Le microplastiche sono piccole particelle di natura sintetica, presenti come ingredienti in una moltitudine di cosmetici. Al pari di tutte le tipologie di microplastiche, il loro utilizzo è molto discusso poiché è una delle principali cause di inquinamento per gli ecosistemi acquatici. Dopo aver usato un cosmetico che contiene microplastiche, basta infatti un semplice risciacquo per far sì che queste sostanze altamente inquinanti finiscano nel sistema fognario e, di qui, direttamente in mare. In compenso, individuare le microplastiche, anche in termini quantitativi, non è difficile.
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Che cosa cercare nelle etichette
Per individuare la presenza delle microplastiche nei cosmetici, dal tipo di microplastica alla relativa quantità, basta leggere bene l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), ovvero l’etichetta del prodotto. Queste sono le sostanze più comuni che segnalano la presenza di microplastiche:
Plastica solida
- Polyethylene (PE)
- Polypropylene (PP)
- Polyethylene Terephthalate (PET)
- Polymethyl Methacrylate (PMMA)
- Nylon-6, Nylon-12
- Acrylates Copolymer (AC)
- Acrylates Crosspolymer (ACS)
- Polyurethane (PU)
Altri polimeri sintetici non biodegradabili
- Polyquaternium
- Carbomer
- Dimethicone e altri siliconi come Cyclopentasiloxa
ne e Cyclohexasiloxane, ecc.)
Prodotti cosmetici senza plastica
Alcune certificazioni e marchi indicano l’assenza di microplastiche nei cosmetici. In particolare:
- Plastic Soup Foundation – “Zero Plastic Inside”
- COSMOS Organic
- NATRUE
- ECOCERT
Invece bisogna fare attenzione a non cadere in qualche tranello: le scritte “naturale” e “bio” non assicurano l’assenza di microplastiche.
Quanta microplastica contengono i cosmetici
Da una ricerca condotta su 672 prodotti dall’associazione ambientalista Greenpeace, e pubblicata online con il titolo Il trucco c’è ma non si vede, nel 79 per cento dei casi sono stati rintracciati elementi plastici, anche in abbondanza. Tra l’altro si tratta di cosmetici che non rientrano, con abili mosse commerciali, nelle categorie, molto ritratte, individuate dalla legge. Risultato: il 90 per cento dei mascara contiene plastica, ed a seguire ci sono rossetti e lucidalabbra (85 per cento), fondotinta (74 per cento) cipria (43 per cento). Sempre stando al rapporto di Greenpeace, il 38 per cento della plastica rintracciata in questi prodotti è classificabile come microplastica. Un solo scrub può infatti contenere oltre 360mila microsfere plastiche.
Microplastica nei cosmetici in vendita in Italia
Un’indagine sulla microplastica contenuta nei prodotti cosmetici in vendita in Italia, è stata realizzata dall’associazione MedSharks con il supporto tecnico del CNR ISMAC Biella, dell’Università del Salento e dell’Università degli Studi Roma Tre. Il lavoro si è concentrato sul polietilene (PE), che rappresenta il 94% delle microplastiche presenti nei prodotti cosmetici. L’analisi condotta su un prodotto che indicava il polietilene come principale ingrediente dopo l’acqua, ha evidenziato come in un flacone da 250 ml sarebbero stati riscontrabili ben 750.000 frammenti della sostanza, per un peso totale di 12 grammi. Cifre che appaiono davvero impressionati, se messe in rapporto con la quantità di prodotti cosmetici che si utilizzano ogni anno, e considerando che , in un solo giorno, una donna, in media, può utilizzare fino a otto cosmetici.
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