Scuole, 24mila sono a rischio sismico. Ecco cosa fare

Un'emergenza che coinvolge soprattutto il sud. Ecco gli interventi necessari per garantire la sicurezza e la tranquillità delle famiglie

Scuole a rischio sismico: sono 24.073, il 37 per cento del totale degli edifici scolastici in Italia. Una gran parte di queste scuole, secondo il Rapporto Ance-Cresme sullo stato del territorio italiano, si trova nelle regioni del Sud, come la Sicilia (4.894), la Campania (4.872) e la Calabria (3.199). In generale, l’intero patrimonio abitativo scolastico è quasi fuori legge, con il 36 per cento delle scuole che presentano problemi urgenti di manutenzione e il 65 per cento che non possiede neanche il certificato antincendi.

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Paghiamo il conto di anni di scarsa manutenzione, anche per i tagli dei fondi e la pigrizia di molti dirigenti scolastici, e di un patrimonio scolastico la cui costruzione nel 62 per cento dei dei casi risale a 40 anni fa. La scuola, ha promesso Enrico Letta, non subirà nuovi tagli, e anzi avrà nuove risorse per il suo rilancio. Ma bisogna partire proprio dalla sicurezza. Come? Innanzitutto, come chiede la Commissione Ambiente e Territorio della Camera, rendendo obbligatoria la certificazione antisismica degli edifici pubblici e privati e i relativi controlli strutturali periodici. Poi rinnovando la possibilità di scaricare le tasse per il 55 per cento delle spese fatte per migliorare l’efficienza energetica (le scuole hanno impianti di illuminazione sempre accesi, anche in pieno giorno) ed estendendola agli interventi di consolidamento antisisimico. Questo tipo di interventi avrebbe due impatti positivi, a parte la messa in sicurezza delle scuole: si aprirebbero cantieri con posti di lavoro, e aumenterebbero le entrate fiscali legate ai lavori. Il saldo finanziario per lo Stato, insomma, sarebbe positivo. E le famiglie che hanno figli a scuola sarebbero più tranquille.

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