
COME RICONOSCERE UN AMORE MALATO –
La prima sconfitta delle donne di fronte alla violenza degli uomini, che sconfina fino all’orrore del femminicidio, è l’incapacità di riconoscere il germe della violenza dal primo momento e tollerare, magari prima uno schiaffo, poi due, poi tanti: fino al limite in cui qualsiasi reazione diventa inutile perché diventa troppo tardi. Ma si può riconoscere in tempo un amore malato? Si può accettare l’idea, anche a fronte di un amore enorme, di avere sbagliato persona, ovvero uomo? Si può, e in diversi casi si deve. Anche se questo sacrifica una delle parti migliori delle donne, capaci di gesti di generosità e di altruismo che nessun uomo al mondo, salvo rare eccezioni, sarebbe capace di fare.
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COME CAPIRE SE UNA RELAZIONE È SBAGLIATA –
La storia di Ylenia Grazia Bonavera, la ragazza siciliana di 22 anni, gettata a terra, cosparsa di benzina e bruciata (fino a rischiare la vita) dall’ex fidanzato Alessio Mantineo, che perdona l’uomo perfino dopo ssere finita a un passo, a un millimetro, dalla morte più assurda, non è un caso isolato. E questa chimica di sentimenti e di inerzia, di amore e di omertà, di voglia di vita e di autocondanna alla morte, è molto presente nella lunga e aberrante sequenza di violenze e di omicidi (134 solo nel 2016) di donne italiane e straniere. Ylenia, nonostante tutto, nonostante il comportamento da assassino del suo ex fidanzato, nonostante traumi e ferite che non supererà mai più nel corso di una vita che poteva anche perdere del tutto, nonostante tutto ciò continua, con incredibile autolesionismo, a difendere, a proteggere il suo amore malato, il suo incontro sentimentale sbagliato. E riesce a farlo anche con arroganza, fredda arroganza, negando ciò che è evidente a tutti, a partire dagli inquirenti, ovviamente. «Non è stato lui» dice piangendo.
COME CAPIRE CHE È LA PERSONA SBAGLIATA –
Per carità: non chiedetemi una spiegazione razionale o anche sentimentale di questo comportamento. Se non altro per pudore e per rispetto, non oso avvicinarmi al mondo dei sentimenti di Ylenia, non riesco neanche per un attimo a pensare come, oggi, nel suo vocabolario ci possano essere, nei confronti dell’ex fidanzato, verbi come giustificare, perdonare, sminuire. Rimuovere.
Piuttosto, ho una certezza che riaffiora ad ogni gesto di violenza maschile nei confronti delle donne, e tanto più in un caso tanto sconcertante anche sul piano delle reazioni: le donne hanno bisogno di aiuto. Tanto aiuto. Da parte di ciascuna di loro rispetto a sè stessa, da parte delle altre donne, da parte degli uomini. Solo una catena di amore vero, e non malato, e solo un aiuto fatto di umiltà rispetto al mistero dell’amore ma anche di fermezza rispetto al crimine di un uomo che arriva ad incendiare una donna sapendo così di ucciderla, può davvero aiutare le donne, una, cento e mille, a uscire dalla trappola della loro generosità genetica. Qualcosa che, senza freni e senza lucidità, può significare anche la premessa di un tragico suicidio.
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