Discariche: ancora troppe in Italia

Soltanto il 10 per cento dei rifiuti dovrebbero finire nelle discariche. Ma non è così. E continuiamo a sprecare soldi per pagare le multe dell'Europa

discariche in Italia
Abbiamo buoni livelli di riciclaggio, rispetto agli altri paesi europei, di vetro, carta e plastica. Ma siamo maglia nera nell’Unione per la quantità di rifiuti che finiscono nelle discariche. Lontanissimi dall’obiettivo di ridurre a non più del 10 per cento del totale i rifiuti conferiti nelle discariche. Ecco i numeri delle discariche in Italia, compresi quelli aggiornati sui siti abusivi.

Le discariche, anche se a norma, rappresentano la modalità di smaltimento dei rifiuti più impattante in assoluto. Quando gestiti in maniera illecita e quindi nell’abusivismo, la situazione è ancor peggio. Secondo i dati dell’ISPRA, Istituti Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, i siti fuori norma in Italia sarebbero circa 22 mila. Il numero è allarmante e sebbene siano state numerose le iniziative per contrastare il problema, ad oggi resta un cancro indomabile.

Nel 2019, Giuseppe Vadalà, l’allora Commissario straordinario per l’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive, spiegò che quando l’ISPRA parla di questo incredibile numero di discariche abusive non si riferisce a siti occulti, ma evidentemente a discariche alla luce del sole. Anche se di sicuro, sono presenti anche siti di stoccaggio nascosti.

Dal 2014 al 2019 l’Italia è riuscita a regolarizzare 160 discariche di quelle “regolamentate”, anche se sono ancora circa 40 quelle ad essere non conformi alle norme europee.

Tuttavia, sebbene in ritardo con i tempi, sembra che in quanto a gestione dei rifiuti, il processo di bonifica e normalizzazione delle discariche stia portando, seppur lentamente, i suoi frutti. Ma come ben evidenziato dai dati, la strada sembre essere ancora lunga.

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DOVE SI TROVANO LE DISCARICHE IN ITALIA

Dove sono dislocate le discariche abusive in Italia? Prevalentemente nelle regioni meridionali. Ma la realtà dei fatti vede l’intera penisola in una bolla alla deriva.

Negli ultimi anni, per avere maggiori informazioni e monitorare il fenomeno dell’illecito nella gestione dei rifiuti, sono state sviluppate delle App in cui ogni singolo cittadino, di forma anonima, può segnalare e geolocalizzare il sito “occulto”.

Il nome dell’applicazione è TrashOut, realizzata da diverse ONG, tra cui Let’s Do It!, un software che unisce l’EuropaTrashOut e che mira a mappare e scoprire la rete di discariche abusive nel Paese.

Per segnalare il sito illegale, basta scattare una foto della discarica abusiva, geolocalizzarla, e indicare la tipologia di rifiuti presenti nei diversi luoghi. A fine processo, basterà caricare la segnalazione che, immediatamente, diventerà visibile a enti locali e a organizzazioni di tutela dell’ambiente.

Da gennaio 2021 ad agosto 2022, sono state effettuate 2.080 segnalazioni sul territorio italiano: nessuna di questa, secondo le rilevazioni di Let’s Do It! Italy, è stata presa in carico e risolta dall’ente territoriale di turno.

Il 61% delle discariche segnalate sono di grandi dimensioni. Al vertice della classifica troviamo la Puglia, con il 36,5% di denunce anonime, in particolare intorno all’area di Altamura e Toritto. A seguire il trend negativo è la Campania con il 20,6%, circoscitto maggiormente alla Città Metropolitana di Napoli, Sicilia con il 16,3%, Lazio con il 7,6% e Lombardia con il 6,7%.

Secondo i dati forniti dall’ONG Let’s Do it!, per il 46% dei casi si tratta di discariche adibite allo stoccaggio di plastica, il 19% inerti e il 18% rifiuti urbani.

Inoltre, Legambiente ha promosso Gaia Observer, un App con relativa piattaforma che consente di caricare informazioni georeferenziate sull’ambiente per segnalare, con foto, testo e posizione, siti e discariche abusive, incendi, attività di bracconaggio o altre forme di illecito a discapito della natura.

DISCARICA PIÙ GRANDE IN ITALIA

In Italia e in Europa il primato della discarica più grande è detenuto dalla cava dismessa di Malagrotta, situata in periferia di Roma tra Fiumicino e Piana del sole. È da anni considerata la discarica più ampia d’Europa con circa 240 ettari e con circa 5 mila tonnellate di rifiuti scaricati al giorno. Sono circa 300 le tonnellate di fanghi e scarti prodotti annualemente. L’infelice primato ha portato la discarica ad essere definita come la “pattumiera d’Italia”. E il rischio per la salute di coloro che vivono nei pressi dell’impianto è elevato e monitorato dagli enti regionali e ONG.

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MULTE PER DISCARICHE IN ITALIA

A causa del modus operandi italiano e per la radicata presenza della malavita organizzata, i procedimenti di infrazione avviati da Bruxelles contro il Paese, dal 2003 al 2022, sono state molteplici, a tal punto da aver fatto sborsare all’Italia ben 275 milioni di euro. Ancora oggi, sebbene le multe sul lato discariche abusive siano calate, il problema sussiste. Soprattutto se si pensa che le procedure di infrazione in generale nei riguardi dell’Italia sono in aumento.

Secondo quanto comunicato dal Dipartimento per le Politiche Europeenel 2022 l’Italia era tra i primi dieci Paesi per numero di procedure di infrazione aperte solo nel 2020. A suo carico, infatti, 31 nuovi provvedimenti, con 86 procedure già in corso.

In particolare, per le note Ecoballe, simbolo dell’immondizzia in Campania, il 16 luglio 2015 la Corte di Giustizia UE ha pronunciato una sentenza con la quale dichiarava che non erano state adottate tutte le misure necessarie a dare esecuzione alla prima sentenza della Corte del 4 marzo 2010.

Per cui, l’Italia veniva condannata a versare alla Commissione europea una somma forfettaria di 20 milioni di euro e una penalità giornaliera di 120.000 di euro fino al giorno in cui non sarebbero state realizzate discariche, impianti di termovalorizzazione e impianti di recupero.

Ad oggi, eliminando contenziosi su mancanza di ottemperamento per risolvere il problema del trattamento delle acque reflue, e quindi l’assenza impattante di depurazione fognaria, l’Italia continuerà a versare, per ignavità, una multa forfettaria annuale che potrebbe variare intorno ai 40 milioni con gli extra semestrali calcolati sul numero di discariche non a norma. Al momento circa 7 milioni per semestre.

Il quadro è quindi ben definito e solo con politiche davvero inclini a risolvere il problema potranno essere raggiunti dei traguardi. Per adesso, la strada resta ancora annebbiata.

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