Salvare “il bosco che suona”: la raccolta fondi per recuperare gli abeti rossi della Foresta Stradivari, distrutti dal maltempo

In Val di Fiemme esiste un luogo incantato fatto di abeti, larici e mirtilli: è il bosco che suona, quello in cui il Maestro Stradivari andava a scegliere i tronchi per i suoi pregiatissimi violini. A fine ottobre è stata semidistrutta dal maltempo, mettendo a rischio un intero ecosistema e il comparto dell'arte liutaria. Chi ama la musica e la natura deve salvarla

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FORESTA STRADIVARI

Lo chiamano Il Bosco che Suona, ed è una meravigliosa foresta in Val di Fiemme, nel Parco Naturale Panaveggio, un luogo incantato pieno di abeti rossi in cui, leggenda narra, Stradivari stesso andava a scegliere i tronchi per i suoi violini perfetti. Suonandoli con un martello per testarne il legno.

Il Maestro Stradivari, liutaio d’eccezione, costruttore di alcuni tra i violini più pregiati al mondo, che rasentano la perfezione, era solito passeggiare in questo bosco fatto di abeti rossi, abeti bianchi, larici e pini, col sottobosco zeppo di mirtilli. Qui sceglieva solo gli abeti che sarebbero diventati casse armoniche dei suoi violini: sono alberi plurisecolari dal legno dotato grande capacità di risonanza. E’ un legno molto elastico, che permette di trasmettere meglio il suono, e ii suoi canali linfatici agiscono come minuscole canne d’organo.

La Foresta Stradivari, dunque, è un luogo dal fascino particolare per chiunque ami la musica classica e la magia della creazione artigiana: alcuni gioielli dell’arte liutaria italiana sono di valore inestimabile,esposti nel Museo del Violino di Cremona, e non a tutti è concesso conoscere i segreti dei tronchi del bosco che suona.

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Sono pochi ed esperti, infatti, i boscaioli che sono in grado di capire se il legno suona prima di tagliarlo. Uno di loro è Fabio Ognibeni, che da trent’anni gira in Val di Fiemme, per scegliere gli alberi che un giorno diventeranno violini, violoncelli, ma anche arpe, tavole armoniche di pianoforti, clavicembali.

A fine ottobre la magia si è spezzata: il terribile maltempo che si è abbattuto sul Trentino Alto-Adige ha spazzato via alberi in un numero impressionante: la stessa quantità di dieci anni di abbattimenti programmati. Abeti secolari di 150 e 200 anni buttati via dalla potenza di una natura impazzita. 700 mila metri cubi di legname pregiatissimo ormai inutilizzabile, quando la media di consumo annuo è di 90mila. Un disastro che non ha un impatto immediato, ma di cui si vedranno gli effetti a partire dal 2020: attualmente i boscaioli-liutai stanno lavorando legni di magazzino, ma gli alberi che possono essere utilizzati per gli strumenti musicali sono in media (dice l’esperto) due o tre ogni mille. E con una foresta semidistrutta, violini e strumenti musicali sono in pericolo.

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Ognibeni, imprenditore-artigiano, non si rassegna ancora al fatto che i suoi alberi, gli alberi in cui passeggia da quando era poco più che adolescente, siano stati distrutti dalla tempesta “Vaia”, venti di 200 chilometri orari, e che i suoi figli non potranno più vederli. Per questo, con  la sua “Ciresa” azienda che da decenni produce tavole armoniche per gli strumenti musicali di tutto il mondo, ha lanciato una campagna Crowdfunding per salvare il pregiato legno Stradivari.

Salvare la foresta che suona non è solo un gesto romantico, ma il tentativo di ripristinare un ecosistema fragile quasi completamente distrutto e una risorsa economica che ha creato indotto e lavoro.

Insieme all’Autorità Forestale, ha deciso di non restare fermo e tentare in ogni modo di salvare gli abeti di risonanza, con tronchi perfetti dalla fibra sottile e dritta, circa 1300 /1500 metri cubi di legno pregiato, che rappresentano il quadruplo del fabbisogno annuale delle aziende liutaie.

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IL BOSCO CHE SUONA

La raccolta fondi ha carattere di urgenza, perché, come spiega lo stesso Ognibeni, se il legno rimane in tronchi a terra, con il caldo estivo deperirà e verrà attaccato da muffe e parassiti, rendendolo inutilizzabile allo scopo. Trattandosi di legno pregiato e dal costo quasi doppio rispetto al legname tradizionale, è una sfida gigantesca per una piccola impresa artigiana, e dunque l’operazione di crowdfunding “Salviamo il legno di Stradivari” con la quale chiedono a liutai e clienti della Ciresa, o privati cittadini e semplici sostenitori, sensibili ai temi della Musica e della Natura, di dare un anticipo in denaro sugli acquisti futuri, o un contributo a fronte di una lettera di impegno di restituzione.

Tutti coloro che aderiranno a questo crowdfunding riceveranno oltre alla lettera di impegno, una tavoletta di legno di risonanza sagomata a violino, con inciso il proprio nome, a simbolo e conferma dell’impegno personale per salvare il “legno della Musica”.

La modalità di versamento è tramite bonifico bancario, e sul sito ciresafiemme.it è possibile trovare  il numero di adesioni e la quantità di alberi salvati, dati aggiornati quasi in tempo reale.

(Immagine di copertina e a corredo del testo tratte dal sito ciresafiemme.it)

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