Gli spazzini del mare in Grecia. Aegean Rebreath pulisce le isole dell’Egeo

Tutti volontari, che sono stati capaci di smascherare un disastro ambientale nelle isole della Grecia: quella che sembrava una barriera corallina era un piccolo muro di plastica. Sott’acqua

aegean rebreath

In Grecia sono conosciuti come “gli spazzini dell’Egeo”. Insegnanti, impiegati, biologhi marini, studenti: uniti dalla passione per il mare, dal desiderio di amarlo attraverso gesti concreti. Come andare a raccogliere rifiuti nelle isole del mare Egeo, tra le più frequentate durante i mesi estivi dal turismo globale e in particolare dagli italiani. Ma anche tra le più colpite, nel Mediterraneo, dal piccolo inquinamento, che va dai resti delle reti da pesca alle microplastiche.

AEGEAN REBREATH

Gli “spazzini dell’Egeo” sono uniti nell’associazione Aegean Rebreath (letteralmente: il ri-respiro dell’Egeo), nata in Grecia nel 2017 con lo scopo di difendere la biodiversità nel Mare Egeo. Sono diventati famosi quando, durante una delle operazioni di pulizia nei fondali scoprirono un’amara verità: quella che sembrava una bellissima e colorata barriera corallina, altro non era che un muro sottomarino di plastica. Il filmato ha fatto il giro del mondo e da quel momento l’associazione Aegaen Rebreath è diventata una delle più famose nell’universo dell’ambientalismo, anche grazie alla sua pagina online (aegeanrebreath.org) che aggiorna le varie operazioni in corso o in programmazione nel mare Egeo.

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SPAZZINI DELL’EGEO

L’attività dell’associazione, giustamente, è concentrata nelle isole dell’Egeo, dove una cattiva gestione del turismo e l’inciviltà di troppe persone causano danni enormi alla biodiversità. I rifiuti raccolti dai volontari servono anche a capire meglio le fonti dell’inquinamento marino. Grazie a loro, per esempio, si è scoperto che il 10 per cento della spazzatura che finisce a mare è formata da reti da pesca in disuso. Eppure, come raccontiamo in questo articolo, le reti da pesca sono facilmente riciclabili.

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RIFIUTI NELL’EGEO

Ogni anno la Grecia produce qualcosa come 700mila tonnellate di plastica, circa 68 chili a persona, e di queste 11,5mila tonnellate finiscono in mare, si trasformano in microplastiche, mangiate dai pesci che le confondono per cibo. Durante un’edizione del telegiornale greco, un giornalista esperto di ambiente ha fornito alcuni dati sulla raccolta dei volontari di Aegean Rebreath: 16mila bottiglie di plastica, 7mila bicchieri di plastica, 11mila cannucce, 5mila lattine e 14mila chili di reti da pesca. Cifre da discarica terrestre.

Le immagini sono tratte dalla pagina Facebook dell’associazione Aegean Rebreath

I CITTADINI CHE SI IMPEGNANO PER SALVARE L’AMBIENTE:

  1. Porta la tazza, l’idea molto efficace di un bar per evitare lo spreco dei rifiuti di tazze in cartone
  2. Pasquale, a bordo della sua Marianna per smaltire i rifiuti dei fondali. Con altri marinai-spazzini
  3. Sferracavallo: il borgo dove la pulizia la fanno i turisti. E i cittadini vogliono separarsi da Palermo
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