Forni collettivi: dove il pane si autoproduce

Sono diffusi in tutta Italia, specie nei piccoli comuni. Una tradizione che risale agli anni Cinquanta tornata di moda

forni collettivi in italia

FORNI COLLETTIVI

L’esperienza del forno collettivo, dove si condivide un’artigianale preparazione del pane, e anche di pizze e biscotti, risale all’Italia in bianco e nero del dopoguerra e degli Anni Cinquanta. Si entrava in questi profumati locali comunitari, dove si trovava un forno a disposizione di tutte le famiglie, e si pagavano 6 lire per cuocere un chilo di pane e 30 lire per cuocere la focaccia semplice. Qualcuno chiedeva perfino di cuocere nel forno a legna i maccheroni in tegame, e pagava 40 lire. Tutto stando insieme, condividendo giudizi, sapori, e ricette.

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La moda dei forni condivisi sta tornando, anche sotto nuove forme, come quelle di locali molto attrezzati per coprire pranzi, cene e aperitivi. Come nel caso del forno collettivo inaugurato a Milano, in via Lecco, da Davide Martelli e Alessandro Longhin, già titolari di alcune piccole distillerie con il marchio Botinacal Club. Nel locale di via Lecco è possibile, due volte alla settimana, rifornirsi di pane cotto al momento, auto-prodotto, in modo naturale, senza i soliti contenitori di plastica o le solite buste che poi finiscono nei cestini dell’immondizia. Ma, come racconta il sito inNaturale, i forni collettivi stanno crescendo in tutta Italia.

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Ecco i più importanti, regione per regione:

  • VALLE D’AOSTA

Saint Denis

Il piccolo comune di circa 380 abitanti è famoso per la presenza sul suo territorio di diversi forni collettivi e la “Sagra del gran forno” in programma, ogni anno, a gennaio, in località La Plau: un’ottima occasione per riscoprire questa tradizione secolare. La preparazione del pane inizia la mattina presto con la realizzazione dell’impasto: si scalda il forno e si infornano le pagnotte su lunghe assi di legno. E dopo la cottura del pane, per concludere in bellezza, in serata si infornano le pizze.

E sono tanti anche i forni collettivi diffusi tra Gressoney e le località vicine.

E in Valle D’Aosta, trovate i forni condivisi anche a Messelod, nel centro di Vieu dove l’antico forno in pietra è stato da poco restaurato e nella frazione di Artaz.

  • TRENTINO ALTO ADIGE

A Canova di Gardolo in provincia di Trento, presso il Centro aperto La Casetta di via Avisio 2, è possibile impastare e far cuocere il pane ma anche le pizze e i biscotti autoprodotti, nel forno sociale Migola.

  • PIEMONTE

Nella fiabesca frazione di Tappia, vicino a Villadossola in provincia di Verbano-Cusio-Ossola, in alcune occasioni, potete usufruire di un antico e suggestivo forno in cui cuocere il pane.

Anche Ostana, in provincia di Cuneo, borgo d’altri tempi tra i più belli d’Italia, e le sue frazioni, tutte da scoprire, si caratterizzano per la presenza di forni collettivi tra cui il Forno a La Ruà creato nel 1920.

Gli altri forni collettivi si trovano a Tetto Caresmin, a Monte Alpet e a Genola dove viene riattivato soprattutto in occasione delle feste.

A Oulx, in Alta Val di Susa, il forno collettivo i trova invece in piazza Mistral.

  • LOMBARDIA

Oltre al Forno Collettivo di via Lecco 15, a pochi chilometri da Milano, nel comune di Cornaredo, trovate anche il Forno di Cascina Croce dove si insegna anche come preparare il pane.

A Rozzano il forno di Cascina S. Alberto dove per la preparazione delle pagnotte si predilige l’utilizzo di prodotti locali.

A Monte, una frazione del comune di Berzo Demo, in media Val Camonica, in provincia di Brescia, non perdete la possibilità di usufruire del Furan dal pà di via Santi Frazione, un forno collettivo acquistato dal Comune.

A Castello (SO) vi è invece il forno a legna collettivo gestito dall’Associazione “I Castelàa” dove potrete assaporare anche il pane di castagne e fichi.

  • EMILIA ROMAGNA

Cominciamo da Bologna dove, in via Casaglia 37, presso la serra dei 300 scalini, trovate il forno collettivo in cui infornare il pane fatto in casa e condividere tecniche e conoscenze. L’obiettivo del Forno è anche quello di dar vita ad una comunità in grado di portare avanti la tradizione.

A Reggio Emilia, il punto di riferimento per la cottura del pane autoprodotto è il centro sociale Casa Bettola di via Martiri della Bettola 6. Ogni sabato alle 16 ci si scambiano farine e lieviti e si cuoce il pane tutti insieme: un’ottima occasione anche per stringere nuove amicizie.

A Ravenna, non esitate a sperimentare il Forno di Spartaco situato presso le ex scuole materne di via Chiavica Romea.

E a Cerignale, in provincia di Piacenza, luogo simbolo della Alta Val Trebbia caratterizzato da case in pietra, vecchi mulini molto caratteristici e sorgenti d’acqua, il forno comunale si trova proprio nella piazza principale del paese.

  • TOSCANA

A Colle Val d’Elsa, in piazza Bartolomeo Scala 11, trovate il Forno collettivo gestito dalla Biosteria Sbarbacipolla.

  • ABRUZZO

A Pescomaggiore, in provincia de L’Aquila, piccolo borgo simbolo di tradizioni antiche, luoghi e sapori autentici, il forno collettivo restaurato viene adoperato nel corso della Festa del Pane, un momento importante che coinvolge tantissime persone.

Nei piccoli borghi italiani, i forni collettivi rappresentano da sempre un punto di ritrovo importante per la comunità: tra questi vi sono anche quelli di Villa Sant’Angelo, un paesino di epoca medioevale, e di Tussillo.

  • LAZIO

Nella Capitale, nel quartiere Garbatella, tra gli scorci caratteristici di una Roma dove il tempo sembra essersi fermato, in via Magnaghi 14, dal 2013 c’è il forno popolare Casetta rossa realizzato grazie all’iniziativa del Collettivo di Casetta Rossa e del Collettivo P.A.N.E.

  • PUGLIA

Nel centro di Andria c’è il forno comunitario gestito dalla cooperativa Sant’Agostino.

A Bari, in via Padre Pio, trovate invece il forno sociale Campagneros, il primo forno comunitario della città.

  • CALABRIA

A Canolo, un borgo dove il pane è davvero speciale grazie all’ottima segale coltivata alle pendici dell’Aspromonte, un luogo in cui vi sono le condizioni climatiche fondamentali per la produzione del cereale, sono presenti ben sei forni comunali in cui le famiglie, soprattutto durante il fine settimana, si dedicano alla produzione del pane “jermano” dal colore dorato e dalla crosta friabile.

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