Sangue nei ghiacciai: allarme sulle Alpi

La nuova colorazione è dovuta al mutamento di colore di un'alga che dovrebbe proteggere il ghiaccio dai raggi ultravioletti. E invece lo aiuta a sciogliersi

SANGUE NEI GHIACCIAI
Un rosso intenso, come una macchia di sangue. È l’ultimo segnale che arriva dalla natura, e dal suo disagio, per quanto riguarda l’emergenza climatica vista e misurata ad alta quota. Sul versante delle Alpi francesi e italiane, dove da diverso tempo le temperature si sono alzate oltre la soglia del rischio tollerabile.

SANGUE NEI GHIACCIAI 

Il fenomeno è stato denunciato prima dai francesi, con la definizione sang de glacier, sangue di ghiaccio. E poi dagli italiani. Sono delle macchie che vanno dal rosa a una tonalità vivace di rosso, che ricordano appunto le tracce del sangue nella neve, indicatrici dei cambiamenti climatici. Il cambiamento dei colori, infatti, è dovuto a un’alga unicellulare che si trova proprio nella zona delle Alpi polari e alpine. L’alga, normalmente, è verde, ma quando il ghiaccio di scioglie, per esempio con l’arrivo della primavera, diventa rossastra, in quanto si ricopre di uno strato di pigmenti rossi per proteggersi dai raggi ultravioletti. È come se il ghiacciaio prendesse una crema solare naturale per evitare di essere danneggiato dai raggi solari.

IL GHIACCIO CHE SANGUINA

Il ghiaccio che sanguina è stato studiato da un gruppo di studiosi dell’università di Grenoble che poi hanno pubblicato i risultati della loro ricerca su Frontiers in Plant Science. L’anomalia, legata appunto all’emergenza climatica, è la seguente: assorbendo il calore dei raggi, e privi di una protezione naturale, i ghiacciai tendono a sciogliersi. Un fenomeno già registrato in Antartide, ma che adesso vediamo in funzione anche dalle parti delle nostre Alpi. Inoltre l’alga che ha mutato colore, sguarnendo la protezione del ghiacciaio, si nutre di anidride carbonica e la sua proliferazione indica un pericolo aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera.

I GHIACCIAI NEL MONDO

La ricerca francese dovrebbe essere copiata e applicata in buona parte dei 217.175 ghiacciai del mondo, e questo aiuterebbe a capire i danni e la portata del fenomeno. E se esistono condizioni che mutano nelle diverse aree geografiche. Intanto, per migliorare le condizioni di analisi dei ghiacciaia, l’università di Tolosa, con una ricerca molto dettagliata pubblicata su Nature, ha mappato per la prima volta tutti i ghiacciai del mondo, utilizzando i dati satellitari della Nasa.
La foto di copertina è tratta dalla pagina Wikipedia Sang de glacier.
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