Tampon tax: anche in Italia c’è chi la cancella

Le farmacie dove l'Iva sugli assorbenti è stata portata dal 22 al 4 per cento. E la decisione storica della Scozia, per combattere la “period poverty” e la discriminazione di genere: assorbenti gratuiti per tutte le donne
assorbenti gratis per le donne

IVA SUGLI ASSORBENTI

Finalmente qualcosa si muove anche in Italia contro lo spreco dell’Iva sugli assorbenti, che nel nostro Paese è al 22 per cento (come un qualsiasi genere di lusso) e non al 4 per cento (come un bene essenziale). A valanga, una serie di farmacie, ormai sono centinaia e si stanno espandendo in tutta Italia, hanno deciso di vendere gli assorbenti applicando l’Iva al 4 per cento e non al 22 per cento. Accade, per esempio, nelle farmacie comunali di Firenze, Pistoia e altri comuni della Toscana; nelle farmacie comunali di Reggio Emilia e di Modena e nei 260 punti vendita di medicinali del gruppo Lloyds Farmacia; in Puglia e in Umbria, nella rete delle ex farmacie comunali di Milano.

ASSORBENTI A PREZZI CALMIERATI

La Statale di Milano, alla fine dello scorso anno, è stata la prima università italiana ad installare distributori per l’acquisto di assorbenti al prezzo calmierato di 20 centesimi l’uno. Una vittoria dell’associazione studentesca “UniSì”: i distributori sono stati collocati all’interno dei bagni delle sedi di via Festa del Perdono, Città Studi, piazza Sant’Alessandro e via Conservatorio. E non solo assorbenti: all’interno dei distributori è possibile trovare anche altri materiali igienici, dagli spazzolini ai dentifrici, dalle salviette ai copriwater.

TAMPON TAX

Questo cambiamento sta avvenendo sotto la spinta di due fattori: la pressione dell’opinione pubblica (la petizione “Stop tampon tax, il ciclo non è un lusso“, lanciata su Charge.org, nel 2018, dall’associazione Onde rosa ha superato le 640mila firme) e gli esempi che si stanno moltiplicando all’estero.

Il risparmio, una volta eliminato questo spreco, per le donne sarebbe molto significativo. Una donna nella sua vita ha circa 450 cicli mestruali e usa tra i 10mila e i 14mila assorbenti, mentre la spesa annua pro-capite per questo prodotto di largo consumo supera i mille euro. Ecco perché in alcuni Paesi gli assorbenti per le donne sono diventati gratuiti. Come nel caso della Scozia.

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ASSORBENTI GRATUITI PER LE DONNE

Nel mese di novembre 2020, il Parlamento della Scozia ha approvato, all’unanimità, il Period Products (Free Provision) Billla legge che garantisce la distribuzione gratuita di assorbenti e prodotti igienici per il ciclo mestruale a chiunque ne abbia bisogno.

Una decisione storica che ha reso la Scozia il primo Paese al mondo ad approvare un provvedimento del genere. Nel Regno Unito la cosiddetta “tampon tax” è attualmente al 5%.

ASSORBENTI GRATIS PER LE DONNE IN SCOZIA

Un’iniziativa portata avanti dalla parlamentare del Partito Laburista scozzese, Monica Lennon, per combattere la cosiddetta “period poverty”. Da uno studio di Plan International UK, un’organizzazione per i diritti delle donne, è emerso che, nel Regno Unito, il 10% delle ragazze di età compresa tra i 14 e i 21 anni non può permettersi gli assorbenti mentre il 15% fa fatica ad acquistarli e il 14% li chiede ad un’amica proprio perché troppo cari. A causa di questa situazione, migliaia di ragazze sono costrette a perdere le lezioni durante i giorni di ciclo mestruale. Proprio per porre un freno a questo problema, nel 2018 la Scozia aveva deciso di distribuire gratuitamente gli assorbenti in tutte le scuole e università. E la pandemia non ha fatto altro che peggiorare la situazione: secondo una ricerca del gruppo “Women for Independence”, in questi mesi, quasi una donna su cinque ha sperimentato la “period poverty”.

(Photo credits: Monica Lennon/Facebook)

ASSORBENTI GRATIS IN SCOZIA

Un segnale al mondo che l’accesso universale gratuito ai prodotti per le mestruazioni può essere garantito“, così Monica Lennon ha definito il provvedimento.

L’intervento costerà al governo scozzese circa 9,2 milioni di sterline all’anno e permetterà a farmacie, scuole, università, consultori e società sportive di procedere con la distribuzione gratuita dei prodotti igienici femminili.

Saranno le diverse contee a decidere il sistema attraverso il quale provvedere alla distribuzione degli assorbenti a tutte le donne, in modo semplice e tenendo conto anche della privacy della persona. Intanto, anche alcuni locali come ristoranti e pub hanno iniziato a fornire gratuitamente e in maniera indipendente i prodotti igienici.

(Photo credits: Monica Lennon/Facebook)

IVA SUGLI ASSORBENTI IN ITALIA

E in Italia? Nel nostro paese gli assorbenti sono tassati come beni di lusso, con IVA al 22%. La richiesta di ridurre la tampon tax, in Italia, è stata portata avanti da numerosi politici e movimenti. Nel mese di novembre 2019, il governo dopo il no della Commissione Finanze della Camera all’emendamento che prevedeva di ridurre l’IVA dal 22 al 10% perché considerato inammissibile, ha annunciato la riduzione dell’IVA, dal 22 al 5%, sugli assorbenti compostabili e biodegradabili. Un passo in avanti ma una misura, purtroppo, insufficiente: riguarda, infatti, una minima parte dei prodotti in commercio e non quelli comunemente usati dalle donne.

TAMPON TAX IN ITALIA

In Italia, quindi, nonostante, dal 2006, una direttiva europea consenta ai Paesi membri di ridurre l’IVA fino al 5%, la Tampon Tax resiste. Allo stesso modo, rimangono tassati al 22% e quindi come beni non primari anche i pannolini. In pratica, al pari di sigarette, alcolici e gioielli. Nel nostro Paese, l’IVA sugli assorbenti femminili è stata introdotta nel 1973 e, anno dopo anno, è passata dal 12 al 22 per cento.

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TAMPON TAX IN EUROPA

Un provvedimento importante, quello della riduzione delle imposte sugli assorbenti (tutte le diverse tipologie), richiesto da tanto ma, fino ad ora, sempre negato dalla politica italiana. Senza contare che siamo tra i paesi europei a maggior imposizione fiscale. Peggio di noi l’Ungheria con l’IVA sugli assorbenti al 27%, Croazia, Danimarca e Svezia al 25%, Finlandia al 24%. In Repubblica ceca, Lettonia e Lituania l’IVA sugli assorbenti si attesta al 21%. Seguono la Grecia al 13%, Austria e Slovacchia con il 10%.

Note positive invece dalla Germania dove, nel corso del 2020, verrà previsto un taglio dell’IVA sugli assorbenti dal 19 al 7%. In Polonia l’IVA è pari all’8%, In Belgio, Portogallo e Paesi Bassi è al 6%, in Francia al 5,5%, a Cipro al 5% mentre l’Irlanda ha una tassazione pari a zero sugli assorbenti (il Paese è intervenuto prima della direttiva Ue). In Gran Bretagna, dove, come già detto, la “tampon tax” è attualmente al 5%, parte del ricavato fiscale viene devoluto a sostegno delle associazioni che difendono i diritti delle donne.

TAMPON TAX NEL MONDO

Nel resto del mondo, invece, l’Australia ha equiparato gli assorbenti femminili a beni di prima necessità riducendo notevolmente il costo degli assorbenti. La misura riguarda soltanto i tamponi e gli assorbenti esterni ma, al momento, non ancora altri prodotti come le coppette e la biancheria intima apposita. Il Canada, invece, nel 2015 ha eliminato la tassa non solo su tamponi e assorbenti ma anche sulle coppette mestruali. Il Paese che, invece, ha fatto da apripista è stato il Kenya: nel 2004, il governo ha abrogato l’imposta sugli assorbenti e li fornisce gratuitamente alle studentesse. Dal 2016, infine, la città di New York dove l’IVA è del 15%, prevede la distribuzione gratuita degli assorbenti alle studentesse di tutte le scuole pubbliche.

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