Semaglutide: il farmaco per diabetici che aiuta a dimagrire. Ma con molti effetti collaterali

Il più diffuso l'Ozempic: iniezioni costosissime e non prive di controindicazioni. Specie se viene usato per motivi diversi da quelli per i quali è nato

La chiamano “la puntura della magrezza”. Basta qualche iniezione di semaglutide, un farmaco molto noto da tempo per la terapia contro il diabete di tipo 2 a stella, e si possono perdere diversi chili. Da qui una vera corsa a questo medicinale, immortalato nelle copertine di testate internazionali come The Economist e New Yorker. In America, ma da qualche tempo anche in Italia.

SEMAGLUTIDE

Dal punto di vista scientifico, il semaglutide è un agonista del recettore del gip-1, un ormone prodotto dall’intestino che stimola la secrezione di insulina. Da qui il suo uso molto frequente, come farmaco iniettivo, nelle terapie contro il diabete di tipo 2.

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OZEMPIC E SAXENDA

Uno dei medicinali più usati, in formula iniettabile, contro il diabete, a base di semaglutide, è l’Ozempic. Le notizie sulle capacità di questo medicinale ai fini della perdita del peso lo hanno fatto scarseggiare ovunque, con un grave danno per i malati di diabete. Al punto che l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha pubblicato sul suo sito una Nota informativa per avvertire del rischio di esaurimento delle scorte.
 
L’altro farmaco è il Saxenda, anch’esso utilizzato dai diabetici. La differenza sostanziale tra i due farmaci è data dal principio attivo: il semaglutide nel caso dell’Ozempic; il liraglutide nel caso del Saxenda. Per il resto, i due farmaci appartengono alla stessa famiglia, si somministrano attraverso iniezioni, portano alla perdita di peso e contestualmente alla perdita di energia. Nel caso dell’Ozempic la riduzione del desiderio di cibo è più forte. Analoghe tutte le controindicazioni, compresa la caduta della pelle.

QUANTI CHILI SI PERDONO CON IL SEMAGLUTIDE?

La svolta di questo medicinale, ai fini della lotta all’obesità e al sovrappeso, arriva dopo il test su duemila persone obese pubblicato sul New England Journal of Medicine. Con risultati piuttosto clamorosi. Nessuna di queste persone, provenienti da 16 paesi di tutto il mondo, era già malata di diabete, e il loro problema riguardava soltanto l’obesità. La sperimentazione è andata avanti per sedici mesi e i medici hanno calcolato una perdita media di 15 chili di peso. E un paziente su tre ha visto calare i suoi chili del 20 per cento. Senza una dieta e tantomeno senza la chirurgia contro l’obesità che in Italia fanno, ogni anno, 25 mila persone.

DIMAGRIRE SENZA DIETA

Dimagrire senza dieta, e attraverso l’uso dei farmaci (tra l’altro spesso sconsigliato dai medici) finora non ha portato risultati della diminuzione del peso superiori al 10 per cento, e in casi poco frequenti. Qui siamo già al doppio, e nella media. Il risultato è che negli Stati Uniti soltanto nel 2022 il semaglutide è stato prescritto a quattro milioni di persone, e si può immaginare che cosa potrà accadere di fronte al fatto che si prevede, nel 2035, un abitante del pianeta su due colpito dall’obesità.

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COME SI SOMMINISTRA IL SEMAGLUTIDE

Il semaglutide si somministra attraverso delle iniezioni sottocutanee nell’adipe addominale. Non deve essere somministrato per via endovenosa o intramuscolare. La dose, in genere, è di 0,25 milligrammi a settimana, e dopo quattro settimane si può passare a 0,5 milligrammi. Ma mai andare oltre i 2 milligrammi a settimana.

SEMAGLUTIDE IN ITALIA

Anche in Italia il semaglutide inizia a essere un farmaco utilizzato per perdere peso, specie nei casi di obesità resistente, quella che non molla anche di fronte a interventi multidisciplinari. Dal nutrizionista, che indica la dieta, allo psicologo. In ogni caso, in Italia il semaglutide si può prendere soltanto attraverso la prescrizione di un diabetologo, e comunque i costi sono piuttosto alti. Intanto su siti molto autorevoli sul piano scientifico, come quello dell’ospedale Humanitas o della Fondazione Veronesi, il semaglutdine viene indicato come un’opzione per affrontare di petto l’obesità. Ed evitare innanzitutto interventi chirurgici.

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QUANTO COSTANO OZEMPIC E SAXENDA

In America il semaglutide costa, per un mese, tra i 900 e i 1.300 dollari. In Italia un tantino meno, ma comunque il costo è elevato, anche perché, per il momento, il brevetto di questo farmaco è monopolizzato da un’unica azienda farmaceutica, la danese Novo Noridsk. Ma anche su questo fronte non mancano le novità: diversi gruppi farmaceutici, da AstraZeneca a Pfezer, si stanno muovendo per molecole simili a quelle messe a punto da Novo Noridsk. E in futuro, una volta che i brevetti saranno scaduti, il semaglutide potrebbe diventare un farmaco come quelli a base di statine per abbassare il colesterolo. Un farmaco per tutti, prescrivibile attraverso il Sistema sanitario nazionale. O utilizzabile su larga scala nei paesi poveri dove l’obesità dilaga per la cattiva alimentazione. E non soltanto, come avviene oggi in America, per miliardari come Elon Musk (che ha confessato di usarlo regolarmente) e star di Hollywood.

QUANTO COSTANO IN ITALIA OZEMPIC E SAXENDA

Nonostante la totale scarsità in Italia di questi due medicinali, utilizzati per i diabetici e finiti al primo posto della lista delle diete-lampo a colpi di farmaci, i costi di Ozempic e Saxenda sono proibitivi. Una fiala di Ozempic costa 177 euro; le confezioni di Saxenda sono invece da una fiala (74 euro), tre fiale (210 euro) e cinque fiale (290 euro). Tenuto conto che si tratta di una terapia, quella per dimagrire, che prevede una fiala a settimana per alcuni mesi, e anche per più di un anno, potete fare i conti dei costi di questa speciale cura dimagrante. Con due aggravanti. Ozempic e Saxenda, utilizzati al di fuori delle prescrizioni per  le cure diabetologiche, non sono rimborsabili  da parte del Servizio Sanitario nazionale, e dunque non è previsto alcun contributo. In secondo luogo, entrambi i medicinali, una volta usati per dimagrire creano una sorta di dipendenza, e il costo diventa a vita.

CONTROINDICAZIONI SEMAGLUTIDE

A parte i costi, ci sono anche altre controindicazioni che inducono alla cautela rispetto all’uso del semaglutide. Troppo presto per conoscere gli effetti collaterali quando viene utilizzato come medicinale contro l’obesità: non esistono ancora studi completi su ciò che accade ai pazienti non diabetici che prendono regolarmente il semaglutide. Sicuramente si dimagrisce, e molto rapidamente, ma non c’è ancora una certezza che non si ritorni obesi dopo un lungo periodo si sospensione del farmaco. E anche in questo caso ci vorrà tempe per dare certezze scientifiche. Infine, mentre alcuni effetti del farmaco sono noti (come la diarrea, la nausea, il vomito e la stanchezza), ancora non si conosce nulla sulle interazioni con altri medicinali e sui rischi dell’uso del semaglutide in gravidanza e durante l’allattamento. Secondo medici esperti, come il professore Angelo Avogaro, presidente della Società italiana di diabetologia, il semaglutide utilizzato da parte di chi è,sano può portare a un dimagrimento eccessivo, con una perdita significativa della massa muscolare e con uno stravolgimento del metabolismo, che a lungo andare può generare serie alterazioni metaboliche. Non resta che concludere con due certezze: essere cauti e prendere qualsiasi decisione sempre e solo d’accordo con il medico.

A CHI NON DARE IL SEMAGLUTIDE

Il semaglutide non va sicuramente somministrato a bambini e adolescenti con meno di 18 anni di età: sicurezza ed efficacia del farmaco, per questa fascia di età, non sono ancora provate.

VIETATI I COCKTAIL DI MOLECOLE

Sempre a caccia affannosamente di nuovi prodotti, le persone in sovrappeso hanno scelto anche un’altra strada molto pericolosa: i cosiddetti cocktail dimagranti, con associazioni di molecole che vengono utilizzate per singoli problemi di salute. Dal 2015 il ministero della Salute ha messo al bando preparazioni galeniche a base di inibitori dell’ipofisi, ansiolitici, ipoglicemizzanti per il diabete, diuretici, antidepressivi e antiepilettici.

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