
AUMENTO SPESA REGALI NATALE –
Fermatevi un attimo. Siete alle prese con gli acquisti di Natale, sono gli ultimi giorni utili, e state facendo i conti con il vostro budget. Magari fate parte dei 33 milioni di italiani, tra lavoratori e pensionati, che stanno mettendo sul tavolo dello shopping natalizio il tesoretto delle tredicesime (39,4 miliardi di euro). Fermatevi, come suggerisce Madeleine Somerville, la scrittrice e blogger del quotidiano inglese The Guardian , e ponetevi quattro domande, molto brevi, che in queste ore stanno spopolando sul web. Ho bisogno di questo acquisto? Posso farlo da me? Posso comprare la stessa cosa a minor prezzo, o anche di seconda mano? È la migliore qualità che mi posso permettere? Dalle risposte dipenderanno le vostre scelte di consumatore.
AUMENTO ACQUISTI PERIODO NATALIZIO –
In fondo, le quattro domande alle quali ci invita la Somerville, autrice del best seller All you need is less (Tutto ciò che serve è meno), sintetizzano una nuova filosofia dello shopping, che a Natale sta diventando quasi una nuova moda. Il punto di partenza, certificato anche dalle indagini di mercato, è una ripresa dei consumi, registrata dalla Confcommercio già nel settembre 2015. Nell’ultimo anno, per esempio, le famiglie italiane che hanno aumentato la loro capacità di spesa è superiore a quella delle famiglie che invece l’hanno ridotta: 25,6 per cento rispetto al 21,3 per cento. È la prima volta che accade, dall’inizio della Grande Crisi. Si tende a consumare di più, ma in modo diverso, e qui scattano le domande della blogger canadese, che non è una pauperista o una predicatrice della decrescita felice, ma solo una donna, consumatrice, che riscrive i paradigmi dello shopping. Attorno ad alcune parole chiave: risparmio, sobrietà, utilità, convenienza, zero sprechi.
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SCONTI ANTICIPATI –
Un cambio di comportamenti che le grandi catene commerciali hanno già capito, e tradotto con una cosa che non si era mai vista durante il ciclo natalizio: gli sconti anticipati. Approfittando delle maglie larghe della legge, i supermercati sono riusciti a infilare una sequenza di tagli ai prezzi per andare incontro alle nuove aspettative dei consumatori. Nei punti vendita di Esselunga si arriva fino al 40 per cento per i prodotti confezionati, alla Rinascente si sono inventati i fine-settimana promozionali (meno 30 per cento), e la catena Coop propone un risparmio del 20 per cento, alternando le giornate della convenienza tra supermercati e ipermercati, su una buona parte dei suoi articoli. Di questa politica fanno parte anche le tessere speciali per accumulare punti da spendere poi dal prossimo mese di gennaio, le promozioni ad hoc sui tipici prodotti natalizi (dal panettone ai biglietti per gli auguri), i concorsi per vincere auto ed elettrodomestici. Insomma, la macchina natalizia è alla ricerca affannosa di un equilibrio che possa mettere insieme le esigenze di un consumatore prontissimo a cambiare fornitore di fronte a una migliore proposta commerciale e di un settore che ha bisogno come il pane di confermare l’uscita dal tunnel della recessione. Alla fine, questa è l’aspettativa di Confcommercio, i numeri dovrebbero dare ragione alle nuove politiche commerciali, e si prevede una spesa media per i regali di Natale in aumento del 5 per cento, pari a 166 euro a testa per ogni italiano, per un totale di 10 miliardi di euro in più di fatturato. Un livello non certo stratosferico, da vacche grasse, ma comunque una prima inversione di rotta dal 2007. E una spinta al miglioramento dei fatturati dovrebbe arrivare dalle vendite online che riguarderanno il 22 per cento in più degli italiani rispetto allo scorso anno, con un giro d’affari, tra novembre e dicembre, di 3,5 miliardi di euro e 27 milioni di ordini firmati via Internet nel periodo natalizio. Il web è una sorta di nuova frontiera del consumo di massa, ritagliata su misura per rispondere con completezza alle domande della Somerville e per i confronti, in tempo reale, sulla qualità, sul prezzo, sulla possibilità di ottenere la stessa cosa, magari della stessa marca, a condizioni più vantaggiose.
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AUMENTO MERCATO DELL’USATO –
Infine, non sottovalutate in questa nuova filosofia dei consumi , l’aumento del mercato dell’usato. In Italia già vale 18 miliardi di euro (senza calcolare il sommerso), è l’unico settore del commercio che ha tassi di crescita a due cifre, e il trenta per cento degli scambi avvengono attraverso le piattaforme online che si stanno moltiplicando come i funghi. È interessante capire, attraverso le rilevazioni della Doxa, la psicologia, molto vicina agli interrogativi proposti dalla blogger canadese, di chi compra e di chi vende sul grande mercato dell’usato. Il 71 per cento degli italiani fa questo tipo di acquisti nella convinzione di risparmiare senza rinunciare alla qualità che può permettersi, mentre tra i venditori, nel 58 per cento dei casi si tratta di persone che pensano così di liberarsi dell’inutile, del superfluo, di ciò di cui non hanno bisogno. Dello spreco.