Le parasonnie sono dei disturbi del sonno, con caratteristiche, gravità e frequenza molto diverse. La più nota è il sonnambulismo, ma non è l’unica. L’importante è mettere a fuoco il problema (che non richiede necessariamente medicinali e trattamenti) e ripristinare il ciclo naturale che comprende 4 fasi del sonno: addormentamento, sonno leggero, sonno profondo durante il quale è difficile svegliarsi, fase REM , ovvero sonno paradosso con sogni intensi. Le parasonnie sono di diversa tipologia, ma hanno in comune la diagnosi e la prevenzione.
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Sonnambulismo
Si riconosce per il comportamento tipico del paziente nel sonno: sedersi sul letto, camminare o eseguire altri comportamenti durante il sonno, di solito ad occhi aperti ma senza essere in grado di riconoscere o avvertire la presenza di altre persone.
Il sonnambulo non ha coscienza di quello che accade, e il giorno dopo non ricorda più nulla. Il sonnambulismo è più frequente durante la tarda infanzia e l’adolescenza (in particolare tra gli 8 e gli 11 anni) e si verifica dopo e durante il risveglio dallo stadio NREM, non-rapid eye movement del sonno.
Talvolta, oltre a compiere azioni, come camminare, uscire di casa, bere e mangiare, il paziente sonnambulo biascica o parla. Il sonnambulismo può aumentare il rischio di traumi a causa degli ostacoli che il sonnambulo può incontrare. Consiglio importante: mai svegliare un sonnambulo.
Terrori notturni
I terrori notturni, pavor notturno, da non confondere con gli incubi notturni, né tantomeno con i sogni con i quali non ha alcuna relazione, si riconoscono perché, specie i bambini, improvvisamente si mettono a urlare, sembrano spaventati e intensamente vivaci, ma difficili da risvegliare. In alcuni casi, i terrori nel sonno possono sfociare in sonnambulismo, ma in generale il bambino dopo l’episodio si riaddormenta.
Parasonnie di sonno REM
I bambini sono la popolazione che più di frequente ha incubi notturni durante il sonno REM con il relativo disturbo comportamentale di sonno (Rapid-Eye-Movement-Slee Behavior Disorder, o anche RBD). Scalciare, insultare, colpire durante il sonno REM sono comportamenti tipici del RBD: i pazienti, per ragioni sconosciute, durante il sonno, specie nella seconda parte della notte, non hanno la marcata atonia solitamente presente durante il sonno REM, ma quando si svegliano sono consapevoli di avere fatto sogni vividi.
RBD (Disturbo comportamentale del sonno)
Specie dopo i 55 anni, la persona fa brutti sogni, molto agitati, talvolta drammatici e violenti. Da qui una possibile reazione, altrettanto violenta, con il rischio di fare del male a chi dorme accanto. Per schematizzare: si tratta in realtà di brutti sogni, che il soggetto, in genere, ricorda perfettamente quando si sveglia.
Crampi collegati al sonno
I crampi alle gambe che avvengono nella fase di addormentamento o durante il sonno, si riferiscono ai muscoli del polpaccio o del piede. Sono frequenti nelle persone di mezza età e negli anziani.
Sintomi
Quando un bambino o una persona si ritrovano in un periodo, in genere breve, ad avere parasonnie, i sintomi più comuni che possono manifestare sono:
- Risvegli durante la notte con incoscienza temporanea;
- Confusione;
- Sensazione di paura momentanea;
- Amnesia di ciò che è accaduto nella notte;
- Tachicardia;
- Sudorazione abbondante;
- Respirazione accelerata;
- Rigidità muscolare;
Diagnosi
Le parasonnie, in buona parte dei casi e specie in giovane età, non sono da ritenersi patologiche e non hanno bisogno di un anamnesi e, quindi, di cure. Di fatto, questi episodi tendono a risolversi spontaneamente.
Possono, tuttavia, presentarsi episodi che possono richiedere un’attenzione maggiore. Questo, in particolare se le parasonnie iniziano ad essere frequenti e ancor più se in età adulta. In questi casi, talvolta, potrebbero nascondersi problematiche psicologiche come ansia, disturbi dell’umore e depressione. È bene chiedere aiuto anche se la persona inizia ad avere dubbi sulla sua incolumità o quella degli altri durante la notte.
Si tratta, ad ogni modo, di una diagnosi puramente clinica e sarà il medico curante, pediatra o medico di base, a valutare se proseguire con test neurologici o no. Con l’anamnesi, il medico cercherà anche di capire se durante la notte si verificano altre tipologie di episodi concomitanti come l’apnea notturna, o la sindrome delle gambe senza riposo.
Per comprendere meglio quali sono i problemi, il medico può consigliare di creare un diario del sonno e riportare:
- Orario di sonno giornaliero,
- Tempo impiegato per addomentarsi,
- Volte che ci risveglia durante la notte,
- Cosa si è mangiato prima di andare a dormire,
- Sintomi,
- Cosa si è fatto durante la giornata.
Rimedi, cure e trattamenti
Nel bambino che presenta il disturbo delle parasonnie non è necessario alcun trattamento, tantomeno a base di farmaci. Il fenomeno rientrerà da solo:
- l’importante è non svegliarlo durante la fase del sonnambulismo,
- Impedire fughe fuori casa,
- Allontanare gli oggetti con i quali potrebbe farsi del male,
- Ridurre lo stress prima di dormire: meditazione, una doccia calda, o altro che può rilassare.
Solo in casi molto eccezionali, quando gli episodi persistono per anni, anche in età adulta e si ha paura di poter essere un pericolo per sé stessi e gli altri durante la notte, il neurologo potrebbe, talvolta, optare per una “cura” farmacologica, ma che di cura non si tratta, con degli ansiolitici che possono ridurre i casi notturni. In molti casi, può rivelarsi utile la terapia cognitivo-comportamentale o l’ipnosi.
Prevenzione
Per le parasonnie è molto importante recuperare l’abitudine a dormire bene e con regolarità. Un particolare può aiutare:
- Stabilire e confermare una routine prima di addormentarsi
- Evitare l’uso di qualsiasi dispositivo elettronico a letto, e almeno un’ora prima di addormentarsi
- Dormire un numero sufficiente di ore, proporzionato alla propria età