Si chiama Internet delle cose, un computer in ogni oggetto della vita. Un modo per essere tutti schedati. E per pagare più cari i nostri acquisti

Elettrodomestici, auto, caldaie, spazzolini da denti: ovunque si allunga la manina di Internet. Senza che nessuno la fermi e la controlli. Così gli oggetti durano meno e la nostra privacy viene ridotta a zero

EFFETTI NEGATIVI DOMOTICA

EFFETTI NEGATIVI INTERNET DELLE COSE

Nel gergo del marketing, sempre immaginifico, si chiama Internet delle cose. Molto più banalmente e nella realtà, si tratta di mettere un computer dentro ogni cosa. Una casa con mille dispositivi “intelligenti”. Gli elettrodomestici, forniti della famosa scheda che di fatto ne riduce la vita: frigoriferi, lavatrici, tostapane, ferri da stiro, lavastoviglie. E ancora il computer e Internet avanzano nelle auto, nei giochi dei bambini, nei caschi per la moto come nelle caldaie e negli spazzolini da denti.

Questa corsa a fare diventare “intelligenti” i nostri oggetti di uso quotidiano presenta certo alcuni vantaggi. Se sei connesso, in casa puoi, per esempio, pianificare meglio i consumi energetici, e magari sprechi meno elettricità e gas e risparmi qualcosa in bolletta. Oppure, a forza di connessioni, le prestazioni della tua automobili miglioreranno.

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EFFETTI NEGATIVI DOMOTICA

Ma ammettiamo anche che ci siano questi vantaggi, sebbene poi bisognerebbe andare a esaminarli uno per uno, vogliamo parlare anche dei rischi, dei possibili sprechi, in un mondo dove Internet ficca il naso in tutte le cose?  La prima considerazione non riguarda un rischio, ma una certezza: la vita di questi oggetti “intelligenti” è di certo più breve rispetto a quando erano “stupidi”. Il passaggio a una tecnologia più sofisticata è stato così pagato a caro prezzo dai consumatori, e tutto attraverso la famosa scheda, quella che puntualmente il manutentore di turno ci dice che non conviene sostituire, visto l’altissimo costo. Conseguenza: bisogna comprare l’elettrodomestico nuovo.

L’Internet delle cose fa leva su prezzi sempre più alti, vite più brevi e accessori anche questi super intelligenti, almeno a parole. Amazon ha messo sul mercato un forno a microonde che risponde ai comandi vocali di Alexa, il suo assistente digitale. Il microchip, che collega il forno all’assistente, viene venduto separatamente, in modo da potere essere utilizzato con qualsiasi piccolo e grande elettrodomestico. In questo modo, Amazon ha messo sul mercato un nuovo prodotto con la potenzialità di grandi numeri. Stesso discorso per alcuni apparati digitali messi in commercio da Facebook e Google: guardi un video, e intanto puoi fare altre cose sotto la protezione di un piccolo computer che ti protegge.

USO ECCESSIVO DELLA TECNOLOGIA

Ma a parte i costi, molto più alti dei benefici, questo ennesimo salto tecnologico che sta portando a mettere un computer, e dunque Internet, in tutte le cose, ha un altro punto debole, che andrebbe ben approfondito. Si chiama sicurezza e privacy. Due cose da mettere insieme, in quanto entrano entrambe,  e per gli stessi motivi, nella zona d’ombra. Dan Coats, il direttore dei servizi di sicurezza americani, ha definito i dispositivi intelligenti, quindi l’Internet delle cose, una grande minaccia per la sicurezza nazionale, e l’Fbi ha avvisato tutti i genitori americani dei pericoli legati ai giocattoli connessi a Internet.

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Il passaggio all’Internet delle cose, di fatto, si traduce in un’ulteriore schedatura di tutti i consumatori, ergo di tutti i cittadini. Soltanto Google usa 57 indicatori per raccogliere i dati personali e, grazie alla nostra navigazione, è in grado di sapere chi siamo, che cosa leggiamo e mangiamo, per chi votiamo e quali sono i nostri gusti e le nostre opinioni. Tutto, in pratica, con la privacy che va a farsi benedire.

Al momento nessuno sta muovendo un dito per fermare la nuova deriva e in America l’unica cosa che si è vista, come proposta concreta, è stata l’idea di istituire una sorta di Agenzia federale, il National cyber office, che dovrebbe studiare e coordinare le risposte per contenere l’invadenza di Internet. Non facciamoci però troppe illusioni: nessuno ha interesse, in questo momento storico, a limitare lo strapotere della Big Five, le grandi società che mettono insieme tecnologia e finanza. E l’unico modo per proteggersi, l’unica arma di cui disponiamo, è l’uso della nostra testa. Del nostro libero pensiero

QUANDO L’USO DI INTERNET VA MODERATO

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