Perché il bus gratuito è una buona idea

I casi in Italia, e la proposta sul tavolo dell'amministrazione comunale di New York. I vantaggi ambientali si sommano all'obiettivo di contrastare il carovita

Come viaggiare in autobus a prezzi super scontati
Zohran Mamdani ha soltanto 34 anni, è nato in Uganda, si è trasferito da bambino a New York,
la città che intende governare, da sindaco, con un programma molto chiaro, fatto di 15 punti, tutti dettagliati, tra i quali spicca una proposta rivoluzionaria per una metropoli nata e cresciuta sul mito del “non dormire mai” (per fare business): bus pubblici gratuiti. Per tutti.
In realtà l’autobus gratuito non è un’invenzione di Mandami, e anche in Italia sono in corso esperimenti di questo genere molto interessanti: a Ravenna,su una linea frequentatissima  dai pendolari che dalla periferia si recano in centro per lavorare, e viceversa; in Piemonte, dove il bus è free  per gli studenti sotto i 26 anni, e in altre piccole cittadine. Per non parlare di casi più eclatanti, a livello europeo, come la Svizzera, o anche la Germania e l’Austria,dove sono previste tariffe bassissime per i bus pubblici, e la Spagna dove invece il governo ha deciso mettere a costo zero alcune importanti linee ferroviarie frequentate da studenti e lavoratori pendolari.
 Il bus pubblico gratuito, dunque, non è una soluzione da amministratore “comunista” (questa è una delle più sciocche obiezioni fatte a Mandami), nè un’utopia qualunquista, irrealizzabile e inutile in un’epoca dove le carte le danno “lor signori”, protagonisti e comparse del Mercato (da non confondere con i mercati cittadini). 
Si tratta piuttosto di una proposta molto concreta, fattibile (ovviamente con modalità da stabilire caso per caso: Palermo è una città diversa da Milano), che tiene conto e mette insieme diversi obiettivi sostenibili, se per Sostenibilità intendiamo quella scolpita nei 17 goal dell’Onu, che toccano temi sociali e ambientali allo stesso tempo, in perfetta sincronia.
Con il bus pubblico gratuito circolano meno auto e meno veleni, l’inquinamento è destinato a diminuire in modo automatico. L’aria è più pulita, e la mobilità sostenibilesi ancora a un’idea che non è la falsificazione e la speculazione dei finti mezzi green, come il pericoloso, costoso e devastante monopattino in sharing.
Ma c’è un elemento più importante, diciamo anche decisivo, a favore di questa scelta, che oggi sembra quasi una boutade, ma noi siamo sicuri che nel tempo farà molta strada, specie se decolla a New York, metropoli che, per definizione e codice genetico, detta sempre una linea negli stili di vita che poi diventano globali. L’elemento decisivo riguarda il carovita, uno dei problemi più seri per la maggioranza della popolazione mondiale, un virus che rende la vita insostenibile (altro che sostenibile…) a tanta, troppa gente.
 E poiché non è sempre facile aumentare stipendi, salari, pensioni e difendere il potere d’acquisto delle persone che non hanno patrimoni o rendite, allora serve una politica creativa, aggiornata, moderna, che guarda al futuro, senza steccati ideologici o derive populiste. Il bus pubblico gratuito è questo: uno strumento quotidiano per ridurre il costo della vita in tante famiglie. Basti pensare, per restare a New York,che un cittadino su cinque nella metropoli americana, dove in teoria ci dovrebbero essere la “società aperta” e “le opportunità per tutti”, non può permettersi il ticket dell’autobus.
L’ultimo scoglio è sintetizzato da una domanda, assolutamente ragionevole e legittima: Chi paga il conto?  Nel caso di New York, Mandani è stato preciso anche in questo calcolo, nella sua proposta, che così è diventata decisamente più credibile. Il bus gratuito per tutti nella Grande Mela costa, tra mancati introiti e qualche spesa ad hoc, circa 800 milioni di dollari all’anno. Soldi che il giovane emigrato dall’Uganda conta di recuperare aumentando di appena il 2 per cento le tasse a chi guadagna più di 1 milione di dollari netti all’anno, e un leggero aumento dell’imposizione fiscale alle grandi aziende in utile (corportae tax). Vi sembrano decisioni  così ingiuste e complicate? Che cosa c’è di scandaloso e controproducente in una proposta che sembra solo lo svolgimento di un tema intitolato Buonsenso e visione per amministrare le nostre città? E proprio in America, non sono gli stessi super-ricchi (da Bill Gates a Warren Buffet) a ricordare che le tasse sulle loro attività e sui loro patrimoni sono scandalosamente basse?
In italia, poi, il bus pubblico gratuito non dovrebbe rappresentare un danno enorme per le amministrazioni locali. Innanzitutto perché i ricavi dei biglietti valgono tra il 25 e il 30 per cento dei costi di gestione, quindi gli eventuali mancati introiti non rappresenterebbero una voragine per i bilanci delle società e non dovrebbe essere troppo complicato per le amministrazioni comunali individuare la fonte di queste risorse (a Ravenna il costo del bus free è stato compreso nel bilancio delle spese per ammodernare la rete del trasporto locale).
Piuttosto gli autobus free per i cittadini, magari con una gradualità per fasce e per zone, potrebbero diventare luoghi ideali per generose sponsorizzazioni e campagne di marketing. sarebbero soldi ben spesi, e non sprecati, da parte delle aziende, come quelli, per esempio destinati a al recupero dei monumenti e alla loro salvaguardia ( in tempi recenti, solo epr fare un esempio, il gruppo Tod’s della famiglia Dell valle ha donato 25 milioni per il restauro del colosseo). In secondo luogo, in tante grandi città gli autobus a pagamento sono gestiti da società sempre sull’orlo del fallimento (pensiamo a Roma, Napoli, Palermo, ma lista è infinita), e gli italiani nella loro versione dilagante di portoghesi, abituati troppo spesso a non pagare il biglietto e a farla franca, di fatto hanno già anticipato il progetto di Mandami. Con il fai-da-te, croce e delizia di un popolo creativo quanto refrattario a qualsiasi regola. Anche quella di un biglietto dell’autobus che a questo punto tanto vale rendere gratuito per tutti.

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