SCUOLA ITALIANA CLASSISTA
Non tutte le scuole sono uguali. E questo lo sapevamo, come eravamo consapevoli del fatto che una nota minoranza di privilegiati, chi ha accesso alle giuste informazioni, riesce a piazzare i figli nelle sezioni, non solo negli istituti, dove si studia meglio.
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IL CASO DEL LICEO CLASSICO BECCARIA
Ma un doppio e parallelo caso, a Milano, ci aiuta a riflettere su come (non) funziona la scuola italiana. Al liceo classico Beccaria, uno dei più quotati del capoluogo lombardo, agli esami di maturità hanno vinto gli uomini di Caronte. In una sola classe, la quinta G, con ventuno alunni, ci sono stati tre bocciati, due ragazzi e una ragazza. Inutile dire che le famiglie dei bocciati, infuriati per l’eccessiva severità di alcuni membri della commissione, hanno già presentato ricorso al Tar. E quindi saranno i magistrati, come in tanti altri casi nella nostra scuola, a decidere chi passa l’anno e chi deve invece ripeterlo.
IL CASO DEL LICEO CLASSICO MANZONI
Stessa città, ancora Milano, stessa reputazione, una scuola di prestigio, ma risultati di segno opposto. Siamo al liceo classico Manzoni, e gli studenti della quinta B per il secondo anno consecutivo hanno fatto il pieno di 100 e lode. Un record che ha indignato e insospettito i genitori degli alunni delle altre sezioni che sono passati all’attacco. Hanno scritto alla preside, Milena Mammani, tempestandola di domande velenose. C’è un criterio, e quale, per essere assegnati in queste classi di eccellenza? Chi decide? È giusto concentrare in una stessa sezione i docenti più coinvolgenti e più efficaci? In attesa delle risposte della preside, anche qui si minacciano azioni legali.
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DISCRIMINAZIONE DEGLI ALUNNI NELLE SCUOLE ITALIANE
La scuola, nelle sue differenze, anche di singoli insegnanti, deve però essere orientata a criteri omogenei. Non solo per evitare il rischio di discriminazioni, ma innanzitutto per garantire un buon livello della qualità degli studi e quindi una buona formazione degli alunni. Non può essere una riffa, in base alla quale se capiti in una classe sei bocciato e se capiti in un’altra sei un genio. Tantomeno può essere un luogo dove questo collocamento dei ragazzi avviene per spintarella e attraverso il solito club degli amici degli amici.
DIFFERENZE TRA SCUOLA FRANCESE E ITALIANA
Conosco bene, per esempio, i metodi formativi della scuola pubblica francese, la numero uno al mondo nel settore della formazione primaria. Le mie figlie hanno studiato entrambe in questa scuola, dopo una devastante esperienza in istituti italiani. Bene: la norma della scuola francese si chiama rotazione, e gli alunni cambiano classe ogni anno. Aumentano le loro relazioni e non si creano così oasi protette. Se qualcuno ha la sciagurata idea di sollecitare l’iscrizione di un figlio in una specifica sezione, viene cortesemente messo alla porta. Richiesta irricevibile.
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SCELTA DELLE SEZIONI NELLE SCUOLE ITALIANE
In Italia avviene il contrario. Chi può, spinge per piazzare il figlio nella sezione giusta. Più “facile” se non ha voglia di studiare, più “severa” se lo si vuole formare con rigore. Chi non può si arrangia e si fa il segno della croce, come il malato di un ospedale che, senza raccomandazioni, può finire in un reparto che ci invidiano gli americani e gli svizzeri o può rischiare la pelle con qualche medico da film di Totò. Servirebbe, per arrivare a una scuola più omogenea, e quindi più efficace e più giusta, introdurre una vera valutazione. Degli istituti, uno per uno, e perfino delle singole classi. Una valutazione fatta da un organismo terzo per cercare di allineare le scuole a una media, la più alta possibile: tutte cose che in Italia esistono solo sulla carta. I sindacati, il corporativismo scolastico, protetto da un ceto politico imbelle, hanno sempre scansato i filtri della valutazione, ritenendola inutile e controproducente. Il risultato è che un insegnante mascalzone e ignorante, che tutti conoscono per nome e cognome, guadagna gli stessi soldi di un docente appassionato e competente. Nessuno sa nulla, in modo ufficiale, della qualità di una scuola e di una sezione, se non i soliti privilegiati attraverso i loro canali relazionali. E gli alunni di due licei, come a Milano, possono essere bocciati o promossi a pieni voti, in massa, solo in base alla casualità (?) della scelta che le loro famiglie hanno fatto. Una scuola così ha un solo destino certo: funzionare sempre peggio.
(Nell’immagine di copertina, la 5ª G del Liceo classico Beccaria di Milano. Fonte: Corriere della Sera)
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