A scuola di sabato: giusto o sbagliato?

I contrari alla settimana corta vedono il caos e problemi organizzativi per le scuole. In realtà ci sono tanti vantaggi per alunni e famiglie. E infatti nelle migliori scuole europee…

Ogni ministro dell’Istruzione arriva e dice la sua sulla possibilità di introdurre anche nella scuola italiana, come in quella francese (una delle migliori del mondo), la settimana corta. Niente lezioni il sabato. L’ultimo, Patrizio Bianchi, ha aperto a questa possibilità, chiarendo però di farlo non per risparmiare sulle bollette energetiche, ma solo per motivi di organizzazione didattica. E ha lasciato gli istituti liberi di decidere.

A SCUOLA DI SABATO

I sindacati e anche diverse associazioni di consumatori hanno alzato un muro contro l’ipotesi di accorciare la settimana scolastica. E negli anni scorsi, su questo delicato argomento, ha deciso persino il Tar. In Liguria, su richiesta dell’istituto Chiabrera di Savona, ha cancellato la delibera della provincia che di fatto impediva l’allungamento della settimana scolastica.

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A SCUOLA DI SABATO: I PRO

La legge è chiara. Le scuole superiori possono, in autonomia, decidere la settimana scolastica. I favorevoli al sabato in aula mettono sul tavolo, tra gli argomenti, le questioni organizzative. I docenti correrebbero il rischio di lavorare di più, e con il caos che travolge la scuola (salvata spesso dai precari) si rischierebbe di avere un calendario scolastico poco gestibile. Oltre al fatto che potrebbero servire più spazi per cancellare il sabato dai turni scolastici. Eliminare un giorno, altra obiezione, significa allungare di almeno un’ora le lezioni negli altri giorni della settima. E questo potrebbe sottoporre ragazzi e docenti a uno stress non previsto e non calcolabile. Infine, eliminare il sabato, secondo i contrari a questa soluzione, si traduce in aumento dei compiti a casa, che spesso sono già oggetto di critiche da parte delle famiglie per l’eccessivo carico di lavoro assegnato agli studenti.

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ANDARE A SCUOLA DI SABATO: I CONTRO

Ci sono almeno tre argomenti, invece, a favore dell’abolizione delle lezioni il sabato. Il primo: gli studenti hanno già un orario di studi impegnativo. Allungarlo non serve a nulla, semmai bisogna garantire qualità dell’insegnamento e continuità dei docenti, che spesso cambiano scuola e sezione creando così molti disagi nella didattica. Insomma: più che aumentare le ore di lezione, è meglio aumentare la qualità degli studi.

Secondo: costringendo gli alunni al weekend scolastico si crea un disagio ulteriore per le famiglie, e si sottrae tempo prezioso ai ragazzi per dedicarsi alle loro passioni, e perfino, perché no, ai loro ozi. Inoltre il sabato è diventato, più della domenica, un giorno canonico per stare insieme, genitori e figli: perché cancellarlo con un colpo di spugna? Un disagio organizzativo lo avranno anche le scuole, sempre a corto di fondi, specie in questo momento, e non sarà facile permettersi questo sorta di “straordinario” per dare lezioni e insegnanti durante il fine settimana.

Infine, c’è una questione didattica. Tutte le statistiche dimostrano che gli studenti italiani hanno problemi di apprendimento, non certo legati alla quantità delle ore di lezione, ma piuttosto alla qualità dei corsi. Al contrario, c’è una scuola di pensiero, sempre più maggioritario, che invita gli insegnanti a non sovraccaricare di compiti i ragazzi, ma piuttosto di lasciarli liberi anche di non fare nulla, e liberare la loro fantasia perfino attraverso la pausa della noia. Non a  caso, la settimana corta è un modello nelle migliori scuole europee, quelle francesi e inglesi. Perché dobbiamo sempre fare i pierini e non proviamo mai a imitare i sistemi scolastici che funzionano davvero?

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