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C’è uovo e uovo

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L’80% delle galline, quasi 40 milioni l’anno, in Italia sono ancora allevate nelle strette gabbie di batteria che una Direttiva Europea ha vietato a partire dal 2012 (gabbie convenzionali). E potranno saperlo meglio i consumatori. In particolare i 40mila abbonati al settimanale Gioia che troveranno la guida-pratica della Lav ‘Le uova non sono tutte uguali’, in allegato al n.26 del periodico femminile in uscita questa settimana. La guida e’ anche reperibile via web sul sito www.gallinelibere.lav.it insieme ai consigli di www.cambiamenu.it

Il sistema d’allevamento altamente intensivo, sottolinea la Lav, ”impedisce alle galline di esprimere comportamenti naturali essenziali come aprire le ali, camminare, cercare cibo, appollaiarsi o deporre le uova in un nido, con conseguenze deleterie sul loro benessere psicofisico. Le uova provenienti da allevamenti non in gabbia sono dunque da preferire, scegliendo le confezioni sulla cui etichetta e’ scritto ‘biologiche’ oppure ‘da allevamento all’aperto”’.

”Vogliamo sensibilizzare i consumatori verso scelte maggiormente rispettose degli animali – dice il vice presidente Lav Roberto Bennati – dal momento che l’Italia e’ in forte ritardo nell’applicazione della norma e dal 1999 non sono state perseguite azioni di riconversione del settore come fatto invece in altri Paesi, dimostrando cosi’ – continua – una forte miopia politica, economica ed istituzionale. Dal gennaio 2012 le uova di batteria convenzionale non dovranno piu’ essere vendute, ma gran parte delle aziende non saranno adeguate ai nuovi standard e accadra’ che le uova immesse sul mercato ed il sistema di allevamento sara’ di fatto illegale”. Ogni cittadino europeo in un anno, precisa infine l’associazione ambientalista, consuma mediamente 220 uova

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