Dubbio: la strada che porta alla verità

Non cedere alla tentazione delle proprie certezze, e riflettere prima di agire. Il dubbio ci aiuta anche ad avere un senso del limite, a non sentirci onnipotenti e infallibili

IMPORTANZA DEL DUBBIO

Il dubbio ci spaventa. Abituati come siamo, anche per effetto della semplificazione del linguaggio, ad ascoltare persone che sparano sentenze, abbiamo smarrito la ricchezza dell’interrogarsi, anche nel modo più profondo. In principio fu Socrate. Ma poi sono arrivati Cartesio, Kant, Sant’Agostino e Giacomo Leopardi: tutti affascinati dall’arte del dubbio. Scriveva Leopardi nello Zibaldone: “Piccolissimo è quello spirito che non è capace o è difficile al dubbio“. E mai come in questo momento storico, nel quale siamo bombardati dalle informazioni e da fragili certezze, il dubbio, come metodo di ricerca e strumento di conoscenza, torna di grande utilità.

DUBITARE

Ritorniamo a dubitare. Ad interrogarci con noi stessi quando siamo troppo convinti di essere dalla parte della verità, e non riusciamo ad ascoltare le ragioni degli altri. “Io sono fatto così, e non cambio idea…“: quante volte avete sentito questa frase? Bene: non è un segno di intelligenza, semmai una prova di debolezza. Perché dubitare è innanzitutto un gesto di forza, di autorevolezza del nostro pensiero.

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L’IMPORTANZA DI IMPARARE AD ASCOLTARE

«Noi seminiamo il dubbio, proprio nella ricerca della verità, poi spetta a te trasformarlo in una certezza…» mi dicevano: i primi a insegnarmi l’importanza del dubbio, e la necessità di coltivarlo, sono stati i gesuiti. E molti anni dopo ho letto queste parole di Joseph Ratzinger nel suo libro Introduzione al cristianesimo, che mi hanno confermato la validità dell’insegnamento dei gesuiti: «Tanto il credente quanto l’incredulo, ognuno a modo suo, condividono dubbio e fede, sempre che non cerchino di sfuggire a se stessi e alla verità della loro esistenza».

Ma come si coltiva il dubbio? Innanzitutto imparando ad ascoltare se stessi e gli altri, non negando il confronto, anche con opinioni molto diverse, e riflettendo prima di agire. Insomma, sconfiggendo quella forma di autismo che ognuno di noi porta dentro. Poi, non confondendo il dubbio con l’ignoranza o con la stupidità. «Il molto sapere porta l’occasione in più per dubitare» scriveva Montaigne. Dunque, è la conoscenza, il tentativo di spostarla sempre in avanti, che ci porta a dubitare come segno della nostra vitalità. E se qualcuno vi dice “io non posso cambiare idea, sono fatto così”, iniziate a diffidare delle sue certezze.

IL VALORE DEL DUBBIO

Il dubbio ci aiuta ad avere un senso del limite, a non considerarci né infallibili onnipotenti. A essere uomini, con tutte le relative debolezze, anche se con le nostre forze. «E ciò aiuta ad affrontare la vita e la sua complessità, mentre prendere decisioni in modo affrettato, senza avere sondato il terreno del dubbio, può portarci dritti sulla strada dell’errore irreversibile» spiega la psicologa Elisabetta Albieri. E qui va distinto il dubbio “sano” da quello “patologico”. Il primo è quello che trascina con sé una serie di domande prima di arrivare a una risposta soddisfacente; il secondo è nocivo perché si riduce ad un accavallarsi di continue domande alle quali non riusciamo a dare neanche una sola risposta convincente. Quindi, coltivate i dubbi, ma cercate di scegliere sempre quelli che vi portano avanti, scansando le domande infinite.

DUBITARE: FRASI CELEBRI

<Credere è monotono. Dubitare, invece, è profondamente appassionante>
                                                                                  Oscar Wilde
Detta così, come tutte le sentenze di Oscar Wilde, sembra una provocazione. Ma contiene una verità importante. Le persone che non dubitano mai, se ci fate caso, finiscono per diventare noiose, Non hanno nè slanci nè lampi. Sono incapaci di sorprendere. Chi dubita, al contrario, è fornito di una bella energia, e riesce anche a trasmetterla.
<Dubita che anche il vero sia bugiardo>
                                                                      William Shakespeare
Il confine tra vero e falso, talvolta, può essere molto sottile. Inafferrabile. Velato dal meccanismo della dissimulazione che può ingannare chiunque. Tranne chi riesce a esercitare  una ragionevole arte del dubbio, ponendosi qualche domanda, anche di fronte a ciò che appare evidente. E magari  non è assolutamente tale.
<Gli imbecilli sono sicuri di sé, mentre le persone intelligenti sono piene di dubbi>
                                                                                   Bertrand Russel
Anche in questo caso vale la verifica sul campo. Se osservate da vicino le persone sempre convinte delle proprie opinioni, incapaci di reggere qualsiasi confronto, non ne ricaverete la sensazione di trovarvi di fronte a una persona fornita di particolare intelligenza. Chi dubita, invece, non considera una debolezza questo esercizio del cervello e della ragione, e lo esprime in modo aperto, mostrando così la sua materia grigia all’opera.

CHI SONO STATI I FILOSOFI DEL DUBBIO?

Il dubbio ha affascinato grandi filosofi dell’antichità, come Platone e Socrate, che ne riconoscevano tutta la potenza creativa. Entrambi consideravano il dubitare come un passaggio del pensare, e quindi ritenevano ineludibile una tappa nei chiaroscuri del dubbio prima di arrivare alla verità. Una posizione che, molto più tardi, sarà ribadita da Sant’Agostino per il quale la fede non è mai una conquista fortuita, ma una ricerca che nasce appunto dal dubbio. Ma colui il quale viene definito come “il filosofo del dubbio” è Cartesio. E ovviamente il suo non era il dubbio dello scettico e del cinico, ma uno strumento per arrivare alla verità. Seguendo il percorso del pensiero, secondo il “cogito ergo sum”, penso dunque sono.

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