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COME SI RISCALDANO IN SVEZIA E IN NORVEGIA
I paesi scandinavi sono da anni impegnati nella ricerca di soluzioni green ed efficaci per arginare il cambiamento climatico e raggiungere l’obiettivo zero emissioni di CO2 e gas serra nell’atmosfera. La tecnologia e l’innovazione nel settore delle fonti rinnovabili inoltre garantisce un importante autonomia sia alla Svezia sia alla Norvegia che hanno così un bisogno ridotto di importare gas naturale o materie prime dall’estero.
In un periodo storico come questo, dove l’Europa è fortemente legata alla Russia per soddisfare il fabbisogno energetico dei paesi membri, cresce l’esigenza nel trovare valide alternative all’interno della comunità stessa. Pertanto, il ruolo dei paesi scandinavi diventa chiave nelle politiche internazionali e nella ricerca di metodi alternativi per ottenere materie prime. Ma allora come si riscaldano in Svezia e in Norvegia e quali sono le rivoluzioni in campo energetico che permettono a queste due nazioni di trainare l’onda della transazione energetica?
POMPE DI CALORE
Svezia e Norvegia sono stati tra i primi paesi in Europa ad aver utilizzato le pompe di calore. Queste tecnologie green e innovative consentono di generare calore attraverso l’energia termica proveniente da fonti rinnovabili. In particolare da:
- aria,
- acqua,
- sottosuolo,
Queste inoltre possono essere di diversi tipi a seconda della fonte di cui usufruiscono. Ad esempio, la geotermica sfrutta i vapori e l’energia ricavata dal suolo per funzionare. L’aria-acqua invece usa l’aria esterna per immetterla nell’acqua dell’impianto. La pompa di calore acqua-acqua sfrutta le falde acquifere per generare energia. Mentre, la aria-aria consente di trasferire l’energia termica tra l’esterno e l’interno per riscaldare o raffreddare l’ambiente.
Oltre ad un impatto ridotto sull’ambiente, le pompe di calore consentono di riscaldare abbattendo i costi. Pertanto, questa soluzione alternativa ha permesso ai due paesi di sganciarsi dall’utilizzo di petrolio e gas naturale, anche se non ancora del tutto.
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TEGOLE IN VETRO
L’idea rivoluzionaria proviene dalla Svezia e nello specifico dalla Soltech Energy. Grazie a questo brevetto, i tetti delle abitazioni svedesi sono stati sostituiti e continuano ad essere sostituiti con tegole trasparenti. I sistemi di copertura in vetro sono installati su un telo di nylon nero. Mentre al di sotto, vengono fissate delle prese d’aria particolari.
La tecnologia funziona in questo modo: Grazie alla luce solare catturata dal telo di nylon, l’energia termica viene incanalata nell’impianto dell’acqua calda che così riesce a riscaldare l’acqua al suo interno. Inoltre, l’impianto dell’acqua calda viene collegato al sistema di riscaldamento, riducendo anche il consumo energetico per il riscaldamento domestico.
BIOMASSE
L’utilizzo delle biomasse in Norvegia e Svezia è in costante aumento e ad oggi già soddisfa una buona percentuale del fabbisogno energetico nazionale. Tuttavia, il paese che ne usufruisce di più è la Svezia che punta ad incrementarne il suo raggio d’azione per utilizzarlo anche in altri settori, come anche quello dei trasporti, dove è ancora strettamente dipendente dal petrolio.
ENERGIA IDROELETTRICA
I paesi nordici sono anche quelli che sfruttano di più l’energia idroelettrica. In particolare, la Norvegia ottiene la maggior parte dell’energia che produce dalle centrali idroelettriche e in minima parte dal vento. La Svezia, invece, nonostante la sua grande attenzione all’idroelettrico e al vento, si affida anche ad altre fonti di energia come il solare e il nucleare.
TRANSIZIONE ENERGETICA
Norvegia e Svezia non hanno sempre seguito questa linea verde, anzi in passato smog e inquinamento popolavano anche le loro città. Eppure, dalla fine del secolo scorso, l’impegno dimostrato nel voler voltare pagina non è passato in sordina. Piuttosto, ha dato il via a una vera rivoluzione a favore della promozione delle rinnovabili e dell’abbattimento delle emissioni nocive.
Ad oggi, le due nazioni fanno ancora affidamento su alcune fonti non rinnovabili, ma ciò riguarda solo una percentuale minima che entro il 2030 promettono di eliminare. Per questo, lo sforzo nel raggiungere l’obiettivo zero emissioni e nel guidare il mercato europeo verso una via più green ed ecosostenibile potrà consentire di produrre energia pulita, a costi ridotti e senza alcun bisogno per l’Europa di dover importare materie prime da paesi extracomunitari.
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