Diritto al gioco: a Bologna i condomini non possono vietarlo ai bambini

Una delibera del comune emiliano che apre una nuova strada per non sprecare il diritto al gioco di bambini e adolescenti. Purché sia tutelato anche il diritto al riposo

diritto al gioco
Vietato vietare. Il comune di Bologna è la prima amministrazione in Italia che, con tanto di delibera approvata in Consiglio, garantisce ai bambini e agli adolescenti il diritto a giocare nei cortili, nei giardini all’aperto, negli spazi condominiali condivisi all’esterno di un palazzo.

DIRITTO AL GIOCO

Una decisione giusta, in quanto in Italia, a proposito di spazi condivisi e bambini, siamo diventati il Paese dei divieti. Non giocare a pallone. Non alzare la voce. Vietato fare attività ludiche. Con questa decisione, invece, si inverte la rotta: il gioco e le attività ricreative rappresentano un diritto, tra l’altro riconosciuto dalla Convenzione dell’Onu sui diritti per la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, che non può essere compresso in modo burocratico e meccanico. Salvo sprecare una condizione essenziale per la crescita dei bambini.

IMPORTANZA DEL GIOCO PER I BAMBINI

Tutto ok, dunque? Tutti liberi di fare ciò che vogliamo nei nostri condomini? Alt. La stessa delibera comunale di Bologna esclude dal divieto di vietare le fasce orarie dedicate alla quiete e al riposo, stabilite con una delibera dall’assemblea condominiale. Ma prescindiamo dalla rigidità’  della norma, costruita in modo logico, e andiamo alla sostanza di questo limite, utilizzando una delle categorie alle quali più siamo  affezionati su questo sito: il buon senso. Chi potrebbe accettare bambini  che giocano a pallone in un cortile condominiale nelle ore notturne, mentre altri dormono? A chi potrebbe saltare in mente di fare un giuoco di squadra, con un gruppo di adolescenti, mentre gli abitanti del palazzo stanno riposando?

I BAMBINI POSSONO GIOCARE NEI CONDOMINI

In questo caso non c’è da scomodare l’aula di un Consiglio comunale, basta semplicemente tenere presente che esiste un diritto al riposo da garantire esattamente come il diritto al gioco. Due diritti potenzialmente in conflitto, ma facili da conciliare quando quando scatta la voglia di condividere gli spazi, anche esterni, della vita condominiale. E qui viene il difficile. Qui entrano in gioco i nostri stili di vita più che qualsiasi norma locale e nazionale. La capacità di riuscire a stare insieme, rispettandosi a vicenda.
L’Italia condominiale, come spesso accade nel nostro Paese, ha due volti in proposito. Da un lato siamo il Paese dello spreco in costose e lunghe liti condominiali (tra le quali rientrano anche quelle per i rumori provocati dai giochi dei bambini) , e dall’altro versante abbiamo migliaia di condomini dove riusciamo a condividere non solo gli spazi, ma anche alcuni servizi, dalla badante alla donna che si prende cura dei bambini quando le mamme vanno a lavorare. Dovremmo riuscire a ridurre a una ristretta minoranza l’Italia dei litigi, facendo crescere quella della condivisione, specie in condominio. Come dovremmo imitare i piccoli comuni italiani che hanno preso provvedimenti importanti per consentire ai bambini di giocare in strada in totale sicurezza. Il gioco, per loro, è crescita, e per noi è la garanzia che stiamo facendo un buon lavoro per il loro futuro.
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