
È proprio ufficiale: siamo in rosso e siamo anche campioni di sprechi. A lanciare l’allarme è il WWF: secondo l’associazione ambientalista, in Italia si consumano troppe risorse e lo stile di vita dell’italiano medio è insostenibile per l’ambiente. Il nostro Paese, stando ai dati raccolti dal Global Footprint Network, associazione che si occupa di calcolare l’impronta ecologica, è sul podio dei peggiori nella regione del Mediterraneo nel periodo che va dal 1961 al 2008. Non storia recente insomma. L’Italia è infatti il Paese ad aver toccato il punto maggiore di ‘debito ecologico’. Con il 23% si tratta di un record per la regione mediterranea. Seguono Spagna (17%), Francia (13%), Turchia (10%) ed Egitto (9%).
Ecco i parametri sui quai si basa l’indicatore dell’impronta ecologica: aree coltivate a scopi alimentari; uso delle risorse forestali (dall’uso per produrre combustibile alla polpa di carta e al legno); le aree costruite (per case, infrastrutture, industrie e trasporti); le aree di pesca; i terreni e vegetazione per il pascolo (destinati alla zootecnia); la quantità di superficie forestale necessaria per compensare le emissioni prodotte di carbonio. Il Wwf propone di correre ai ripari, ad esempio "affiancando una contabilità ecologica e sociale a quella economica e individuando nuovi indicatori di benessere e progresso", come dice Paolo Lombardi, direttore del Wwf Mediterraneo.