Corchiano (VT) verso rifiuti zero | Non Sprecare
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Corchiano (VT) verso rifiuti zero

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Dopo aver introdotto nel mese di giugno dello scorso anno la buona pratica della raccolta dei rifiuti porta a porta, raggiungendo nel breve tempo importanti percentuali di differenziata (80-85%), avviato, sebbene in deroga alla normativa e in regime di sperimentazione, una “compostiera di comunità” per l’autogestione dell’umido organico e promosso tra le famiglie il compostaggio domestico, anche attraverso una forma incentivante che prevede dopo un anno la riduzione del 10% sulla tassa rifiuti, l’amministrazione comunale di Corchiano (VT) con la comunità ritiene che sia doveroso raggiungere un ulteriore ambizioso obiettivo: rifiuti zero.

Ebbene, nella seduta dell’ultimo consiglio comunale, che si è tenuta giovedì 18 novembre, è stata approvata la deliberazione con la quale Corchiano (VT) entra a far parte di quei Comuni il cui obiettivo è quello di ridurre, recuperare, riciclare e riutilizzare i materiali altrimenti destinati in discarica. Corchiano pertanto lancia la strategia cosiddetta Rifiuti Zero.

L’ideatore di questa strategia è Paul Connett, professore emerito di chimica ambientale presso l’Università St Lawrence di Canton, New York. Negli ultimi vent’anni si è occupato di rifiuti, con particolare riferimento ai rischi collegati all’incenerimento, studiando alternative più sostenibili. Le sue proposte sono molto semplici. Un esempio è l’estensione di responsabilità del produttore che costringe le imprese a ideare dei beni che siano completamente riciclabili. L’applicazione della strategia sta facendo registrare ottimi risultati in Australia, in Nuova Zelanda, in California, in particolare nella città di San Francisco, e nel Comune di Capannori (LU) e Colorno (PR).

Che cosa significa muovere concreti passi verso rifiuti zero? Innanzitutto bisogna organizzare la raccolta differenziata. La sua gestione non è un problema tecnologico, bensì organizzativo. Il valore aggiunto di una simile scelta risiede nel coinvolgimento e nella condivisione dei cittadini verso politiche e pratiche tese alla sostenibilità ambientale.

Il secondo passo prevede l’introduzione della raccolta spinta porta a porta, unico sistema in grado di raggiungere in breve tempo e su larga scala quote percentuali superiori al 70%. Allo stesso tempo, occorre realizzare un impianto di compostaggio, la nostra compostiera di comunità. Il quarto passo muove verso la realizzazione di piattaforme per il riciclaggio e il recupero dei materiali al fine di reinserirli nella filiera produttiva. E ancora, diffusione del compostaggio domestico, sostituzione delle stoviglie e delle bottiglie di plastica, fare uso dell’acqua del rubinetto, utilizzo dei pannolini lavabili, acquisto alla spina di latte, bevande, prodotti alimentari, detersivi e ricorso alla sporta in sostituzione dei sacchetti di plastica monouso per la spesa.

La sesta mossa per mettere in pratica la strategia contempla la realizzazione di centri per la riparazione, il riuso e la decostruzione di edifici, dove beni durevoli, infissi, mobili, sanitari, vestiti, elettrodomestici vengono riparati, riutilizzati e venduti. Ora, tenendo conto che questa tipologia di materiali rappresenta il 3% del totale degli scarti, i centri, come del resto dimostrano i casi americani e australiani, sono diventati un volano per l’occupazione e l’economia dei territori.

Bisogna tuttavia premiare il comportamento virtuoso dei cittadini, incoraggiandoli a fare acquisti più consapevoli. Come? Introducendo una tariffazione che faccia pagare le utenze sulla base della produzione dei rifiuti non riciclabili da raccogliere.

Dopo tutto questo, occorre un impianto di recupero e selezione dei rifiuti al fine di recuperare eventuali materiali sfuggiti alla raccolta differenziata e impedire che rifiuti tossici possano essere inviati nella discarica pubblica transitoria e stabilizzare la frazione organica residua.

Il penultimo passo prevede la chiusura del ciclo e l’analisi del residuo a valle della differenziata, il recupero, il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio con il fine di riprogettare gli oggetti a livello industriale, di estendere alle imprese la responsabilità del produttore, di promuovere le buone pratiche di acquisto, produzione e consumo.

Non rimane che raggiungere l’obiettivo: azzerare i rifiuti entro il 2020. Con la strategia Rifiuti Zero si è oltre il riciclaggio. Tuttavia senza raccolta porta a porta e compostaggio domestico non può esservi Rifiuti Zero, una strategia che diviene a sua volta un vasto percorso di sostenibilità e che permette di fare scelte responsabili a difesa del pianeta.

A tale proposito, sabato 20 e domenica 21 novembre si è svolto a Capannori il primo Seminario nazionale sui rifiuti e la promozione delle buone pratiche di sostenibilità ambientale. Tra i partecipanti, oltre al sindaco Giorgio del Ghingaro e all’assessore all’ambiente Alessio Ciacci di Capannori, il professor Paul Connett, il presidente dell’associazione dei Comuni virtuosi Gianluca Fioretti, il presidente della scuola di agraria del Parco di Monza Enzo Favoino, il presidente della cooperativa Erica Roberto Cavallo e, non da ultima, l’amministrazione comunale di Corchiano. E poi tanti cittadini, studenti, rappresentanti di associazioni e cooperative sociali dal Piemonte alla Sicilia.

Inoltre, il Seminario ha visto nascere la Rete italiana dei compostatori domestici, una associazione di enti territoriali e cittadini che hanno scelto di praticare, sostenere e promuovere il compostaggio domestico come strumento per l’autosmaltimento dei rifiuti organici e passo importante verso l’applicazione della strategia Rifiuti Zero.

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