DIVIETO CIRCOLAZIONE AUTO A DIESEL
Questa volta ci siamo. I governi, le amministrazioni locali e le industrie automobilistiche di tutta Europa spingono nella stessa direzione: addio diesel e avanti con la nuova mobilità, sotto il segno dell’ibrido e dell’elettrico.
STOP AUTO A DIESEL A ROMA
Nelle stesse ore il tribunale federale di Lipsia ha autorizzato tutte le città tedesche a mettere al bando le vetture a gasolio per ridurre le emissioni inquinanti e la sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha annunciato lo stop alle auto diesel a Roma dal 2024. Decisioni che arrivano dopo analoghe scelte in Francia, in Spagna, in Olanda, Svezia, e in altri paesi europei. Nel frattempo grandi produttori, pensate alla Volkswagen, hanno stabilito di uscire dal diesel e di produrre solo auto «pulite» (i tedeschi vogliono diventati i primi al mondo, entro i prossimi cinque anni).
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AUTO A DIESEL VIETATE IN CENTRO A ROMA
Quali auto vedremo, allora, in circolazione nei prossimi anni? Come dicevo l’orizzonte di medio-lungo periodo è l’elettrica, nel breve continua l’avanzata dell’ibrida. In Francia queste due tecnologie valgono il 4,1 per cento delle immatricolazioni nell’ultimo anno, in Germania il 2,0 per cento, il Italia il 10 per cento, in Norvegia il 40 per cento degli automobilisti viaggia in auto elettriche.
I tempi dipenderanno anche da due fattori da tenere d’occhio. Le infrastrutture, cioè le colonnine elettriche per le ricariche, e il costo dell’auto elettrica destinato comunque ad abbassarsi per consentire a questo tipo di vetture di diventare un prodotto mass market. Sorprendentemente, su questi due aspetti per il momento è la Cina, e non l’Europa, a stare più avanti. Ecco perché nel 2017 su un milione di vetture ibride o elettriche vendute nel mondo 782mila hanno avuto una targa cinese. Un paese dove questo mercato è cresciuto del 56 per cento nel giro di appena 12 mesi.
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ALTERNATIVE ALLE AUTO A DIESEL
Tornando all’Italia, tra i produttori a correre ai ripari ci sta pensando la Fiat, che fino a qualche anno fa era molto scettica sull’auto elettrica, e alle colonnine non può che pensarci l’Enel che ha già presentato un piano di invasione militare delle stazioni di rifornimento: 7mila colonnine entro il 2020, 14mila entro il 2022.
Il boccino, per dare una spinta decisiva, alla nuova mobilità in Italia è comunque nelle mani del governo. Per favorire la nuova tecnologia non bastano certo le buone intenzioni, anche perentorie, dei sindaci, ma servono politiche di incentivazione per questo tipo di vetture. È sempre stato così nell’industria automobilistica. E servirà un sostegno forte per dotare l’Italia di una vera rete di stazioni di rifornimento elettriche, senza le quali questo tipo di vetture non potranno decollare sul mercato.
(Credits: DnDavis / Shutterstock.com)
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