E a differenza della razionalità, sentimento freddo di analisi, quasi distaccato, la curiosità è calda, esprime desidero e dunque, altro elemento distintivo dell’uomo dall’animale, la possiamo inquadrare nell’ambito delle passioni. Una passione che procede di pari passo con la ragione: il capolavoro letterario di Jane Austen, Ragione e Sentimento, arriverà circa duecento anni dopo le teorie di Hobbes. Gli studi del filosofo britannico sono oggi di grande attualità, in quanto c’è bisogno di rivalutare e utilizzare al massimo la curiosità.
La migliore medicina naturale contro qualsiasi forma di depressione, di cattivo umore, di malinconia negativa, e innanzitutto contro la noia? La curiosità. Bisognerebbe insegnarla ai bambini, fin da piccoli, coltivarla sempre, e non perderla mai, specie quando diventiamo persone adulte.
La curiosità è la più preziosa compagna di vita che ci possiamo inventare, e anche per questo consente alle persone anziane di stimolare il cervello e rallentare il declino cognitivo, come dimostrano ormai da anni, diverse ricerche scientifiche.
Una parola, una sola, evoca la bussola di un cambiamento ispirato all’ottimismo della volontà, di una voglia di futuro che non esclude la coltivazione del passato, della memoria. Chi la perde, rischia di perdere se stesso fino a restare prigioniero della sua solitudine. Chi la trova, avrà un’eccitante compagnia per tutta la vita. Già, perché la curiosità, tra l’altro, non ha età: spunta nei bambini, già nell’infanzia, con quella raffica di domande le cui risposte consentono di allungare il loro sguardo verso la vita; sedimenta nell’adolescenza e nella gioventù, quando accompagna la crescita delle persone; contribuisce a non spegnere la voglia di vivere, negli anziani e nei vecchi, specie se malandati. Guai a sprecare tanta forza, innanzitutto interiore.
Essere curiosi significa avere senso critico, non fermarsi all’apparenza, talvolta ingannevole, delle cose. E quindi più tolleranti, aperti alle diversità di razza, di religione, di fede. Di pensiero. La curiosità è un esercizio, leggero e piacevole, per vincere il male oscuro dell’indifferenza, così diffuso nel tempo contemporaneo.
Secondo Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica, è la curiosità più che l’intelligenza, a trasformare l’essere umano. In meglio, generalmente. Ma come si coltiva la curiosità? Innanzitutto vincendo qualsiasi forma di pigrizia, anche mentale. Poi non trascurando i dettagli, e conservando la mente aperta, spolverata da qualsiasi pregiudizio. La curiosità è un esercizio, al quale poi ci si abitua facilmente, anche per i piaceri, a lungo rilascio, che procura. E presuppone comunque una scelta: curare le relazioni umane, a qualsiasi livello. Senza l’altro, anche la nostra curiosità appassisce e scompare.
Frasi celebri sulla curiosità
- <Ogni genio è un gran fanciullo già per il suo guardare al mondo come a un che di estraneo> Arthur Schopenhauer
Il genio crea grazie al metodo, alla disciplina, al talento. Ma innanzitutto grazie alla curiosità che lo avvicina alle cose e agli uomini con lo sguardo aperto, a tutto campo, di un bambino. Sempre pronto ad imparare.
- <La curiosità, unita all’autocritica, mi ha portato alle mie idee> Albert Einstein
La curiosità semina dubbi. E il dubbio porta alla certezza, compresa quella che si esprime attraverso una grande scoperta scientifica. Un percorso graduale, nel quale non può mancare l’autocritica, che consente di cambiare idea. Quando è necessario.
- <Soltanto chi non ha più curiosità di imparare è una persona vecchia> Ugo Ojetti
Tutte le asticelle dell’età, anche anzianità e vecchiaia, si sono alzate. Ma questa, che prescinde dai numeri contenuti nella carta d’identità, resta fissa. Chi non è curioso è destinato a invecchiare prima degli altri, dentro e fuori.
- <Hai più possibilità di apprendere attraverso la curiosità che non con la costrizione> Sant’Agostino
Quante cose abbiamo imparato grazie alla curiosità… In fondo, anche l’amore per la libertà non può che nascere dalla curiosità per la natura umana, con i suoi limiti, ma anche con i suoi diritti inalienabili. E la curiosità ha una potenza maggiore nell’apprendimento di ciò che in termini scolastici si chiama nozionismo. Fermo restando che la conoscenza ha bisogno, allo stesso tempo, del rigore dello studio, e del guizzo della curiosità.
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