Vaccino anti tumori, perché questa volta possiamo davvero sperare. Con cautela

La scoperta è stata fatta da un team di studiosi tedeschi, guidato da Ugur Sahin, già premiato per le sue ricerche dalla Società americana di oncologia. Uno scienziato e un medico di valore che ha realizzato i test sui topi ma anche su tre malati di melanoma avanzato. Tutti i motivi per crederci.

VACCINO ANTI TUMORI –

Il vaccino anti tumori non è più una chimera. Dalla Germania, rimbalzando sulla rivista Nature, arriva una notizia davvero straordinaria per le prospettive che apre nella lotta a un male che spesso, purtroppo, appare invincibile. Gli studiosi dell’università Johannes Gutenberg di Mainz, guidati dal ricercatore Ugur Sahin, hanno sperimentato con successo una nuova tecnica che consente al sistema immunitario di attaccare i tumori. Si tratta di un vaccino universale, non preventivo ma terapeutico, in grado cioè di tenere sotto controllo la malattia e di impedirne la mortale avanzata.

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VACCINO UNIVERSALE CONTRO I TUMORI –

Chiarisco subito: la notizia merita la massima attenzione ma anche la massima cautela. Innanzitutto per il rispetto nei confronti di milioni di persone che sperano sempre in qualche forma di miracolo, laddove la scienza talvolta ha il dovere di arrendersi. La stessa che usiamo in questo sito quando parliamo delle ottime proprietà anti tumorali, queste preventive, di alcuni cibi naturali, alcune diete e alcuni stili di vita. Ma fatta la premessa, credo che questa scoperta vada presa molto sul serio, come hanno mostrato di fare diversi oncologi (cauti ma non pregiudizialmente contrari ai risultati dei test tedeschi), per alcuni motivi molto precisi.

I MOTIVI PER CUI POSSIAMO SPERARE NEL VACCINO ANTI TUMORI –

Primo: Sahin, il responsabile del team nonché primo firmatario della ricerca, è uno scienziato serio e riconosciuto come tale dalla comunità internazionale. Laureato all’università di Colonia, nel 1990, per i suoi studi sull’immunologia dei tumori è stato premiato, tra gli altri, dalla Società americana di oncologia e da quella tedesca. Dunque, non siamo di fronte al ciarlatano di turno o al solito dispensatore di falsi miracoli.

Secondo motivo di speranza: il vaccino, dal punto di vista del procedimento scientifico dal quale è nato, ha una sua coerenza. Non sono né un medico né tantomeno uno scienziato, ma quelli che ho consultato mi hanno spiegato che la scoperta tedesca è una capsula di molecole di grasso con una specie di cuore genetico con le istruzioni per aggredire le cellule tumorali. E quando il vaccino viene iniettato, per endovena, riesce a raggiungere alcuni punti immunitari del corpo (milza, linfonodi e midollo osseo) ed a attivare una forte risposta immunitaria. Insomma: l’efficacia c’è e non è senza una spiegazione scientifica.

Terzo: la risposta è stata finora positiva con i  test sui topi (e già questo è un buon risultato) e poi su  tre malati di melanoma avanzato ( e qui il risultato diventa ottimo). È evidente che siamo solo agli inizi del percorso e questi test andranno moltiplicati, in una doppia direzione: rispetto al numero delle persone coinvolte, ed ai pazienti affetti da diverse neoplasie. Ricordiamo, infatti, che in Italia i cinque tumori più frequentemente diagnosticati sono, nell’ordine: mammella, colon retto, prostata, polmone e vescica. Però grazie alle notizie che arrivano dalla Germania abbiamo una speranza in più, molto seria, di vincere una battaglia epocale per la nostra salute. E questo dovrebbe far riflettere quanti continuano a pensare che i vaccini, e i relativi studi, siano inutili se non perfino dannosi.

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