
DISABILI SENZA AGEVOLAZIONI
Come sempre, in Italia abbiamo bisogno di una tragedia per ricordarci quante persone, quanti uomini, donne e bambini, i soliti Ultimi, abbiamo dimenticato. Lasciandoli soli, abbandonandoli, mentre noi continuiamo a sguazzare nella melma dello spreco dei soldi pubblici che puntualmente mancano per chi ne ha davvero bisogno.
Loris Bertocco, invalido per un incidente d’auto da quando aveva 19 anni, ha scelto, a soli 59 anni, il suicidio assistito perché non reggeva più la sua sofferenza, e ha denunciato il totale abbandono, da parte dello Stato e degli enti locali, in cui si è venuto a trovare. Comunque la pensiamo, ciascuno di noi in compagnia della propria coscienza, sull’idea del diritto alla vita e del diritto alla morte (la nostra posizione, come Non sprecare, è chiara e la trovate qui), il dramma di Loris non ci può lasciare indifferenti e silenziosi, in attesa del prossimo disabile che non ce la fa e decide di morire. Partiamo da alcuni, essenziali numeri che spiegano tutto.
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DISABILI IN ITALIA
In Italia abbiamo 4 milioni di disabili gravi, non autosufficienti, che hanno bisogno di un’assistenza (non un robot, ma una persona in carne ed ossa) 24 ore su 24. A fronte di questa slavina sociale, non stiamo facendo altro, da anni, di arretrare come welfare, ovvero come aiuto e sostegno da parte del pubblico.
Il Censis ci ricorda che la nostra spesa pubblica pro-capite per i disabili è inferiore di oltre il 20 per cento rispetto alla media europea. Riusciamo a dare, con molta fatica, in alcuni casi, e con una serie di ostacoli burocratici da superare, un assegno (circa 500 euro) per l’accompagnamento e, di nuovo in alcuni casi, le pensioni di invalidità (circa 279 euro al mese di media). Ma solo una badante costa circa 1.000 euro al mese, e sommando i vari costi di assistenza, un disabile grave si traduce in una spesa di circa 3mila euro al mese per la sua famiglia.
Se lo Stato, e tantomeno i comuni e le regioni, non aiutano come dovrebbero, chi paga infatti il conto degli ultimi chiamati disabili? Noi, le famiglie, e innanzitutto, le solite generosissime e strizzate, dalla doppia famiglia, donne. Con il sostegno di alcuni pezzi del solito universo altruista del volontariato. Insomma: una supplenza a tutto campo.
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ESSERE DISABILI IN ITALIA
I caregiver, cioè le persone che aiutano i disabili (familiari o volontari) sono per il 90 per cento donne. Quindi allo spreco del denaro pubblico non destinato ad aiutare gli ultimi come pure dovrebbe e potrebbe, si somma l’ennesimo sgambetto alle donne. Svantaggiate sia in famiglia sia sul lavoro.
Le politiche sociali di qualsiasi governo, di qualsiasi amministrazione locale, non possono più ignorare i disabili, e fingere che il problema non esista, nascondendosi dietro le famiglie. Servono soldi, certo. E si devono trovare. Come nel caso della lotta alla povertà: abbiamo trovato finora, e il conto non è finito, decine di miliardi (ameno 60) per salvare le banche e non troviamo i soldi per le famiglie in povertà e per i disabili? Assurdo. Per quale motivo in disabili, in età lavorativa, non occupati sono il 18 per cento del totale in Francia e il 36 per cento, cioè il doppio, in Italia? Come è assurdo, ma qui il discorso si allarga anche alle nostre piccole furbizie di cittadini con scarso senso delle istituzioni, dello Stato, e quindi anche della spesa pubblica: ricordiamoci che ogni falso invalido, ogni furbetto che ruba su un sostegno che non gli spetta, sta bastonando loro, i disabili veri, e gli ultimi che in Italia facciamo sempre più fatica a vedere. Anche se aumentano.
STORIE DI DISABILI CHE SE LA CAVANO CON LE LORO FORZE. E GRAZIE A PERSONE GENEROSE:
- Superare la disabilità grazie agli amici: Amrik ha fatto la maturità con la voce dei compagni
- BiciclaAbile, il progetto che permette a dei ragazzi disabili di far rinascere le vecchie bici
- RaB, il caffè letterario di Milano che aiuta i disabili, li fa lavorare, e crea comunità
- La storia di Jia Haixia e Jia Wenqi, due amici disabili, e della loro lotta per la salvaguardia del pianeta
- Andrea Stella, lo skipper in sedia a rotelle che sta attraversando l’oceano (foto)