Piccolo mondo antico, pero’ fotovoltaico. La vecchia tegola d’argilla, impastata nelle fornaci dalle mani degli artigiani, non sara’ piu’ solo italicamente pittoresca ma trasformera’ il sole in energia elettrica. Buona e pulita. I tetti rimarranno belli, i borghi intatti, il patrimonio artistico salvo, il paesaggio autentico. L’idea e’ di un’azienda di Anagni, l’Area Industrie Ceramiche, che ha brevettato il suo progetto a livello internazionale. I coppi li fa lavorare in una bottega di Rovigo, materiali naturali e puri senza additivi, la forma e’ quella che conosciamo, l’aspetto lo stesso di sempre. l’anima ad essere diversa: dentro vengono inglobati moduli di pannelli fotovoltaici che trattengono i raggi e li restituiscono in corrente. Tetti che scottano, e che potrebbero rivoluzionare il concetto di costruzione e intervento urbanistico nelle aree di pregio storico.
Le multinazionali dell’energia, italiane ed estere, sono interessate. La tegola e’ una soluzione semplice che farebbe saltare molti ostacoli normativi: non piu’ corpi estranei ma integrati al panorama. Le ordinazioni sono gia’ partite (Francia, Grecia, Svizzera), in Toscana e Umbria ci sono gia’ case e ville che hanno fatto il salto. Un mercato in evoluzione, ma gia’ molto florido in Italia quello del fotovoltaico: le aziende coinvolte sono tra le poche che in questo periodo di crisi hanno utili piu’ che importanti. Secondo uno studio McKinsey il nostro paese insieme alla California e’ il piu’ vicino al raggiungimento della cosiddetta “grid parity”, cioe’ la parita’ di costo per l’utente tra energia prodotta da fonti tradizionali e quella prodotta da fotovoltaico. Tra il 2012 e il 2015 si prevede che da noi e sulla West Coast l’energia solare potra’ costare come quella tradizionale senza avere piu’ bisogno di incentivi statali.
Nel 2008 il giro d’affari dell’industria fotovoltaica italiana e’ stato di circa 800 milioni di euro con una crescita del 500% e, per il 2009, si prevede l’installazione di ulteriori 250 megawatt, con un fatturato di un miliardo e 250 milioni di euro. L’Italia, con una crescita stimata del 119% all’anno, e’ considerata un paese con grandi potenzialita’. Se non ci fossero alcune difficolta’: di allacciamento alla rete e di procedure amministrative, tra le quali i vincoli delle sovrintendenze artistiche. Ed e’ qui che arriva la tegola: non sfregia il panorama come un pannello, rispetta il contesto ambientale, recupera le competenze artigianali rinnovandole da dentro. Ogni pezzo riduce di circa 6,5 chilogrammi le emissioni di anidride carbonica: un tetto di misura media per il consumo di una famiglia (circa 3.000 kWh all’anno), costa 25 mila euro compresa l’installazione. Spesa compensata dal doppio risultato: oltre alla fonte energetica, uno ci guadagna anche un tetto. Manutenzione facile, si possono sostituire i pezzi danneggiati, oppure passare da una tipologia a un’altra (per esempio, da un pannello da 8 Wp ad uno da 12 Wp) e quando il tempo passa e il futuro arriva, sostituirli con modelli piu’ avanzati. Si potra’ comprare dall’artigiano, o dal produttore di energia: tegola di convergenza tra tradizione e futuro, argilla elettrica. Sting ci ha costruito il tetto della sua villa in Toscana, chissa’ se sotto la doccia (calda) canta O Sole mio