
Il materiale radioattivo finito in mare a Fukushima sarebbe tre volte superiore a quanto stimato dalla Tepco, la società che gestisce le centrali nucleari giapponesi colpite dal terremoto e dello tsunami dello scorso 11 marzo. Secondo la Tepco, fra il 21 marzo e il 30 aprile scorsi sarebbero finiti nel Pacifico 4,72 miliardi di terabecquerel (TBq) di cesio 137 e di iodio 131, mentre secondo ricercatori dell’Agenzia giapponese per l’energia atomica (Jaea) sarebbero stati 15 miliardi di TBq. La differenza potrebbe dipendere dal fatto che la Jaea ha misurato anche il materiale radioattivo trasportato dall’aria finito in mare in aggiunta a quello dell’acqua contaminata proveniente dall’impianto.
DIVIETI – Il governo giapponese ha vietato il consumo di alimenti contenenti più di 500 bequerel di materiale radioattivo per chilogrammo. Anche i cinghiali nelle prefetture di Fukushima e Miyagi presentano livelli di radioattività al cesio superiori ai limiti legali. I cinghiali cacciati ogni anno nelle due prefetture sono quasi 6 mila, e sono alla base di una specialità della cucina giapponese: il sukiyaki. L’Unione europea prolungherà per altri tre mesi sino al 31 dicembre i controlli rafforzati sulle importazioni di prodotti alimentari e mangimi provenienti dal Giappone, adottati dopo l’incidente alla centrale nucleare di Fukushima. Le misure saranno riviste ogni mese. Lo scorso 24 agosto il governo di Tokyo ha annunciato che le aree in un raggio di 3 chilometri intorno a Fukushima resteranno inaccessibili «per diversi decenni» a causa delle radiazioni fuoriscite dai reattori atomici. L’azienda nucleare francese Areva si è detta disponibile a trattare il combustibile esaurito ancora presente a Fukushima e a proporre al governo nipponico «soluzioni definitive» per la gestione dell’impianto. Intanto la Tepco vuole costruire un muro di acciaio nel tratto di mare dinanzi all’unità 4 per evitare la fuga di materiale radioattivo. Il muro, riporta la tv giapponese Nhk, la cui costruzione dovrebbe iniziare alla fine dell’anno e che potrebbe essere operativo tra un paio di anni, sarà lungo 800 metri e formato da migliaia di tubi di acciaio di 22 metri di lunghezza e 10 centimetri di diametro.
GOVERNO E GAFFE – Tokyo ha annunciato uno stanziamento di 220 miliardi di yen (pari a circa 2 miliardi di euro) per ripulire l’area residenziale di Fukushima. Il primo ministro giapponese Yoshihiko Noda, in carica dal 2 settembre, ha rinnovato le scuse del governo per la crisi creatasi, promettendo il varo di una legge speciale per favorire la «rinascita dell’area». A quasi sei mesi dal sisma, il premier ha ispezionato l’impianto di Fukushima anche per incoraggiare le centinaia di lavoratori impegnati. Ma non mancano le gaffe: Yoshio Hachiro, nuovo ministro del Commercio, si è scusato per aver definito la zona intorno a Fukushima «una città della morte» offendendo le 87 mila persone che sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni.