Quanto vale una foresta

IN TERMINI estetici una foresta ha più valore, almeno agli occhi di chi ama la bellezza, di un terreno agricolo. E se il valore non fosse soltanto teorico, ma quantificabile, e si potesse monetizzare un ecosistema come si fa per i beni e i servizi? C’è chi questi calcoli li sta facendo, ha già raggiunto […]

IN TERMINI estetici una foresta ha più valore, almeno agli occhi di chi ama la bellezza, di un terreno agricolo. E se il valore non fosse soltanto teorico, ma quantificabile, e si potesse monetizzare un ecosistema come si fa per i beni e i servizi? C’è chi questi calcoli li sta facendo, ha già raggiunto delle cifre affidabili e sta mettendo a punto un sistema sempre più efficace per aiutare imprese e governi a capire se disboscare un dato tratto di terreno, magari per costruirci sopra, sia davvero la scelta economicamente più vantaggiosa.

Il sistema si chiama Natural Capital Project, "NatCap", in breve, ed è stato avviato nel 2006 dalle università di Stanford e Minnesota insieme con due tra le maggiori organizzazioni per la salvaguardia dell’ambiente, il Wwf e Nature Conservancy. L’anima di questo progetto è Gretchen Daily, una biologa di Stanford emigrata negli Stati Uniti dalla Germania, dove ha vissuto nell’ex Ddr e toccato con mano i disastri ambientali degli anni dell’industrializzazione ad ogni costo.

La storia della monetizzazione della salvaguardia ambientale va di pari passo con la storia professionale della dottoressa Daily. La biologa ha avuto la possibilità di studiare dal 1991 un ecosistema ricco come quello del Costa Rica, dove ha condotto un progetto, insieme al  governo locale, di finanziamento ai proprietari terrieri perché preservassero la foresta pluviale piuttosto che abbatterla. Osservare gli effetti avuti dal mantenimento della foresta pluviale, a

paragone con le aree nelle quali è stata abbattuta, ha consentito a Daily e al Costarica di verificare i benefici venuti all’economia locale in termini di protezione dalle inondazioni, impollinazione dei raccolti e qualità dell’aria. Al momento, questi benefici non sono ancora valutati economicamente, non hanno un prezzo di mercato, ma secondo la dottoressa Daily è giusto e finanziariamente proficuo assegnarglielo, come si fa per i servizi.

"Fino a oggi – ha dichiarato al New York Times la biologa – una foresta viene valutata in termini di quantità di legname o cellulosa, cioè si calcola da cosa e quanto si può guadagnare abbattendola. Ma esiste un valore economico anche nel lasciarla intatta insieme al suo ecosistema ed è quel valore che vogliamo quantificare".

Per farle ciò sono necessari nuovi strumenti, capaci di convincere un mercato della possibilità di trarre profitto nell’investire in "ecosistemi". Uno di questi strumenti è un software, chiamato InVest (cioè "Integrated Valuation of Ecosystem Services and Trade-off", "valutazione integrata dello scambio e dei servizi dell’ecosistema") in grado di individuare e valutare i beni ambientali e i servizi che essi possono rendere (per esempio, la prevenzione di inondazioni come nel caso delle foreste di mangrovie). Non sono soltanto i partner di NatCap a credere nellla possibilità di creare e usare a fini economici questi strumenti. Il software InVest presto sarà portato sulla piattaforma di Google Earth, grazie alla collaborazione con Google.org, il braccio filantropico di Google.

Ci vorrà qualche tempo perché NatCap diventi una realtà economica, ma i primi passi sono già stati fatti e il progetto collabora con governi in America Latina, Africa, Asia. In Cina, per esempio, NatCap sta lavorando con il governo in un progetto ambizioso di riqualificazione e protezione del "capitale naturale". Dopo le alluvioni causate nel 1998 dalla deforestazione, Pechino sta investendo 100milioni di dollari per riconvertire vaste aree di terreni agricoli in foreste. Il software InVest verrà messo alla prova per quantificare in termini economici il valore che verrà alla riqualificazione ambientale, considerando per esempio che la foresta servirà a controllare le inondazioni, fornirà nuove possibilità di irrigazione, darà riserve di acqua potabile, produrrà energia idroelettrica, accrescerà la biodiversità e stabilizzerà il clima.

Quando si parla di esigenze economiche i governi sono sempre più rapidi nelle risposte, perciò riuscire ad esprimere in valuta i benefici della natura potrebbe dare un impulso enorme alla salvaguardia degli ecosistemi. C’è il solo dubbio che guardare alla natura in maniera tanto pratica, e da un punto di vista prettamente antropocentrico, possa far dimenticare che una foresta o una spiaggia hanno un valore estetico in sé, separato da ogni valutazione economica.

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