La plastica ci soffoca, dal mare al supermercato

La plastica ci soffoca, e la tendenza aumenta pericolosamente. L’università della California ha pubblicato sulla rivista Nature dati allarmanti su un fenomeno che, purtroppo, non tende a regredire, ma al contrario è in forte crescita. Nel 2012 sono state prodotte 280 milioni di tonnellate di plastica e di queste meno della metà sono state riciclate: […]

La plastica ci soffoca, e la tendenza aumenta pericolosamente. L’università della California ha pubblicato sulla rivista Nature dati allarmanti su un fenomeno che, purtroppo, non tende a regredire, ma al contrario è in forte crescita. Nel 2012 sono state prodotte 280 milioni di tonnellate di plastica e di queste meno della metà sono state riciclate: per il resto la plastica è finita nei mari, nei fiumi, nei terreni e nelle solite discariche. Continuando così, avvertono gli studiosi, entro il 2050 avremo una produzione di 33 miliardi di tonnellate di plastica, pari a una fila di camion che completa per 800 volte la circonferenza del Pianeta. Troppe, per avere una Terra sostenibile. Il fenomeno riguarda qualsiasi settore dei consumi: dalla grande distribuzione all’ortofrutta. Ed anche i confini geografici si sono allargati: i rifiuti di plastica sono raddoppiati, negli ultimi dieci anni, perfino al Polo Nord. E oggi nei fondali di questo lempo del Pianeta si nasconde la stessa quantità di immondizia della città di Lisbona. Eppure la tecnologia sta facendo progressi per offrire alternative alla plastica e per individuare nuovi materiali biodegradabili: ma ancora una volta è l’uomo, con i suoi comportamenti quotidiani, ad essere in ritardo più che la scienza.

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