In alcuni casi il gesto semplice e necessario di aprire le finestre per cambiare l’aria nelle stanze può essere una scelta poco consigliabile. Per la temperatura esterna (il caldo eccessivo porta aria bollente in casa), per l’umidità, per la posizione della casa (vicino a fonti di cattivi odori o, peggio, di sostanze nocive), per l’inquinamento esterno (le finestre affacciano su strade molto trafficate durante il giorno). Che fare? Vediamo da vicino le migliori soluzioni, a partire da quelle più sostenibili.
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Le piante
C’è chi le sceglie per arredare, ma molte piante da interno sono molto più che decorative. Alcune specie, come la sansevieria, continuano a produrre ossigeno anche di notte, rendendola perfetta per la camera da letto. Lo spathiphyllum e il pothos sono eccellenti per assorbire formaldeide e benzene, due inquinanti domestici comuni. La zamioculcas, che vive bene anche in poca luce, aiuta a mantenere stabile il livello di umidità. Il ficus benjamina filtra agenti come xilene e toluene, mentre la dracena è efficace contro tricloroetilene e altre sostanze tossiche. L’areca, infine, è uno dei migliori umidificatori naturali, capace di migliorare l’aria soprattutto in ambienti secchi. Ma perché siano davvero efficaci, serve posizionare le piante in casa con criterio: vicino a fonti di luce naturale, mai troppo esposte al sole diretto, e lontano da correnti d’aria o fonti di calore.
I tessuti che catturano le polveri sottili
Si parla sempre di purificatori, ma quasi mai dei materiali che ci circondano. Eppure tappeti, tende, divani, insomma tutto ciò che resta a contatto con l’aria per ore, può influire sulla qualità dell’ambiente interno. Alcuni tessuti moderni, come poliestere trattato, lino tecnico, microfibra fotocatalitica e velluto antimicrobico, progettati anche per uso domestico, sono trattati con sostanze che catturano formaldeide e polveri sottili. Le tende diventano barriere attive, i copridivani riducono l’accumulo elettrostatico e certi rivestimenti aiutano a mantenere l’aria più asciutta. Non sono soluzioni rivoluzionarie, né bisogna stare troppo dietro al marketing che spinge le vendite di questi prodotti, ma in alcune stanze possono fare la differenza.
Il carbone attivo
Soluzione economica, silenziosa, invisibile, il carbone attivo, che una volta si usava per filtrare l’acqua nei pozzi o nei serbatoi, oggi torna utile in tanti ambiti, dalla cosmetica all’utilizzo negli spazi chiusi. Basta inserirlo in sacchetti traspiranti e sistemarlo dove serve:
- negli armadi (contro muffe e odori)
- in bagno, specialmente in angoli umidi
- dietro ai mobili vicini a pareti esposte o fredde
Non consuma energia, non va collegato a nulla, non emette suoni. E quando si esaurisce, si cambia. Discreto ma affidabile.
Ionizzatori domestici
Gli ionizzatori d’aria rilasciano ioni negativi che si legano a particelle sospese (polveri, allergeni, persino batteri), facendole cadere. L’aria sembra subito più “pulita”. Ma non è tutto oro ciò che luccica. Alcuni modelli economici, purtroppo, producono ozono in quantità fastidiose. E se non si fa attenzione alle certificazioni, si rischia di trasformare la soluzione in un problema. In spazi piccoli, ben scelti e ben gestiti, funzionano. Ma non si possono lasciare lì a lavorare “a caso”. Per usarli in sicurezza serve scegliere modelli certificati, limitarne l’uso nel tempo e abbinarli sempre a buona ventilazione e pulizia regolare.
Profumazioni naturali
Forse non purificano davvero, ma alcune pratiche tradizionali migliorano la sensazione di freschezza. Gli oli essenziali, se usati con cautela, possono aiutare, soprattutto in momenti di relax o dopo aver cucinato.
Tra le essenze più usate:
- limone e eucalipto (effetto tonificante)
- lavanda e tea tree (con qualità calmanti e antibatteriche)
- menta piperita (ottima contro i cattivi odori)
Chi ama rituali più “sensoriali” può provare anche resine naturali come il copale o il palo santo, bruciati con moderazione.
Filtri da finestra
Quando all’esterno delle finestre dilagano lo smog e le polveri sottili, può valere la pena, consultando un tecnico competente per non sprecare soldi con acquisti inutili, installare barriere sottili da applicare agli infissi. Queste lasciano passare aria e luce ma trattengono però buona parte del particolato. Non richiedono interventi invasivi e non alterano l’estetica della casa. Nei paesi nordici vengono considerati quasi uno standard. Anche in Italia sono ormai sono abbastanza richiesti.
Profumatori chimici
C’è chi, appena avverte un odore sgradevole, corre a spruzzare profumo nell’aria. Ma i diffusori chimici spesso peggiorano la qualità dell’ambiente, rilasciando composti organici volatili (VOC) che irritano le vie respiratorie. Meglio evitarli o scegliere solo prodotti certificati, formulati senza sostanze tossiche. E comunque, si dovrebbe sempre agire sulla causa dell’odore, non sul suo “mascheramento”.
Ecco qualche consiglio utile:
-
- scegliere profumatori naturali (con ingredienti tracciabili)
- evitare l’uso continuativo, soprattutto di notte
- arieggiare quando possibile per eliminare il problema alla radice
Profumare non è purificare. E in molti casi, l’aria più pulita è quella che non ha odore. La qualità dell’aria in casa non dipende solo da quante volte si aprono le finestre, ma da una serie di scelte consapevoli e continue.
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Foto Copertina di Chris F via Pexels
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