Pannolini, ne consumiamo 7mila al minuto. Per questo è importante riciclarli, come fa la Fater

Questa azienda, riciclandone il 100%, ha già aperto un impianto per ricavare utensili e arredi urbani dal recupero dei pannolini usati

riciclo pannolini

Ogni minuto in Italia si consumano 7mila pannolini. D’accordo, tutti abbiamo famiglia, come si usa dire, ma questa cifra fa venire in mente qualche sospetto di spreco, di esagerazione, di indifferenza. Tanto più se consideriamo la fine ingloriosa, per tutti noi, di pannolini (per bebè) e di pannoloni (per persone anziane): 900mila tonnellate di rifiuti che finiscono nelle discariche.

RICICLO PANNOLINI

Come si esce da questo incubo? Come si trasforma lo spreco in un’opportunità, di nuova crescita economica, di benessere, di vite davvero sostenibili? La prima mossa, e qui parliamo a tutti, dagli amministratori locali alle famiglie, è quella di incardinare bene il pannolino all’interno della catena della raccolta differenziata. Ci sono già oltre 12 milioni di italiani che lo fanno, sarebbe il caso che ci decidessimo a farlo tutti, e che il pannolino avesse la sua corsia corretta nella catena della differenziata. Questa è la premessa per qualsiasi meccanismo di economia circolare (ovvero: zero rifiuti e tanta innovazione).

LEGGI ANCHE: Pannolini lavabili, ecco la lista dei Comuni italiani che erogano incentivi per acquistarli

IMPIANTO PER IL RICICLO DEI PANNOLINI TREVISO

Il secondo tassello, una volta che i pannolini ben smaltiti vengono riciclati e riutilizzati, è quello di allargare l’orizzonte della produzione di oggetti, puntando su nuovi beni di consumo, più utili e più responsabili, e su aziende che facciano il loro mestiere con rigore e con competenza. Abbiamo raccontato la storia della Fater di Treviso, dove i pannolini usati vengono completamente riciclati, al 100 per cento. Per poi ricavare altri prodotti. Un impianto unico al mondo, anche in Italia siamo capaci di fare miracoli senza stare sempre a piangerci addosso, che, se fosse replicato anche in altre parti del paese, per esempio nelle regioni meridionali, potrebbe creare centinaia di posti di lavoro.

PER APPROFONDIRE: Gli assorbenti contengono troppe sostanze tossiche. L’allarme, ignorato in Italia, dell’Agenzia francese per la sicurezza sanitaria. C’è anche il glifosato

FATER RICICLO PANNOLINI TREVISO

Ma a volte il diavolo, e lo spreco, si nascondono nei dettagli. E l’ulteriore sviluppo del riciclo dei pannolini della Fater è ancora prigioniero della nota burocrazia o della nota lentezza dei politici, quando si tratta di decidere cose che altrove, nel mondo, si fanno in tempo reale. La Fater vuole andare avanti nell’innovazione e nel riciclo dei pannolini, e utilizzare le materie prime che contengono per arredi urbani, attrezzi domestici e perfino cavi sottomarini. La fabbrica esiste già, con tanto di impianto, sono stati assunti i primi operai e anche alcuni tecnici supervisori che devono garantire la qualità e la sicurezza dell’impianto. Ma sono passati anni, troppi anni, in attesa di un decreto con il quale le materie prime e seconde riciclate da impianti come quello super moderno della Fater a Treviso non vengono più considerate rifiuti, e quindi cose inutilizzabili, ma nuovi prodotti, e quindi vendibili oltre che fabbricabili.

Ecco, dunque, che la vera storia dell’economia circolare, quella che ci tocca da vicino nella vita quotidiana, e che può migliorare le condizioni di tutti, al di là della tanta retorica, è ancora da scrivere. Siamo appena agli inizi ma se ci mettiamo in fila, ognuno con il proprio ruolo, a spingere, allora gli sprechi davvero diminuiranno e il benessere davvero crescerà.

LEGGI ANCHE: La natura siamo noi. Come si difende anche con piccoli gesti? La risposta in questo libro

Nel servizio di Askanews, un approfondimento sull’impianto di Treviso per il riciclo dei pannolini:

(Photo credit immagine di copertina: Fatergroup.com)

Il progetto Terra Di Tutti è candidato al Premio Non Sprecare 2020. Per candidare i vostri progetti, seguite le istruzioni fornite qui. 

PREMIO NON SPRECARE EDIZIONE 2020:

Torna in alto