Furti di sabbia in Sardegna: chi li ferma?

Continua la spoliazione marina dell’isola. Le multe non bastano. Più efficaci i gruppi sui social e le campagne civiche. I ladri delle spiagge vanno fermati, in tutti i modi

furti di sabbia in italia

Innanzitutto sabbia, unica e rara. Ma anche tartarughe, stalattiti, ciottoli, conchiglie. Ogni anno, appena inizia l’estate e la Sardegna viene invasa dai vacanzieri, riparte uno dei più gravi sprechi che si consuma, da anni, nell’isola: il furto di oggetti sulla spiaggia. Difficilmente i furti vengono scoperti, nonostante l’impegno delle forze dell’ordine, e quando accade sorprendono per la quantità  dei beni sequestrati. Nel luglio del 2022, all’aeroporto di Alghero, un serbo e due spagnoli stavano provando a lasciare l’isola con un chilo e mezzo di conchiglie, sabbia e ciottoli nascosti nelle valigie. Sono stati fermati all’aeroporto e multati.

FURTI DI SABBIA IN SARDEGNA

Dagli aeroporti dell’isola, ogni giorno, non continuano che arrivare bollettini di ladri incastrati al controllo delle dogane. Ad Alghero due turisti volevano farla franca con una valigia colma di reperti raccolti sulla spiaggia, mentre a Olbia la comitiva è stata fermata in quanto trasportava una valigia di sabbia. E a Cagliari sono stati bloccati e multati in 11 per una sorta di rapina marina di gruppo. Qualche tempo fa, di fronte a questo scempio, ci fu anche un primo pentito, diventato poi testimonial della campagna “Io restituisco”.

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IL PENTITO DEI FURTI DI SABBIA

C’è anche il primo pentito, nonché primo testimonial di una campagna intitolata “Io restituisco”.  I furti di sabbia, un gigantesco spreco ai danni dell’ambiente, dei luoghi, e anche di chiunque frequenta una spiaggia, purtroppo non si fermano. Ma è molto cresciuta una sensibilità, da parte dell’opinione pubblica, che aiuta ad aprire gli occhi contro lo scempio.

Lorenzo Guredda, un signore cinquantenne, romano, quando era dodicenne si è reso protagonista di un peccato del tutto veniale se imputato a un bambino. Durante una vacanza, infatti, portò via della sabbia, poi conservata in un’ampolla, della meravigliosa e super protetta spiaggia di Is Arutas, in Sardegna, nella penisola di Oristano. Lorenzo, dopo quarant’anni, ha deciso di restituire la sua sabbia rubata proprio per dare un segnale che incentivi il tam tam contro un fenomeno diventato da tempo fuori controllo. Lo spreco, con furto, della sabbia.

FURTI DI SABBIA

Un fenomeno contro il quale bisogna davvero provarle tutte. In primis le multe. Lo scorso anno, ad esempio, uno degli autori di questo reato di massa, un inglese quarantenne, di origine napoletana, è stato fermato in aeroporto ed è stato sanzionato con mille euro di multa.

Le multe, però, non bastano. C’è bisogno di qualcosa che parta dal basso, dagli stessi cittadini. E diversi sindaci dell’isola hanno fatto molto bene ad assumere volontari, o anche persone da inquadrare nell’amministrazione, con lo specifico incarico di fermare, identificare e punire i ladri di sabbia.

Altra cosa utile è la campagna sull’opinione pubblica. I tedeschi che, specie durante l’estate, amano molto le spiagge italiane, sono al centro di una vera campagna di informazione contro i ladri di sabbia. Sui giornali appaiono appelli a non commettere questo reato, per il quale è prevista una multa fino a 3mila euro. E l’ambasciata tedesca in Italia ha fatto un appello a tutti i turisti che arrivano dalla Germania: non toccate la sabbia delle meravigliose spiagge della Sardegna e dell’Italia in generale. A muoversi, poi ci sono gli stessi cittadini della Sardegna, attraverso il tam tam sul web e con la costituzione di gruppi Facebook contro questi autentici delinquenti del mare.

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SARDEGNA RUBA E DEPREDATA

Chi fa da sé fa per tre. Devono aver preso ispirazione da questo proverbio gli addetti ai controlli dell’aeroporto di Elmas di Cagliari, che indignati dai continui ritrovamenti di sabbia e conchiglie nelle valigie di turisti senza scrupoli hanno deciso di creare, ormai qualche anno fa, una pagina Facebook per denunciare questo scempio. “Sardegna rubata e depredata”, questo il nome della community nata sul social network, è andata oltre ogni più rosea aspettativa riuscendo ad attirare le attenzioni della stampa internazionale, dall’inglese The Telegraph al tedesco Der Bild, che si è schierata convinta dalla parte dei sardi per sollecitare le Istituzioni a un giro di vite. Fino a questo momento, infatti, a poco sono serviti gli avvisi presenti in molte spiagge dell’isola e i controlli effettuati dalla polizia locale. Basti pensare che nel solo scalo cagliaritano (ci sono altri due aeroporti in Sardegna: Olbia e Alghero), ogni anno vengono sequestrate circa cinque tonnellate di sabbia.

SABBIA RUBATA IN SARDEGNA

Gli autori di “Sardegna rubata e depredata” avevano anche lanciato una petizione online, sottoscritta da più di 10 mila persone, per chiedere una legge regionale ad hoc per inasprire le pene e promuovere la sensibilizzazione sul tema. Iniziativa anche grazie alla quale dal 2017 chi porta via la preziosa sabbia rischia multe da 500 a 3000 euro. Prima però, per quanto riguarda i controlli in aeroporto, il massimo che i ladri rischiavano era una ramanzina e la conseguente figuraccia.

Il fenomeno, nonostante la legge, è tutt’altro che risolto per questa ragione è ancora fondamentale il senso civico dei cittadini. Spesso, infatti, sono proprio gli abitanti del luogo a intervenire invitando i vacanzieri più indisciplinati a tornare sui propri passi oppure segnalando gli episodi alle autorità (si può utilizzare il numero verde 1515 del Corpo Forestale).

FURTI DI SABBIA IN ITALIA

Depredare le bellezze naturali e artistiche per riportarsi a casa un souvenir a costo zero è un’abitudine drammaticamente in crescita. Dai sampietrini romani ai frammenti di Pompei le valigie dei vacanzieri troppo spesso si riempiono di una refurtiva che non possiamo permettere di farci sottrarre. Questo morbo, tra l’altro, non sembra conoscere confini: negli scali aeroportuali di molte isole caraibiche, ad esempio, sono stati istallati coral detector per individuare nelle valigie i preziosi frammenti che i turisti portano via dalle barriere coralline. Per tornare alla sabbia, il furto più noto degli ultimi anni è avvenuto in Giamaica dove a sparire è stata un’intera spiaggia. Molto spesso, infatti, i preziosi granuli vengono rubati per essere riutilizzati nell’industria edile o ancor peggio per essere ricollocati in esclusivi resort. Nel caso giamaicano del 2008, dei veri e propri criminali hanno sottratto centinaia di tonnellate di sabbia caricata su oltre 500 camion, trasformando una delle più belle spiagge dell’isola, Coral Spring, in una distesa amorfa e dimenticata. Dopo mesi di indagini la polizia non è riuscita a rintracciare nè la sabbia nè i malviventi.

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CAMPAGNA “PORTALA NEL CUORE”

Il titolo è molto efficace: evoca l’idea che, se si ama un luogo, non c’è bisogno di portarsi dietro qualche oggetto rubato dal suo ambiente naturale. Basta conservare quel luogo nel cuore. E così, contro i furti nelle spiagge e nel mare sardo, è nata la campagna “Portala nel cuore” che vede tre testimonial di origine sarda: la presentatrice televisiva Geppi Cucciari, il giocatore di basket Gigi Datome e l’attrice Caterina Murino. L’iniziativa è stata finanziata dalla Regione Sardegna e dall’Agenzia delle Dogane: speriamo che funzioni e non si sia solo uno spot per chi vi partecipa.

Le immagini sono tratte dalla pagina Facebook Sardegna rubata e depredata

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