Matrimonio Bezos: la violenza dei cafoni arricchiti

Nessuno doveva e poteva impedirgli di sposarsi a Venezia. Ma serviva un tocco di sobria opulenza e un gesto di vera generosità. E non lo spreco ostentato con tanta pacchianeria.

BEZOS

Il matrimonio Bezos-Sànchez passerà alla storia (con la s minuscola, ovviamente) come la cerimonia privata più kitsch e pacchiana mai vista nella storia millenaria di Venezia. Uno degli uomini più ricchi del mondo aveva tutto il diritto di scegliere un luogo così esclusivo, per la sua naturale unicità, per le nozze con la sua compagna, ma non aveva alcun motivo per violentare un luogo patrimonio dell’umanità e innanzitutto della ormai ristretta comunità di residenti. E invece Jeff Bezos, con la complicità della sua compagna Lauren Sànchez, è stato capace di coniugare la violenza contro Venezia, una culla del Bello, e contro la sua popolazione, ridotta a una minoranza come i panda, con una sequenza di gesti di cattivo gusto.

Già l’impostazione del matrimonio è un atto di arroganza da cafone arricchito: Bezos e compagnia hanno sequestrato intere zone della città, rendendole inaccessibili ai legittimi titolari dei luoghi (i cittadini) e blindando le aree come se Venezia fosse “roba sua”. In compenso, secondo i calcoli casarecci del ministero del Turismo, questo circo di nani e ballerine in formato billionaire, avrebbe portato un giro d’affari di circa un miliardo di euro. Ma davvero? Albergatori, gondolieri, ristoratori, negozianti, avevano bisogno di vedere la città sfregiata per arrotondare il fatturato? Ed è questo turismo mordi-e-fuggi, con yacht ed elicotteri che per un paio di giorni occupano militarmente uno dei più posti più fragili del mondo nel suo splendore, che si vorrebbe salvare Venezia dallo spopolamento e da una inesorabile trasformazione in un gigantesco luna park lagunare?

 
 
 
 
 
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Nel matrimonio Bezos erano di cattivo gusto le idee (uno dei momenti topici della tre giorni è stato il “pigiama party”); la coreografia, con gli ospiti più citati sui giornali, in tv e sul web, ridotti a sciami di corpi rifatti e gonfiati a colpi di chirurgia estetica che entravano e uscivano dalle boutique aeroportuali delle grandi griffe, donne con i tacchi a spillo e uomini vestiti da modelli del lusso, per esibire lo scalpo di una borsetta da 10 mila euro; i vestiti, dal cappellino da finto surfista di Leonardo DiCaprio alla sequenza di abiti, come se fosse al festival di Sanremo, dello sposa che ha persino avuto la stolta idea, suggerita da chissà quale genio delle tendenze della moda, di presentarsi agli ospiti in adorazione (almeno in pubblico, in privato chissà che commenti avranno fatto…) con una copia di un celebre vestito indossato da Sophia Loren. Di pessimo gusto le artiste e gli artisti annunciati, da Lady Gaga a Elton John, anche loro due cafoni in questa circostanza, che hanno dato buca, forse consapevoli della bieca americanata che si stava profilando in laguna.  

 
 
 
 
 
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Molto volgare la mancia che Bezos, con un alto tasso di ruffianeria da adepto della falsa sostenibilità così di moda, ha voluto donare a istituzioni impegnate nella salvaguardia ambientale e culturale della città, dall’ufficio veneziano dell’Unesco alla Venice International University e al Consorzio per la Ricerca Lagunare. Direte: ma tre milioni di euro non sono una mancia! Non è esatto nel caso di Bezos che una simile cifra l’avrà spesa per qualche tartina da chef stellati offerta durante la sua interminabile maratona matrimoniale. Non per fare paragoni, ma negli stessi giorni un altro degli uomini iscritti al club dei più ricchi e potenti del mondo, Warren Buffett, ha regalato 6 miliardi di dollari in azioni della sua holding a un piccolo gruppo di associazioni che lavorano nel campo del volontariato e alla Bill Gates Foundation, impegnata con i suoi progetti specialmente in Africa.

Se vuoi conoscere chi bara abusando della parola sostenibilità leggi questo libro:

Il Mito infranto copertina jpg1

Il cattivo gusto del circo veneziano allestito da Bezos ha contagiato anche i suoi contestatori locali. Un’altra parata di insignificanti messe in scena, ispirate più dalla demagogia che da una vera passione per la sostenibilità e per la protezione dello scrigno chiamato Venezia. Già le scritte e i cartelli minacciosi (“Niente spazio per Bezos” e “Mangia i Ricchi”) sono più volgari che violenti, mentre il matrimonio finto tra figuranti che rappresentano il club degli uomini più ricchi del pianeta e il manichino vestito da dipendente Amazon che galleggia nei canali sono state manifestazioni più grottesche che insignificanti. 

Eppure sarebbe bastato davvero poco, a un uomo ricco, intelligente e geniale come Bezos, per dare giusto qualche tocco di elegante sobrietà al suo matrimonio e per lasciare un segno che sarebbe diventato eterno, non effimero come tutto l’evento. Bastava sottrarre qualcosa da un programma così sopra le righe, e prescindiamo da ciò che intanto, in un clima da tragedia storica e non da farsa teatrale ambientata a Venezia, sta accadendo nel mondo, e tra uomini e donne che non appartengono al cerchio magico degli invitati a Venezia. Bastava davvero poco per dare leggerezza a dei festeggiamenti durati tre giorni, con una serie di inutili repliche. Si trattava soltanto di bilanciare la festa con qualche idea più rispettosa dei luoghi e delle persone (tra gli ospiti, per esempio, un altro miliardario, Bill Gates, ha dato una lezione di stile e di rispetto per il senso della misura con il quale si è comportato). Non tutto è consentito solo perché sei un simbolo dell’innovazione geniale e prolifica partita dai garage della Silicon Valley e diventata l’alfa e l’omega del pianeta. Una fede in titanio, sicuramente più identitaria del banalissimo oro giallo dei comuni mortali, è uno splendido e originale regalo, ma lui, il grande Bezos, ne poteva fare anche ben altri a tutta la comunità veneziana, e quindi mondiale, e non solo per sè stesso e per il suo clan.

 
 
 
 
 
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Bezos poteva fare un matrimonio più normale, anche nell’opulenza che nessuno gli avrebbe rimproverato. Le nozze con protagonisti personaggi ricchi e potenti, gli eventi mondani esclusivi e dati in pasto all’opinione pubblica morbosa e curiosa, a Venezia, come in tutti i luoghi iconici simili, ci sono sempre stati, da secoli. Il lusso è nato e sarà sempre una potente fonte di esibizione, altrimenti non sarebbe tale e non esisterebbe. Ma i signori del tempo, non solo nel Rinascimento ma anche in periodi contemporanei, lasciavano segni ben diversi nei luoghi delle cerimonie, e non li violentavano. Anzi, li arricchivano. Costruivano palazzi, aprivano spazi pubblici, creavano teatri e commissionavano lavori a geni come un certo Shakespeare, non video da social con protagonista l’arzilla presenzialista web Kim Kardashian: lo ha ricordato in un’intervista, con grande sintesi, un attore e regista di talento, Andrea Pennacchi, che ha Venezia nel cuore. 

 
 
 
 
 
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Con il tocco sobrio dell’eleganza sfarzosa, ma non cafona, e di un gesto davvero generoso, e non una mancia da cena in un ristorante stellato, il matrimonio Bezos davvero sarebbe entrato nella Storia (questa volta con la S maiuscola) degli eventi mondani, esclusivi e globali. E non nella fiera del kitsch esibito durante uno stupro veneziano. 

Fonte immagine di copertina: Lauren Sánchez Bezos/Instagram

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