Un infermiere per portare avanti una terapia. Un assistente che rompe il circolo vizioso di una persona anziana e malata. Un accompagnatore per andare a fare un esame o una visita specialistica. L’ assistenza a domicilio è una realtà ampia, ma di sicuro è un servizio che va potenziato, e non sprecato, in un Paese dove la quota della popolazione anziana, già molto alta, specie se si pensa che il 21 per cento degli italiani ha più di 65 anni, è destinata solo ad aumentare. Ma vediamo nel dettaglio cos’è l’ assistenza a domicilio, quali sono le sue forme più diffuse e in che modo è possibile accedervi.
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Come si chiede
Un servizio di assistenza domiciliare è una forma di ausilio offerto da enti nazionali o regionali che consente alla persona assistita di mantenere le sue abitudini e quindi di continuare a godere degli spazi e degli affetti familiari.
L’assistenza a domicilio può essere prevista per brevi periodi di tempo, come nel caso di malattie o eventi transitori. Oppure, in caso di disabilità o condizioni invalidanti limite, è possibile richiedere un supporto definitivo affinché il soggetto possa ricevere trattamenti anche specializzati, senza dover rinunciare alla propria quotidianità.
Nel primo caso, si è in presenza di un’Assistenza Domiciliare Programmata, ADP, ossia un servizio limitato nel tempo e prettamente rivolto ad una condizione clinico-medica transitoria. Pertanto, a guarigione avvenuta, il servizio sarà sospeso definitivamente. Ma ciò non esclude che in seguito, per problematiche simili, non si possa usufruire nuovamente dell’assistenza a domicilio.
Nei casi più gravi, invece, è possibile accedere ad un servizio di Assistenza Domiciliare Integrata, ADI, che consente di ricevere trattamenti professionali continui e costanti nel tempo. Ma approfondiremo la questione in seguito.
L’assistito insomma potrà ricevere un servizio specifico e mirato per trattare o ottenere ausilio ad un problema, temporale o definitivo che sia. Ma quali sono le tipologie di assistenza a domicilio fruibili dai cittadini e in cosa consistono? Vediamole insieme.
Prestazioni
In Italia è il Servizio Sanitario Nazionale, SSN, a prestare servizi di assistenza domiciliare specializzati. In particolare, queste misure d’assistenza rientrano nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), con lo scopo di aiutare i cittadini che si trovano in una condizione fragile. I servizi sono pensati per lo più per persone non autosufficienti, disabili e anziani.
Ma i servizi di assistenza a domicilio sono erogati anche da enti regionali o territoriali, come i servizi sociali o associazioni locali. Infatti, le opzioni sono più ampie anche se non sono erogati ugualmente in tutte le regioni. Tra le principali prestazioni offerte vi sono:
- Assistenza a domicilio minori (ADM)
- Assistenza a domicilio disabili (ADH)
- Servizio di assistenza domiciliare (SAD)
- Assistenza a domicilio Programmata (ADP)
- Assistenza Domiciliare Integrata (ADI)
- Ospedalizzazione domiciliare
Assistenza a domicilio minori (ADM)
Il servizio di assistenza domiciliare a minori è attivato a livello locale attraverso enti territoriali, i servizi sociali, e permette di aiutare ragazzi o bambini in condizioni di fragilità. L’erogazione delle prestazioni, prevalentemente di tipo educativo, possono essere richieste dalla famiglia o su segnalazione. Un operatore educativo specializzato provvederà a seguire tutte le sfere del bambino scuola-famiglia e nel sociale per supportare e aiutare il minore nella quotidianità.
Assistenza a domicilio disabili (ADH)
Servizio di assistenza domiciliare (SAD)
Il SAD è promosso da enti territoriali con lo scopo di aiutare le famiglie che presentano casi di disabilità grave e invalidante. Rispetto all’assistenza a domicilio disabili, questo servizio è rivolto a quelle famiglie che necessitano di un aiuto a livello sanitario-assistenziale. La famiglia potrà quindi essere affiancata, a seconda dei bisogni, da un operatore OSS, ASA o personale infermieristico.
Servizio sanitario nazionale
Il SSN è un pacchetto di servizi prestati dalle ASL regionali che permette di accedere a trattamenti e cure mediche di base o più importanti, direttamente da casa. Le prestazioni sono da attivare quindi in sede territoriale dal medico di medicina generale, dal medico ospedaliero, dal diretto interessato o dai servizi sociali che potrebbero occuparsi del paziente.
I cittadini, quando in presenza di condizioni transitorie invalidanti o cliniche definitive, possono ricorrere ai servizi di assistenza sanitaria domiciliare che sono racchiusi in 3 categorie principali:
- Assistenza domiciliare programmata: condizione invalidante transitoria quindi per un lasso di tempi limitato all’episodio di malattia.
- Assistenza a domicilio integrata: Può essere erogata a diversi livelli a seconda dell’entità della condizione del paziente. Ciò che la contraddistingue dal servizio precedente è la continuità che può perfino diventare definitivo in caso di malati terminali o condizioni di invalidità gravi. Le prestazioni mediche sono suddivise in 3 livelli: ADI 1 – ADI 2 e ADI 3. Nel primo e nel secondo caso rientrano i pazienti con necessità di assistenza giornaliera di 5 giorni (ADI 1) o 6 giorni (ADI 2) a settimana, sebbene non presentino complicazioni severe o criticità. l’ADI 3 è invece un servizio programmato rivolto a pazienti che necessitano di assistenza a domicilio 7 giorni su 7.
- Ospedalizzazione domiciliare: Si tratta di un servizio definito da un impegno specialistico di tipo diagnostico-terapeutico-riabilitativo, con un’elevata complessità e una durata nel tempo programmata. Il servizio è supportato da specialisti e medici competenti. Possono accedervi in genere persone affette da patologie croniche progressive o in fase di riacutizzazione che, per ovvie ragioni, richiedono assistenza medica e infermieristica 24 ore su 24. Nel momento in cui il paziente dovesse stabilizzarsi, il servizio potrebbe essere sostituito con l’Assistenza Domiciliare Integrata.
Assistenza a domicilio anziani
Sono le regioni, tramite il Servizio Sanitario Nazionale, a prestare servizi di assistenza domiciliare agli anziani. Come già accennato, il servizio si distingue in 3 macro categorie a cui è possibile accedere in base alle condizioni dell’anziano.
I servizi regionali offerti dalle Aziende Sanitarie Locali, ASL, possono essere attivati nel momento in cui si rendesse necessario un supporto ausiliario a domicilio di tipo socio-sanitario. Ma è da ricordare che l’assistenza agli anziani può essere attivata anche presso enti territoriali o associazioni locali, ma per scopi diversi.
D’altronde, i più anziani hanno anche necessità di altro tipo come ad esempio un accompagnatore per fare una visita, un supporto psicologico momentaneo e una compagnia per allontanare la solitudine. Per questa ragione, esistono iniziative regionali come TeleAssistenza Anziani che permettono di intervenire a domicilio quando vi sia un’ emergenza di tipo sanitario o per bisogni meno impellenti, ma comunque non trascurabili.
Assistenza domiciliare anziani convenzionata
Le persone anziane affette da patologie croniche, condizioni cliniche invalidanti o problemi di rilievo, possono accedere ad un servizio nazionale completamente convenzionato.
In particolare, le persone che possono fruire del servizio devono presentare patologie o condizioni transitorie tali da non permettere lo spostamento o comunque da limitare in maniera importante l’attività quotidiana del soggetto. In particolare attraverso l’ ASL, è possibile quindi ricevere cure e trattamenti infermieristici a domicilio, ma non solo.
Infatti, nei casi più gravi, il paziente potrà ricevere un’ assistenza a domicilio integrata (ADI) o perfino l’ospedalizzazione domiciliare per un servizio completo, con l’intervento anche di specialisti in ambito clinico-medico.
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Assistenza domiciliare regioni
Nell’ultimo censimento Istat infatti ha fatto emergere che ormai in Italia, per ogni bambino che nasce ci sono 5 nonni. Il problema è chiaro e soprattutto per le cure a lungo termine, saranno sempre meno i fondi a disposizione, frutto anche della mancanza di forza lavoro giovane nel Paese che continuerà a diminuire. Le spese quindi per l’assistenza sanitaria sfioreranno cifre importanti rompendo un equilibrio già piuttosto precario.
Secondo i dati di Eurostat, l’Italia destina solo il 10 per cento della spesa sanitaria all’assistenza a lungo termine, molto meno rispetto a Paesi come Olanda (24,8 per cento), Svezia (26,3 per cento) o Germania (16,3 per cento), finendo, tra le nazioni europee ad investire meno.
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