dobbiamo ammiccare al nostro collega di lavoro o alla nostra vicina di scrivania.

Infine, la sempreverde e utilissima regola della posizione alla scrivania: non è solo una questione di posizione della tastiera, ma anche delle spalle. Mai incurvarle, ne risentono tantissimo al livello muscolare, e l’irrigidimento ha come conseguenza anche un maggiore sforzo oculare per mettere a fuoco.

Sarebbe bene tenere la tastiera ad un’altezza tale che le spalle rimangano rilassate e i gomiti siano leggermente aperti. Un valido aiuto, infine, per ridurre la stanchezza oculare, sarebbe l’acquisto di occhiali appositi che schermano le radiazioni degli schermi illuminati, in commercio ce ne sono per tutte le tasche e sono ottimi per prevenire disturbi degli occhi e della vista.

NOI E LA TECNOLOGIA: QUALCHE CONSIGLIO DI SOPRAVVIVENZA:

 

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