Capannori: il comune a Rifiuti Zero dove si paga il 60 per cento in meno per la spazzatura

Differenziata all’88 per cento e raccolta porta-a- porta. Tutto inizia grazie alle idee di un visionario, Rossano Ercolini, che sarebbe un ottimo leader dei Verdi. Se esistessero…

Che significa, concretamente, essere un comune «a rifiuti zero»? Quali vantaggi ci sono per i cittadini? È solo una questione ambientale o ci sono anche dei benefici economici per le famiglie? Mentre la comunità dei comuni Zero Waste ha ormai raggiunto, in Italia, le 385 unità (pari a una popolazione di oltre 7 milioni di abitanti), ed è studiata in tutto il mondo, per rispondere alle domande bisogna partire dalla genesi di questo meccanismo che potremmo intitolare Non sprecare rifiuti.

CAPANNORI RIFIUTI ZERO

Capannori, in provincia di Lucca, è una comunità di 47 mila persone che, attraverso un percorso partito nel 2007, oggi vive una condizione di totale privilegio. Qui sono riusciti a ridurre i rifiuti, innanzitutto imballaggi, in modo vertiginoso, a compostarli e riciclarli persino a vantaggio di persone che non hanno reddito.  I numeri parlano chiaro: la raccolta differenziata arriva all’88 per cento, 100mila tonnellate di oggetti vengono riutilizzati ogni anno, la quota di rifiuti residui pro-capite non supera i 55 chilogrammi all’anno. Se avessimo questi dati in tutta Italia, potremmo considerarci un paese più avanzato di Svezia, Finlandia e Danimarca.

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ROSSANO ERCOLINI

L’inizio dell’avventura di Capannori risale alle idee piuttosto visionarie di Rossano Ercolini, ambientalista pragmatico, uomo colto e combattivo, capace di convincere il sindaco dell’epoca, Giorgio Del Ghingaro, di battere la pista dell’azzeramento dei rifiuti. In un paese normale, visti i risultati, oggi Ercolini sarebbe uno dei leader di un forte partito dei Verdi, ma in Italia, a differenza dell’Europa, un partito dei Verdi degno di questo nome non esiste, e Ercolini, a parte due parentesi di consigliere comunale e di consigliere regionale in Toscana, continua la sua battaglia, anche sul piano politico, nel microcosmo di Capannori. Dove presiede il Centro di Ricerca Rifiuti Zero che serve a diffondere il format adottato a Capannori, condividendo campagne di comunicazione e ricerche, e lavorando dal basso, con associazioni, amministrazioni locali, parrocchie e universo del volontariato.

I VANTAGGI PER I CITTADINI DI CAPANNORI

Gli abitanti di Capannori non hanno l’unico vantaggio di vivere in un luogo più pulito e sano. Mentre 3.500 famiglie della cittadina fanno il compostaggio domestico (altro vantaggio e altro risparmio), la tassa dei rifiuti qui non è mai stata aumentata dal 2011. Anzi, le famiglie che aderiscono al progetto «Rifiuti Zero» ottengono uno sconto fino al 60 per cento sulla parte variabile della bolletta per la raccolta dell’immondizia. Venti per cento per l’adesione al progetto, venti per cento se usano pannolini lavabili, venti per cento se fanno il compostaggio domestico. Uno sconto del venti per cento sulla tassa dei rifiuti è previsto anche per i titolari di locali pubblici che non hanno macchine da gioco e videopoker.

L’asticella di un comune a Zero rifiuti diventa sempre più alta, e così a Capannori si sono moltiplicate iniziative sul territorio per ridurre la produzione e innanzitutto l’abbandono dei rifiuti. La raccolta, da parte degli operatori della società di gestione del servizio, ormai avviene con il sistema del «porta a porta», eppure, nonostante questo, gli incivili non mancano. Devono però fare i conti con le squadre degli Acchiapparifiuti: personale della società, che in collaborazione con i vigili, individua e multa chi lascia immondizia per strada. Cittadini fotografati e segnalati via WhatsApp da altri abitanti della zona.

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IMPIANTO PER LA RACCOLTA DEI RIFIUTI DI CAPANNORI

Le amministrazioni di Capannori, grazie ai risultati raggiunti con la campagna Zero Rifiuti, sono riuscite, negli anni, ad evitare la costruzione di un inceneritore, che pure era previsto al servizio della comunità locale. Adesso si tratta comunque di arrivare ad un impianto di trattamento di rifiuti organici. E la scelta è caduta su una collaborazione con il comune di Livorno, all’interno del quale sarà costruito l’impianto che tratterà i rifiuti degli abitanti delle due cittadine. L’obiettivo è trattare, in condizioni di massima sicurezza, 60 mila tonnellate di rifiuti all’anno, per realizzare compostaggio di qualità e bio-metano.

CENTRO DEL RIUSO DACCAPO

Infine, non va sottovalutata l’attività del Centro del riuso Daccapo, anche questo nato all’interno delle iniziative di Capannori Zero Rifiuti. Qui mobili e vestiti destinati a finire in qualche inceneritore, vengono recuperati e messi insieme a oggetti donati da cittadini del territorio. Poi si procede alla distribuzione, e per questi potenziali rifiuti inizia una seconda vita, a beneficio di famiglie che non possono permettersi di acquistarli.

Nell’immagine di copertina: Rossano Ercolini. Fonte: Rossano Ercolini – Goldman Environmental Prize 2013

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