“Giornata mondiale della natura selvaggia” per celebrare e tutelare la biodiversità

Obiettivo principale: diffondere la conoscenza di reati come il bracconaggio e il commercio illegale di animali e piante per cercare di debellarli.

GIORNATA MONDIALE DELLA NATURA –

Oggi è la Giornata mondiale della natura selvaggia (World Wildlife Day) istituita il 20 dicembre del 2013 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per celebrare la straordinaria biodiversità del nostro pianeta. Una giornata dedicata alla lotta dei crimini contro la natura e alla valorizzazione dello straordinario patrimonio naturale del pianeta e quest’anno incentrata, in particolar modo, sull’impegno delle giovani generazioni per la tutela della natura. Come ricorda l’Onu, quasi un quarto della popolazione mondiale, ha tra i 10 e i 24 anni: il destino di flora e fauna selvatica è nelle mani dei giovani.

GIORNATA MONDIALE DELLA NATURA SELVAGGIA –

Lo scorso anno invece, la “Giornata mondiale della natura selvaggia” è stata dedicata alla tutela degli elefanti, uccisi a causa del commercio e traffico illegale di avorio.

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CRIMINI CONTRO LA NATURA –

L’obiettivo principale della “Giornata mondiale della natura” è infatti anche quello di diffondere la conoscenza di reati come il bracconaggio e il commercio illegale di animali e piante per cercare di debellarli. Sono migliaia e migliaia gli elefanti uccisi a causa del loro avorio.

È giunta l’ora quindi di fare sul serio contro i “crimini di natura”, tutte le specie animali meritano di essere protette: sono tantissime quelle a rischio estinzione a causa nostra e l’attuale tasso di estinzione è addirittura di circa cento volte più elevato del normale. Se non interveniamo subito, aumenterà sempre di più il numero di specie animali ma anche vegetali che i nostri figli e nipoti non potranno mai conoscere e ammirare.

Fortunatamente, gli sforzi di conservazione stanno portando i loro frutti. Come comunica il WWF, nel 2016 è finalmente aumentato il numero delle tigri e dei panda. E non solo: è stato sancito il divieto di commercio dei pangolini, un piccolo formichiere ricoperto di scaglie, che ha il suo habitat nelle zone tropicali di Asia e Africa, forse il mammifero più colpito dal traffico illegale con destinazione Cina e Vietnam dove la loro carne viene considerata una prelibatezza mentre le scaglie trovano impiego nella medicina tradizionale per la cura di diverse patologie tra cui reumatismi ed eczemi.

E il 2016 ha finalmente stabilito anche la chiusura del mercato dell’avorio in Cina e la cancellazione di alcuni progetti industriali che avrebbero dovuto interessare la barriera corallina del Belize e il Parco spagnolo di Coto Doñana.

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TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ –

È per questo che l’Onu invita tutti gli Stati membri, le organizzazioni internazionali, la società civile e i singoli individui a celebrare la natura e a impegnarsi sul fronte della diffusione della conoscenza dei mezzi necessari per difendere la biodiversità e quindi contrastare i crimini contro la natura e il commercio illegale di specie selvatiche. In questo senso, un passo importante è rappresentato anche dall’istituzione, nel nostro Paese, dell’educazione ambientale come materia di studio obbligatoria in tutte le classi, dalla scuola materna alla seconda superiore.

Intanto, oggi nel corso della “Giornata mondiale della natura selvaggia”, ben nove associazioni italiane (Enpa, Rifugio degli asinelli, Italian Horse Protection, Lav, Legambiente, Lega nazionale per la difesa del cane, Lipu-BirdLife Italia, Rete dei santuari di animali liberi in Italia, Wwf) firmeranno la “Carta di Roma” per il recupero degli animali salvati non a fini di lucro: animali esotici, selvatici, da reddito sequestrati per vari motivi, soprattutto per maltrattamento. Attraverso la “Carta di Roma”, le associazioni intendono denunciare “il colpevole ritardo” nella loro gestione da parte dello Stato.

COME SALVAGUARDARE LA BIODIVERSITÀ –

Tutti noi comunque possiamo fornire il nostro contributo per la salvaguardia della biodiversità evitando di acquistare prodotti ottenuti sfruttando specie protette e chiedendo garanzie circa il fatto che i prodotti provenienti da oceani o foreste tropicali siano stati ottenuti legalmente e in modo sostenibile.

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