Carne rossa, la bomba arriva dall’America. Il suo consumo aumenta la mortalità del 26 per cento

La ricerca sul campo è stata realizzata dal National Cancer Insititute in sei stati americani e ha coinvolto un campione enorme di popolazione: oltre 500mila persone, in età tra i 50 e i 71 anni. Le malattie più a rischio? Cancro, diabete e infarto

CARNI ROSSA CANCEROGENA –

La carne rossa prende un duro colpo da una ricerca, pubblicata sul British Medical Journal, in base alla quale il suo consumo viene classificato come un elemento che aumenta la mortalità. Non c’è bisogno di scivolare nell’allarmismo, o nel panico da “carne rossa”: in realtà alcuni rischi sono già molto noti, e non a caso questo tipo di alimento viene consigliato comunque a dosi non eccessive se non del tutto sconsigliato. Il fatto nuovo riguarda l’ampiezza e la profondità della ricerca, condotta da alcuni scienziati del National Cancer Institute, in ben sei stati americani e in due grandi città come Detroit e Atlanta. Parliamo, infatti, di un campione di oltre 500mila cittadini, tra i 50 e 71 anni di età, che sono stati tenuti sotto osservazione per 15 anni. Durante questo arco di tempo, 123.574 di loro sono scomparsi, con una mortalità maschile doppia rispetto a quella femminile: e il consumo di carne rossa è stato associato così a un aumento del 26 per cento della mortalità. Per malattie come il tumore, il diabete, le varie patologie cardio-vascolari.

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CARNE ROSSA FA MALE –

Già in passato, l’International Agency for research on Cancer (che fa parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità) aveva lanciato il suo allarme: carni rosse troppo lavorate, come wurstel e insaccati, appartengono al gruppo 1 in quanto a pericolosità cancerogena. È lo stesso livello, per capirci, che riguarda il fumo, il benzene e l’amianto. E i tumori che vengono considerati così più probabili sono tutti difficili da curare, come quelli del colon-retto, del pancreas e della prostata.

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CARNI LAVORATE: POSSONO PROVOCARE IL CANCRO –

Gli scienziati hanno anche individuato la molecola scatenante degli effetti a rischio: si tratta di uno zucchero chiamato Neu5Gc assente nel corpo dell’uomo ma ben presente nei mammiferi che mangiamo. Che cosa accade? La molecola entra nell’organismo e produce una forma di infiammazione cronica che può degenerare nel cancro. D’altra parte già altri scienziati, come nel caso dell’italiano Umberto Veronesi, ci avevano avvertito che con un consumo eccessivo di carne rossa le probabilità di tumori al seno, al colon-retto, alla prostata e al pancreas, aumentano del 30 per cento. E 50 grammi di bacon, esattamente due fettine, aumentano i rischi del 18 per cento.

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QUANTE VOLTE MANGIARE CARNE –

Ma sono gli stessi scienziati a raccomandare di non esagerare con le paure. Anche perché la carne contiene proteine, vitamina B, ferro e zinco che invece servono al nostro organismo. Tutta la partita si gioca su due piani. Il primo riguarda i modi di lavorazione: quanto più gli insaccati sono lavorati con additivi, tanto più diventano pericolosi. Il secondo piano è invece quello delle quantità: chi vuole continuare a mangiare carne rossa, può continuare a farlo. Purché non esageri: non più di due volte a settimana. Ed è proprio Kurt Straif, capo del team di ricercatori dell’Agenzia che fa capo all’Organizzazione mondiale della sanità, a tracciare il confine corretto: «I rischi diventano alti quando si esagera nei consumi di carne rossa».

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