
ANSIA DA CELLULARE –
Hai la sensazione di sentire uno squillo. Un rumore inconfondibile del tuo cellulare o del tuo smartphone: qualcuno ti chiama, qualcuno ti cerca. E invece nulla, non c’è proprio nessuno che sta provando a mettersi in contatto con te. In America ormai la “ringxiety“, ovvero la sensazione di udire squilli che invece non esistono, è considerata una sindrome legata all’uso eccessivo della tecnologia che arriva perfino ad alterare le nostre percezioni psico-acustiche.
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RINGXIETY –
Il suono del cellulare è tra i 1.000 e i 6.00 hertz, una frequenza alla quale l’orecchio umano è molto sensibile: paragonabile, per fare un confronto, al pianto di un bambino. Dunque facilmente riconoscibile. Con queste frequenze vengono, di solito, prodotte le suonerie dei telefonini. E allora come mai si sente un suono che non è mai esistito? Perché, a forza di considerare il cellulare o lo smartphone una protesi del nostro corpo, diventiamo schiavi, prigionieri di un suono che, se non arriva, dobbiamo auto-produrre. Questa è l’ansia da cellulare.
Qualcosa di patologico, una sindrome, che si abbina ad altri tipi di ansia derivanti dall’uso compulsivo dei telefonini. Ecco in cosa consiste:
- L’ansia di non essere rintracciabile, di perdere i contatti, oppure di non riuscire a chiamare.
- L’ansia di trovare staccato il telefonino dell’interlocutore. E magari di diventare geloso.
- L’ansia di trovare libero, ma non ricevere risposta.
- L’ansia di averlo dimenticato in qualche luogo e di non essere così rintracciabile.
- L’ansia perché nessuno chiama.
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