Che cosa succede se l’amore scompare da un progetto di vita

I single non vedovi in Italia sono oltre 6 milioni. In America la percentuale di giovani che vivono soli è raddoppiata in pochi decenni. Non è solo la crisi della famiglia, ma anche l'eclissi dell'amore

vita senza amore
Il mondo è dei single, donne e uomini. Non passa giorno senza ascoltare (o leggere), con  il sottofondo musicale che arriva dalle trombette di una moltitudine di presunti esperti di relazioni e vite di coppie, i dati aggiornati sulla crisi della famiglia, sulla fine del matrimonio, sui nuovi modelli di convivenza, sulle nuove gerarchie negli obiettivi di vita da parte di tutti, anche quando l’età avanzata suggerirebbe di stare più tranquilli e riguardati.
Tutto viene spiegato e raccontato nel minestrone che mescola in un unico pentolone le nuove aspirazioni femminili e la crisi del maschio, la curva demografica che fa crescere gli anziani in buona salute e con la frenesia di cambiare vita anche quando la vita si sta per chiudere, la declinazione, da parte delle nuove generazioni,  di  forme di libertà che escludono responsabilità troppo stringenti, come quelle che avvolgono, e talvolta stritolano, un matrimonio.
In queste analisi, però, manca quasi sempre un dettaglio, non proprio irrilevante, che si potrebbe racchiudere in una domanda: Ma siamo sicuri che un progetto di vita fondato sull’amore, con tutte le sue contraddizioni, i suoi alti e bassi, i suoi tira e molla, i dolori e le gioie, non serva più? 
A leggere le statistiche che arrivano attraverso i termometri sotto le ascelle della nostra società, la risposta è una sola: Sì, siamo certi, non abbiamo bisogno dell’amore per costruire il nostro percorso esistenziale. Anzi, in fondo si tratta di un intralcio, fondato su ipocrisie, rinunce, finto romanticismo, educazione sentimentale ottocentesca, violenze esplicite e implicite.
Sicuramente vi sarà capitato di ascoltare qualche giovane figlio (o figlia) e nipote che, a proposito di vite sentimentali con un partner (non pensiamo a un banalissimo quadro di padre, madre e figli, per carità…), tirano fuori il seguente verdetto: “Io non voglio finire come mio padre e mia madre”. E non sappiamo se si riferiscono a degli ergastolani, che dopo decenni hanno ancora un matrimonio in piedi, oppure a dei Grandi Bugiardi rispetto ai quali Pinocchio è un dilettante.
 Oltre il 50 per cento degli under 35 considera “irrilevante” o anche “poco importante” convivere, sposarsi e fare figli (studio GenerationShip del 2024). Della serie: l’argomento non ci interessa, tanto meno se il carburante di questi progetti, tutti scartati a priori, è il fantomatico amore. Che oggi si può anche trovare facilmente navigando nell’oceano dell’Intelligenza Artificiale: ne sono convinti il 7 per cento dei giovani single, secondo sondaggi condotti in diversi paesi, tra i quali l’Italia. E ne era convinto Adam Raine, sedicenne suicida dopo le delusioni amorose ricevute da un chatbot, un ragazzo che forse potremmo considerare come il martire dell’Amore mai trovato e mai davvero cercato.
Il mondo è dei single (6,3 milioni di non vedovi solo in Italia, secondo l’Istat; in America la percentuale di giovani che vivono soli è raddoppiata in pochi decenni  ) anche perché nessuno ha più voglia di corteggiare (su chi prende l’iniziativa i rapporti si sono invertiti: sono le donne, e gli uomini devono anche fare attenzione a non esagerare con advance ormai catalogate come gesti violenti).  Manca il tempo per tutto, anche per innamorarsi e sognare un progetto di vita dove l’amore sia una garanzia di solidità e continuità, e siamo tutti prigionieri del presente, o anche schiavi del presentismo. E anche i sentimenti (per la verità, l’amore è anche un valore) sono diventati liquidi, estemporanei, impalpabili. Facciamo fatica persino a cogliere la differenza tra un bacio, in bocca o sulla guancia, e un emoji o un emotion, i nuovi simboli dell’emozione (un tempo si osava dire batticuore…) violentata dalla tecnologia.
 La carezza come l’abbraccio, gesti autentici nel linguaggio della gradualità e delle sfumature dell’amore, sono optional nelle  relazioni correnti, da montare il meno possibile sulla carrozzeria dei nostri stili di vita nei quali non c’è mai tempo da perdere e sempre un risultato da ottenere, possibilmente anche rapidamente (si chiama performance, o prestazione).
E il sesso, come il pudore, la privacy, l’intimità, sono ormai il pasto quotidiano delle belve che pullulano sui social in qualsiasi latitudine: cibo rispetto al quale l’amore è considerato un veleno.
Che cosa perdiamo se l’amore scompare dal nostro progetto di vita? Tutto o niente, ognuno è libero di darsi una risposta a questa domanda, e da qui trarne le conseguenze. Altrimenti rischiamo di scrivere l’incipit di un altro libro Cuore nel tempo del mondo dei single. Sui quali, mentre si spengono le luci dell’amore, si accendono i riflettori dei consumi: a corteggiare i single, ci pensa il Mercato (è maschio o femmina?)  come dimostra il fatto che nel 2024, per esempio, la spesa totale fatta in Italia dalle famiglie composte da una sola persona ha superato 235 miliardi di euro, pari al 26,2% della spesa complessiva nazionale. Quasi il doppio rispetto a 15 anni fa, quando ancora l’amore riusciva ad accendere qualche lumicino.

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