Ridurre i rifiuti, preferire l’acqua del rubinetto, evitare gli acquisti compulsivi, utilizzare meno plastica, imparare il compostaggio: sono soltanto alcuni esempi di gesti semplici, che possiamo fare tutti, per dare un contributo concreto e utile all’ambiente, e quindi a noi stessi che ne facciamo parte.
La Giornata Mondiale dell’Ambiente (5 giugno) è una buona occasione per riflettere su questi aspetti. Senza lasciarsi trascinare dalla corrente dei luoghi comuni, del pensiero debole, del conformismo e del marketing. E scansando le apparenze, e gli inni (falsi) al mondo sostenibile: la realtà è che la crisi ambientale, strettamente legata a quella sociale, si è aggravata.
La sostenibilità è diventata persino una parola ostica, inquinata da un suo uso bugiardo, e dalla coincidenza di tre fattori, tutti purtroppo di segno negativo: le guerre (dall’Ucraina a Gaza) che portano morte, distruzione e aumenti delle spese militari (a scapito di quelle per lo sviluppo sostenibile); la pochezza delle classi dirigenti, in America come in Europa, prigioniere del loro presentismo e terrorizzate dal fatto che le scelte giuste in campo ambientale e sociale possono far perdere voti nel breve periodo; la pesantezza di un quadro economico nel quale gli stipendi e i salari sono fermi da troppo tempo, e il potere di acquisto delle famiglie è andato solo diminuendo negli ultimi anni. In compenso, ci sono le cose che possiamo fare tutti e ogni giorno. Per l’Ambiente, certo, ma anche per migliorare con leggerezza i nostri stili di vita.
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- Ridurre i rifiuti
- Sostituire la plastica
Viviamo in un mondo che soffoca nella plastica. Un numero per tutti: ogni minuto nel pianeta vengono acquistate 1 milione di bottiglie di plastica. Di ogni genere. Queste bottigliette poi, come rifiuti, finiscono a mare, nelle spiagge, o nelle pance degli animali, come la balena che abbiamo visto soffocata da 80 sacchetti di plastica. La plastica serve, ha una sua utilità, ma possiamo ridurne nettamente l’uso, sostituendola con altri materiali ed eliminando oggetti inutili, come le cannucce e i cotton fioc. Il nostro rapporto con la plastica ha gli stessi vizi di fondo del nostro rapporto, in generale, con i consumi.
- Evitare gli acquisti compulsivi
I consumi sono necessari, indispensabili, anche per la ripartenza dell’economia. Ma il consumo drogato, ispirato appunto alla logica dello spreco, è solo un modo per spingere artificialmente il motore del capitalismo, truccarlo. E alla fine, prima o poi, i nodi vengono al pettine, come abbiamo visto dal giorno dell’esplosione della Grande Crisi. Al contrario, il consumo moderato è più solido, costante, necessario. E produce frutti nel lungo periodo. È inutile avere guardaroba con un terzo di abiti che non utilizziamo, così come è assurdo che nelle case degli italiani ci siano, in media, 8 elettrodomestici inutilizzati. Piuttosto la nuova economia, dovrebbe spingerci a recuperare l’arte della manutenzione (che significa posti di lavoro) e la capacità, industriale e individuale, di riciclare gli oggetti, di dare loro sempre e comunque una seconda vita. Questa è l’economia circolare, un pezzo del nuovo modello di sviluppo che stiamo costruendo.
- Scegliere l’acqua del rubinetto
Ogni anno, ciascuno di noi consuma, in media, circa 220 litri di acqua potabile al giorno e allo stesso tempo 7 famiglie su 10 acquistano l’acqua in bottiglie di plastica. Scegliere di bere l’acqua del rubinetto permette non solo di ridurre notevolmente il numero di rifiuti ma anche di risparmiare sui costi della spesa.
- Meno documenti stampati
In ufficio, ma anche a casa, avete presente quanta carta sprechiamo ogni giorno utilizzando la stampante? Sono tantissimi i fogli non strettamente necessari che ogni giorno sprechiamo. Prima di procedere con la stampa, quindi, domandiamoci: mi serve davvero? Una buona abitudine che ci permette di ridurre il consumo di carta fino a 6 chilogrammi ogni anno.
- Leggere e regalare l’Enciclica laudato Sii
Festeggiate la Giornata mondiale dell’Ambiente regalandovi, e donando, l’enciclica più importante scritta da Papa Bergoglio durante il suo pontificato Laudato sì, Un testo bellissimo e completo, dedicato proprio ai temi di un’ecologia integrale, che poggia la sua leva sulle azioni quotidiane, sui piccoli gesti di ogni giorno. Già il titolo, Laudato sì, è indicativo, perché riprende il Cantico delle creature di San Francesco e dunque l’impegno che abbiamo di custodire il Creato. Ma l’uomo quando spreca, quando scarta in modo dissennato, cose e perfino persone, fa il contrario: distrugge e non conserva. Non sprecare significa anche questo: conquistare la responsabilità di una terra il cui futuro, e la sua qualità, dipendono innanzitutto da noi, dai nostri stili di vita e dai nostri consumi.
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