Quando ci inventiamo le cose urgenti e trascuriamo quelle davvero importanti

Sprechiamo tempo, energia, salute. E perdiamo il senso della priorità delle cose, rischiando di ignorare quello che conta davvero nella nostra vita

Quando ci inventiamo le cose urgenti e trascuriamo quelle davvero importanti

Tra le cose sulle quali la nostra creatività non si è mai appassita, e anzi ha trovato un nuovo tono grazie all’uso compulsivo di qualsiasi protesi elettronica, ci sono le false urgenze. Se collegate l’espressione ai Pronto soccorso intasati dalle mamme che hanno il bambino con la febbre alta come Madre Natura ha deciso da secoli e secoli, e dai papà che avvertono uno strano dolore al petto e hanno semplicemente mangiato troppa mozzarella, allora avete l’immagine da neorealismo cinematografico di ciò che produce dentro e fuori  ciascuno di noi la falsa urgenza, ovvero il vivere una situazione come se fosse grave, al punto da richiedere un intervento immediato: disordine, stress, ansia. Una somma di sprechi che investono il tempo, la salute, i rapporti umani, fino a peggiorare in modo significativo la qualità della vita. E un danno a scapito dell’urgenza vera, che purtroppo nella vita dobbiamo considerare come il giorno del compleanno, una data che arriva sempre.

Vi  siete mai chiesti che cosa distingue una falsa urgenza da una cosa davvero importante? La domanda non è banale, in quanto nell’era della fretta, del tempo scandito con l’orologio “dell’ora e subito”, dell’eterno presente nel quale siamo tutti imprigionati,  di quella frenesia compulsiva che ormai ha preso il sopravvento nei nostri comportamenti, il cervello tende a trascinarci verso una doppia trappola. In pratica: non avere tempo, o non trovarlo, per cose importanti che non appaiono urgenti; affannarsi, al contrario, per ciò che ci sembra urgente, e in realtà non merita tutti i nostri sforzi. Proviamo a fare un esempio pratico, semplice, che si riferisce alla vita quotidiana. Lo spazio nella nostra giornata che dedichiamo ai nostri affetti più cari, la famiglia, gli amici, le persone delle quali ci prendiamo cura, è importante. Ma quasi mai appare urgente. Con il rischio che, mentre ci sforziamo su affanni banali (“devo correre a comprare … prima finisca” oppure “scusa, ma questa è una telefonata alla quale devo rispondere”), trascuriamo gli amori della nostra esistenza. Mentre conversiamo amabilmente in occasioni sempre più rare e sfilacciate, sprecando il piacere assoluto, anche in termini di relazioni umane, della conversazione, con la relazione che sottintende, arriva il messaggino più inutile del solito, ma comunque la nostra risposta ormai è standardizzata tanto che neanche la pronunciamo per scusarci con l’interlocutore, e ci basta pensarla: “E’ una cosa urgente, devo rispondere”. Magari ci stanno chiedendo se sappiamo quanto tempo deve cuocere una nuova qualità di pasta.

Il cervello, se non utilizziamo qualche contromisura, ci porta verso l’inganno, e preferisce andare alla ricerca di ricompense immediate. Altro esempio. Una lettura completa delle nostre mail inbox, con le lettere elettroniche ancora inevase (la media è di decine-centinaia al giorno..), ci spinge a considerare urgente la lettura della posta elettronica, ma con questo trascuriamo altre cose davvero importanti. Come una camminata all’aria aperta con la testa che gironzola in libertà. O con qualcuno che non vedevamo da tempo. Peggio ancora, spinti a gomitate da questa falsa urgenza delle risposte alle mail rinunciamo a qualche ora di sonno, ovvero alla prima medicina nella vita dell’uomo, secondo l’antica lezione della Scuola medica salernitana (Alto Medioevo).

Gli americani, che in quanto a stili di vita studiano tutto e poi, quando scoprono le cose migliori da fare,  le eseguono esattamente al contrario, hanno completato gli studi più approfonditi su questa sorta di effetto ottico, la confusione tra l’urgente e l’importante, arrivando a teorizzare aspetti da tenere ben presente se vogliamo goderci una vita più leggera e dunque più sostenibile. E la leggerezza, autentica virtù dell’essere umano che sa stare al mondo, significa anche banalmente sprecare tempo quando ne vale la pena, lasciarsi andare, rimuovendo qualsiasi forma di (falsa) urgenza in agguato, dietro l’angolo della nostra testolina talvolta molto confusa e poco lucida. Specie se pensiamo di aver capito tutto, e non consideriamo utile farci sfiorare da qualche dubbio. Sono gli studi scientifici, e non quelli inventati dall’Intelligenza artificiale quando trucca le carte che ci avvertono di alcuni effetti collaterali delle false urgenze che diventano una regola esistenziale: stress continuo, perdita di senso della realtà, decisioni sbagliate perché prese di fretta, difficoltà relazionali, burnout sul lavoro e coppie che scoppiano nella vita privata.

Restando nell’emisfero americano, il presidente numero 34 degli Stati Uniti, Dwight Eisenhower, fornito di buona intelligenza e di ottimo metodo di lavoro, teorizzò, a proposito di false urgenze, quello che poi è diventato “lo schema di Eisenhower“. Si può riassumere così: ciò che è importante raramente è urgente e ciò che è urgente raramente è importante. Già se fate una classificazione dei vostri comportamenti alla luce di questo schema sarete in grado di compiere un passo avanti verso l’uscita dalla trappola dell’inganno di cose urgenti che in realtà non lo sono. Aggiungete che le ricerche di grandi università americane hanno dimostrato in modo univoco che, in generale, tendiamo a dedicarci a compiti più urgenti, anche se poco rilevanti, per il fatto che diventa più facile portarli a termine. Una cosa importante, al contrario, è per sua natura più complessa, ha bisogno di approfondimento e di tempo. Ovvero di strumenti di una cassetta degli attrezzi che non abbiamo molta voglia di utilizzare.

In generale, solo per accennare a qualche semplice, e persino banale, consiglio pratico  per uscire dall’illusione ottica dell’equazione urgente=importante, potete fidarvi di alcune essenziali azioni. E di qualche pensiero preliminare. Primo: l’urgenza, in generale, non è mai il modo migliore per occupare il proprio tempo. Spesso si tratta di un impulso, e per questo l’urgenza va concentrata nel perimetro, ben limitato, di compiti e decisioni importanti che hanno bisogno di un’attenzione immediata. Il resto può attendere. O può essere pianificato, con gradualità e con metodo, nei tempi giusti e necessari per portarlo a compimento.

In secondo luogo, la differenza tra urgente e importante si coglie al volo, e senza sforzo, grazie al discernimento delle cose. Tutti abbiamo la possibilità, magari respirando e riflettendo prima di agire, di capire bene quando stiamo dando assoluta priorità a qualcosa che non lo merita. Sprecando risorse, appunto. Terzo: imparate a delegare, cosa necessaria, specie quando gli impegni, le scadenze e le responsabilità sono tante, perfino troppe. Si possono così affidare ad altri, per esempio, cose che devono essere realizzate subito, ma non fanno parte dei nostri obiettivi principali. In quarto luogo, e qui siamo specificamente nel raggio d’azione e di interesse della nostra comunità Non sprecare, cercate di eliminare gli sprechi di tempo. Cose inutili, senza alcun significato, che sottraggono energie e possono solo peggiorare umore e condizione fisica. Fatele fuori e liberatevene. Infine, aggiungete dosi massicce, nella vostra vita, di leggerezza, ironia, morbidezza. Di fronte a piccole cose, definiamole “piccoli incidenti di percorso”, nel corso di un’intera esistenza, che accadono e vi spingono ad affrontarli con urgenza, prendete il vostro tempo, distaccatevi un attimo dal contingente, dall’immediato. E vedrete che molte cose brutte sfumeranno, e voi sarete fuori dall’inganno di chi non riesce a distinguere l’urgente dall’importante. Un errore piuttosto velenoso per le tossine che produce.

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