
FOTO MINORI SUI SOCIAL
Alla fine ci vuole sempre il tribunale. I giudici, la sentenza, la norma, il divieto. Anche per le cose più semplici ed evidenti, quelle che riguardano i diritti più elementari delle persone, comprese le più fragili: i bambini. Il Tribunale di Mantova, presieduto dal giudice Mauro Bernardi, ha imposto a una mamma separata di eliminare dai social le foto che aveva postato dei figli di 1 anno e di 3 anni e mezzo. La sentenza è arrivata dopo il ricorso del padre dei due bambini, e di fatto i giudici a questo punto impongono una nuova regola nell’universo Internet: il genitore che vuole postare foto di figli minorenni, deve farlo con il consenso dell’altro coniuge. O sono d’accordo entrambi, o niente carosello sui social.
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FOTO MINORENNI SUI SOCIAL
La prima reazione che ho avuto leggendo questa sentenza è stata istintiva: bene, speriamo così che ci sia un freno a questa compulsione di immagini di minorenni che navigano, con tanta insensatezza, con tanti rischi e con tanti sprechi (di intimità, di privacy, e perfino di sicurezza) nel calderone del web. Poi ho riflettuto meglio, mi sono confrontato con qualche mamma e con qualche donna che accudiscono figli e nipoti, anche di altre persone, e mi sono chiesto: ma possibile mai che per una scelta di normale buonsenso, così elementare, dobbiamo sempre aspettare la “mano santa” (talvolta anche diabolica) di un giudice? Non possiamo arrivarci da soli, naturalmente e senza ricorrere a chissà quale manuale scritto dai soliti azzeccafamiglie?
Avere voglia di condividere con altri il piacere di un figlio che ha appena iniziato a crescere, di una bimba che fa i suoi primi sorrisi, di un neonato che piange per parlare: in fondo, si tratta di cose legittime, comprensibili. Le abbiamo sempre fatte, anche da genitori, e anche prima della rivoluzione tecnologica.
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FOTO DEI FIGLI SUI SOCIAL
Ma qui non è in discussione il piacere di una foto da condividere con altri, qui parliamo di responsabilità, a partire da quella dei genitori e degli adulti. La Rete non è un salotto di famiglia, con mamma, papà, figli, nonni e nipoti. È una gigantesca lavatrice dove gira di tutto, anche le cose più orribili per i bambini privi di qualsiasi protezione di fronte allo sfrenato narcisismo dei genitori. Fermare l’onda, fermare la macchina e le sue scorie, non è materia da decidere e codificare in un tribunale: sono frammenti naturali della nostra coscienza, che nella febbre delle foto sui social possiamo anche, involontariamente, smarrire. Non ha senso, non serve a nulla ed a nessuno, imbottire il web delle immagini più private di queste creature innocenti, vittime di una sorta di sacrificio digitale collettivo. Non ha logica, non esprime davvero sentimenti o amore, ma solo autoreferenzialità. E per capirlo, ci basta il cervello, il cuore e la ragione, non la sentenza di un giudice.
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FOTO DEI BAMBINI SUI SOCIAL
Un blogger molto famoso, da padre aveva la passione di mettere sui social le foto dei suoi piccoli bambini mentre facevano i primi usi del vasino. Sapete dove sono finite queste foto? Appena ritoccate, e con parole che neanche oso riferire, sono state sbattute, come il mostro in prima pagina di un tempo, in un sito illegale di pedofili. E da quel momento sono entrate in un altro circuito, non certo quello dell’amore familiare e dei cuori di mamma, ma dei tanti orchi che sono in agguato. Pronti a infilarsi nelle maglie delle nostre vite iperconnesse, altro spreco di tempo, di salute, di energie, e talvolta davvero sconnesse. Dalla realtà.
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