Quando iniziare lo svezzamento

Fino a 6 mesi di età è bene allattare dal seno della madre. I segnali del bebè e i primi cibi più adatti

svezzamento bambini
Lo svezzamento non è sempre facile e immediato, anzi. Il passaggio da un’alimentazione esclusivamente liquida (latte materno o artificiale)  alle pappe non si limita all’introduzione di alimenti nuovi, è considerata una fase molto importante, da non sprecare, sia per il bambino sia per la mamma, e richiede tempo e tanta pazienza, da parte di entrambi i genitori.

Perché lo svezzamento è importante

Questo processo di transizione, dovuto naturalmente anche alle nuove esigenze energetiche del bebè e alla sua curiosità per il cibo dei “grandi”, ha un valore da tenere presente, che va oltre il nuovo meccanismo di alimentazione. Il bambino, infatti, con lo svezzamento entra di fatto nel mondo reale, sperimenta la prima fase di autonomia della sua vita e il cibo introduce una fase sensoriale nella sua vita, facendogli scoprire nuovi sapori, odori, colori e consistenze. Quanto alla mamma, con la prima separazione da suo bebè sancita dallo svezzamento e dalla fine, per esempio, del prezioso e simbiotico allattamento al seno, da un lato può confermare e rimodulare il suo legame affettivo, e dall’altro inizia a essere nella condizione di recuperare un minimo di autonomia dalla sua creatura.

Perché i bambini fanno capricci con lo svezzamento

 A complicare lo svezzamento, ma siamo sempre nell’ambito di cose del tutto naturale, ci sono i frequenti capricci dei bambini durante la prima fase del nuovo regime alimentare. La resistenza dei bambini è dovuta a tutta una serie di stimoli nuovi: sapori mai provati, consistenze diverse che dovranno essere masticate e quindi richiederanno un grado differente di determinazione per poterle assimilare. Questo significa che bisogna avere pazienza, tenacia e mettere da parte la nostra fretta.
La risposta del bambino alle nuove esperienze legate allo svezzamento si intreccia con un altro aspetto delicato: la rinuncia al piacere e al conforto dell’allattamento. Prima di passare alle pappe, egli riceve contemporaneamente sia un nutrimento per il corpo sia un nutrimento affettivo. Quindi, è importante non scoraggiarsi se il bambino proprio non ne vuole sapere di cambiare il proprio modo di nutrirsi.

Quando inizia lo svezzamento

A partire da circa 6 mesi, secondo le indicazioni condivise dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dalla Società italiana di Pediatria, si possono introdurre gradualmente altri alimenti, continuando comunque l’allattamento. Altre società scientifiche, come l’ European Society for Paediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition, abbassano la soglia minima per iniziare lo svezzamento ai 4 mesi di età, sempre però in combinazione con l’allattamento.

I segnali del bambino

Più che sull’età, in modo astratto, una madre, sempre d’intesa con il pediatra e mai con lo sciagurato metodo del fai-da-te, può prendere in considerazione la possibilità di iniziare lo svezzamento sulla base di alcuni segnali che arrivano direttamente dal bambino:

  • Riesce a stare seduto abbastanza dritto con un buon controllo del capo.
  • Mostra interesse per il cibo (guarda chi mangia, apre la bocca quando gli offri qualcosa).
  • Ha perso il riflesso di estrusione (non spinge più fuori con la lingua ciò che entra in bocca).
  • È in grado di afferrare il cibo e portarlo alla bocca.

Che cosa fare durante lo svezzamento

Alcuni consigli per affrontare con serenità lo svezzamento e non sprecare una fase magica della vita familiare.
    • Insistere con pazienza. Questo è il giusto approccio per fare accettare il cambiamento al bambino. Comprendendo le difficoltà e i gusti del bambino, evitando risposte rabbiose, egli riuscirà ad accettare l’allontanamento dal seno.
    • Evitare distrazioni. Accendere il televisore iprima della pappa non aiuta né voi né lui. Distraendosi, sarà più difficile imboccarlo. Inoltre, non aspettate che lui manifesti di avere fame ma giocate di anticipo, evitando che diventi irritabile.
    • Scegliere il cucchiaio giusto. I modelli in silicone sono molto morbidi e quindi più facili da accettare. Inoltre, per aiutare il bambino ad abituarsi è preferibile cominciare dandogli dei cucchiaini di frutta omogeneizzata.
    • Addio al ciuccio. Se ciucciare è uno dei suoi vizi, cercate di limitarne l’utilizzo senza rimproverarlo. Quando il piccolo non sentirà più il bisogno della suzione, lo abbandonerà trovando altre modalità per soddisfarsi.
    • La pappa non è uguale per tutti. La consistenza è fondamentale per lo svezzamento. Ci sono bambini che preferiscono una pappa più liquida oppure più densa. Se il bambino è abbastanza flessibile, allora è possibile optare per una consistenza più densa. In questo modo sarà più semplice somministrargli la pappa e si sporcherà meno.

Cibi adatti allo svezzamento

La dieta dello svezzamento è molto varia, partendo da un segnale che il bambino deve darvi quando è pronto: riesce a tenere la testa eretta, apre la bocca quando vede avvicinarsi il cibo ed a prendere il cibo dal cucchiaio per metterlo in bocca. Gli alimenti più adatti per lo svezzamento sono:
  • I vari tipi di cereali, dalla crema di riso al semolino.
  • Qualsiasi verdura e frutta, preferendo quelle che il bambino accoglie con più piacere.
  • Pesce e carne bianca ridotti a pappe.
  • Cibi ricchi di ferro.
  • Evitate invece il miele prima dei 12 mesi di vita: produce tossine nel tratto intestinale che la scarsa acidità dello stomaco dei bambini, nei primi mesi di vita, non è in grado di distruggere.
  • Imparate a riconoscere i segnale di sazietà e quelli di fame del bambino. Questo faciliterà una alimentazione  regolare, anche dal punto di vista degli orari.
  • Non aggiungete sale e zucchero alle pappe.
  • Non usate succhi di frutta industriali e bibite gassate.

Quanto dura lo svezzamento

Lo svezzamento, che include anche il latte materno, quando è possibile, sempre consigliato dai pediatri, dura fino a quando il bambino non è in grado di assumere da solo, e con un piccolo aiuto, il cibo solido. Ciò avviene di solito attorno a un anno di vita.In ogni caso, come per l’allattamento, non bisogna fare alcuna forzatura e procedere alla fine dello svezzamento con la massima naturalezza.

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