L’Istat: in Italia una donna su due non ha lavoro e non lo cerca piu’

L’Italia non è un paese in salute, soprattutto per giovani e donne: una su due non ha lavoro e ha anche rinunciato a cercarlo. Stesso destino per un giovane su cinque: non studia e anche lui ha rinunciato a cercare un posto di lavoro. E’ la fotografia con molti toni grigi che descrive come sta […]

L’Italia non è un paese in salute, soprattutto per giovani e donne: una su due non ha lavoro e ha anche rinunciato a cercarlo. Stesso destino per un giovane su cinque: non studia e anche lui ha rinunciato a cercare un posto di lavoro. E’ la fotografia con molti toni grigi che descrive come sta andando il paese, come risulta da oltre 100 statistiche tra aspetti demografici ed economici, culturali e sociali. Si chiama "Noi Italia" ed è un dossier curato dall’ Istat, (clicca qui per la versione integrale). In Italia, quindi, un giovane su cinque non studia, nè lavora: i ragazzi «non più inseriti in un percorso scolastico-formativo, ma neppure impegnati in un’attività lavorativa, sono poco più di due milioni, il 21,2% tra i 15-29enni (anno 2009), la quota più elevata a livello europeo». Il tasso di inattività femminile italiano nel 2009 (48,9%), è stato il secondo più alto dell’Ue a 27, inferiore solo a quello di Malta.

NEL SUD IRREGOLARE UN LAVORATORE SU 5 – «La quota di unità di lavoro irregolari è pari all’11,9%. Nel Mezzogiorno può essere considerato irregolare quasi un lavoratore su cinque; nell’agricoltura circa uno su quattro». Altra immagine di un paese che non va, sempre presa dal rapporto "Noi Italia" . La quota del sommerso, così, si mantiene «abbastanza rilevante», spiega l’Istituto, «confermando il dato del 2007, in lieve calo rispetto al biennio 2005-2006». La Regione con la quota più alta è la Calabria (26,6%), mentre quella con la percentuale più bassa è l’Emilia Romagna (8,5%).

IN CALO OMICIDI, FURTI E RAPINE – Con 1,10 omicidi ogni 100 mila abitanti, l’Italia si colloca al di sotto della media calcolata sul complesso dei 27 paesi Ue, pari a 1,30 omicidi (2008). Il fenomeno è in continua diminuzione: nel 1991 erano 3,38. Nello stesso anno le rapine sono state quasi 46 mila, 76,6 ogni 100 mila abitanti, in calo rispetto all’anno precedente. Nel contesto dell’Unione europea l’Italia si colloca appena al di sopra della media generale. La distribuzione sul territorio nazionale delle rapine è estremamente disomogenea: la Campania presenta il livello più alto (232,9 rapine denunciate per 100 mila abitanti), la Basilicata quello più basso (9,8 per 100 mila abitanti). I furti denunciati sono stati circa 1,3 milioni, pari a 2.327,4 per 100 mila abitanti, in calo nel 2008 dopo una crescita durata sei anni. Per il complesso dei furti il Mezzogiorno è caratterizzato da valori costantemente più bassi rispetto alla media nazionale.

CRESCONO GLI IMMIGRATI – La popolazione nel nostro Paese continua a crescere grazie agli immigrati. Lo conferma il rapporto dell’Istat 2011 "Noi Italia", in cui si spiega che «i cittadini stranieri iscritti nelle anagrafi dei Comuni italiani all’inizio del 2010 sono oltre 4,2 milioni, il 7% del totale dei residenti. Rispetto al 2001 sono più che triplicati, mentre sono aumentati dell’8,8% tra il 2009 e il 2010, un ritmo di crescita meno sostenuto rispetto agli anni passati. L’incremento si riduce in conseguenza di diversi fattori: la crisi economica, l’attenuarsi dell’effetto congiunto dell’ingresso della Romania e della Bulgaria nell’Unione europea e l’entrata in vigore della nuova normativa sul soggiorno dei cittadini comunitari nei paesi dell’Unione». Il rapporto Istat dice che «con quasi il 12% dei circa 500 milioni di abitanti dell’Unione europea, l’Italia è il quarto paese per dimensione demografica» e «a partire dal 2001 la popolazione ha ripreso a crescere al ritmo di 0,7% l’anno, per effetto della crescita delle nascite e, soprattutto, dell’immigrazione». Nel contesto europeo, prosegue il documento, l’Italia fa registrare valori di crescita naturale più vicini ai Paesi di nuova adesione all’Unione. Per quanto riguarda la crescita migratoria, l’Italia si colloca ai primi posti della graduatoria come forza attrattiva.

ANZIANI – Al primo gennaio 2010 ci sono 144 anziani ogni 100 giovani; in Europa solo la Germania presenta un indice di vecchiaia più accentuato. La regione più anziana è la Liguria, la più giovane la Campania. Il rapporto tra popolazione giovane e anziana e popolazione in età attiva supera il 52% (2009). L’Italia è ai primi posti nella graduatoria europea. La vita media degli italiani è di oltre 84 anni per le donne e di quasi 79 anni per gli uomini, ai primi posti nell’Unione europea. L’Italia e l’Irlanda sono i paesi Ue con la più bassa incidenza dei divorzi (circa 9 e 8 ogni mille abitanti). In Italia il numero di separazioni è aumentato dal 2000 del 16,9% e quello dei divorzi del 44,7%.

MENO DEL 47% LEGGE ALMENO UN LIBRO – In Italia «nell’arco di un anno meno del 47% degli italiani legge almeno un libro nel tempo libero». È quanto emerge dal rapporto dell’Istat ‘Noi Italia. 100 statistiche per capire il paese in cui viviamo, in base a dati aggiornati al 2010. Inoltre, fa sapere sempre l’Istituto di statistica, «poco più di un italiano su due (55%) legge un quotidiano almeno una volta a settimana e poco più di uno su cinque utilizza Internet per leggere on-line o scaricare da Internet giornali, news o riviste».

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