Come coltivare gli asparagi

Nell’orto o anche in un semplice vaso. L’importante è che ci sia luce e una buona esposizione al sole. Parassiti e rimedi per evitarli

L’asparago è una pianta antichissima, coltivata nel Mediterraneo e in Asia minore già duemila anni fa. E i romani ne facevano un largo uso, tanto che sono stati ritrovati manuali di coltivazione dedicati a questa specie di erba che risalgono al 200 avanti Cristo. L’ “asparagus officinalis”, appartiene alla famiglia delle “Liliacee” e conta 220 tipologie diverse. Tra questi, solo alcuni sono commestibili. Di solito, si consumano i germogli più giovani della pianta, che possono presentarsi bianchi, oppure viola o verdi.

ASPARAGI

La Germania è la maggiore produttrice di asparagi in Europa. Nel mondo, invece, sono Cina, Messico e Perù a detenere il primato. Gli asparagi sono verdure molto delicate e devono essere lavorati quando sono ancora freschi. Contengono tante vitamine e fibre e sono poveri di calorie; dunque, oltre ad essere buonissimi, sono preziosi per la salute. Gli asparagi sono privi di colesterolo e hanno un bassissimo indice glicemico, perciò sono perfetti in qualsiasi tipo di dieta dimagrante; sono ottimi per chi soffre di diabete e ipertensione.

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COME COLTIVARE GLI ASPARAGI NELL’ORTO

Una pianta solida, che può reggere tutti i climi, anche se preferisce le esposizioni riparate e soleggiate. L’asparago, un’erbacea perenne, capace di crescere fino a 100-150 centimetri di fusto, ha steli robusti e un fogliame molto ramificato. La sua messa a dimora prevede che le radici siano piantate in solchi di venti centimetri di profondità e quaranta centimetri di larghezza, distanti gli uni dagli altri di circa 1,5 metri. Se si desidera coltivare gli asparagi in vaso, bisogna procurarsene uno capiente e avere a portata di mano anche della terra sabbiosa. I vasi vanno collocati nel terreno, non prima di aver praticato in quest’ultimo, dei buchi che abbiano 3 o 4 cm di profondità. Infine, nei vasi vanno piantati i semi da ricoprire con della terra soffice e nuova. I vasi devono ricevere la luce del sole, dunque vanno messi dove vi è luminosità e bisogna innaffiarli spesso, perché il terreno deve sempre essere umido. La stagione ideale per la coltivazione è il mese di marzo. Quando arriva l’autunno, le piantine cominciano a spuntare e si può rinvasarle. Gli asparagi vanno collocati in un terreno asciutto di modo che possano crescere bene; tra marzo e giugno saranno alt circa 8 o 10 cm. Gli asparagi piantati nel vaso, vanno raccolti solo dopo due anni, per permettere alle piante di rinforzarsi al meglio e assumere anche un sapore più gradevole.

TERRENO ED ESPOSIZIONE PER COLTIVARE GLI ASPARAGI

Se coltivati nell’orto, gli asparagi devono essere collocati in una parte di questo che sia destinato solo a loro e interrati sotto la superficie del terreno di almeno 15 mm e in file parallele distanti tra loro 40cm. Anche per la coltivazione nell’orto, il sole gioca un ruolo fondamentale, dato che questo ortaggio necessita di zone luminose, così come di un terreno sabbioso e drenante. L’asparago vuole un clima temperato e cresce bene in collina. Gli asparagi vanno coltivati in un terreno dove non siano stati messi, in precedenza, fagioli, carote, erba medica, barbabietole e patate, dato che si rischierebbe di provocare un’infezione denominata “rizoctoniosi”. Gli asparagi vanno messi nell’orto all’inizio della primavera o nei mesi autunnali, a cominciare dalla parte formata dalle gemme, dalla radice e dal rizoma. Questa parte va tutta interrata a 20 cm di profondità. Ogni anno bisogna concimare il terreno con un concime organico e irrigare tanto durante l’estate per evitare che la terra si asciughi troppo. Negli altri mesi dell’anno, invece, bisogna innaffiare al massimo due o tre volte alla settimana, nelle prime ore del mattino o alla sera. Non si innaffia dalla seconda settimana di marzo fino all’inizio di giugno. Gli asparagi producono i germogli quando la terra arriva a scaldarsi di circa dodici gradi. Quado i germogli sporgono di 9 cm, vanno colti con un coltellino, evitando di strapparli.

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MALATTIE DEGLI ASPARAGI E RIMEDI

Gli asparagi possono presentare varie specie di patologie che sono in grado di minare la normale crescita della pianta. Vediamo insieme quali sono le più frequenti.

  • Una delle patologie più recenti è il fungo “puccinia” che attacca tutta la pianta, a fine estate soprattutto. Si presenta con macchie gialle e con tipiche pustole polverulente rossicce, che sembrano ruggine. In autunno, il fungo sviluppa degli organelli che lo fanno sopravvivere anche in inverno.
  • Il “mal vinato” attacca le radici, i rizomi e i turioni, con macchie vola, un feltro rosso vinoso e una rete con corpiccioli sferoidali. La pianta finisce per ingiallire e seccarsi, mentre le parti infette si disfano. Questo fungo cresce in ambienti umidi e dunque, appena lo si nota, bisogna spiantare subito l’asparago e non ripiantarlo mai nella stessa posizione.
  • Il “fusarium” ingiallisce e fa morire l’asparago, attaccandone le radici, che marciscono. Presenta macchie brune/arancio e arrossamenti alla base della pianta e nei fasci vascolari interni. Il drenaggio del terreno favorisce l’eliminazione di questa patologia.
  • Quando i turioni presentano delle striature longitudinali, ciò vuol dire che sono colpiti da una fisiopatia, cioè un’alterazione non parassitaria ma causata dallo sfregamento dei granelli di sabbia del terreno in cui sono piantati. In questa specie di ferite, può introdursi il fungo “fusarium”.
  • Il fungo “phytophtora megasperma” fa marcire la base del fusto della pianta e delle radici e fa seccare le foglie.
  • La “muffa grigia” attacca i turioni ed è favorita dall’umidità. Provoca la necrosi delle parti che va a colpire.
  • Se l’asparago viene colpito da una malattia virale, può presentare una crescita non nella norma. I virus possono causare nanismo, deformazione, ingiallimento dei turioni o del fusto, incurvamento della cima o raggrinzimento.

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ASPARAGI SELVATICI

L’asparago selvatico cresce spontaneamente nei boschi d’Italia fino a 1300 metri di altitudine ed è irto e spinoso. È ricco di proprietà benefiche ed è molto buono da magiare. Il suo vero nome è “asparagus acutifolius” che è uno dei più diffusi. Asparago selvatico viene anche definito il pungitopo, i cui germogli primaverili sono commestibili. Gli asparagi selvatici si trovano anche nelle isole, nel centro e nel sud della penisola. Nel nord dell’Italia, sono diffusi specialmente in Veneto. L’asparago selvatico ama le zone ombrose ma anche la mezza ombra. I germogli della specie selvatica sono molto più fini e ingenerale questa è una pianta molto più rustica e spinosa. Rispetto ai germogli del pungitopo, quelli dell’asparago selvatico sono maggiormente biancastri e verdi. Di solito, i germogli spuntano in primavera, da marzo in poi. La raccolta dura fino a giugno. Andrebbero colti solo quelli che si riesce ad indentificare, per evitare conseguenze spiacevoli alla salute. Inoltre, bisognerebbe evitare di cogliere le specie rare, per non comprometterne l’esistenza e per rispettare la natura.

LE VERDURE DA COLTIVARE NELL’ORTO:

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