Perché non bisogna liberare i pesci rossi

Abituati ad avere poco spazio e poco cibo, i pesci rossi liberi mangiano tutto. Girini, uova, piante, avannotti. Il caso del lago Teller in Colorado. Se non volete più i pesci in casa, regalateli a chi li cura

perché non liberare i pesci rossi
In apparenza siamo amanti dei pesci rossi e li troviamo spesso nelle nostre case. Nei fatti, quando c’è un problema di partenza e non sappiamo a chi affidarli, facciamo la cosa più dannosa, con un enorme spreco ambientale: li liberiamo.

PESCI ROSSI

pesci rossi vanno curati e fatti crescere in un acquario capiente, non in una semplice boccia. Lo spazio per nuotare deve essere abbondante, i pesci rossi tendono a muoversi molto. E inoltre l’acquario deve essere attrezzato con piccoli arredi in legno, piante, pietre ed ornamenti: servono a fare sentire i pesci rossi a loro agio. La maggioranza dei pesci rossi arriva a una grandezza di 15 centimetri, ma possono arrivare anche a 30 centimetri. La regola standard è di prevedere acqua pari a otto litri per ogni 2,5 centimetri di pesce rosso. Non. affollate l’acquario: al massimo due pesci per uno di 80 litri. Se aggiungete un altro pesce, servono altri 40 litri e quindi un altro tipo di acquario.

QUANDO BISOGNA CAMBIARE L’ACQUA DEI PESCI ROSSI?

L’acqua dei pesci rossi va cambiata ogni settimana. E in quella occasione si possono modificare anche alcuni accessori all’interno dell’acquario: le novità allungano la vita dei pesci rossi. Evitate, durante i cambi dell’acqua, che nell’acquario finiscano pezzi taglienti, anche schegge di vetro. E non usate mai detergenti per pulire gli ornamenti e gli accessori dell’acquario: contengono sostanze chimiche che potrebbero uccidere i vostri pesci rossi.

CHE COSA MANGIANO I PESCI ROSSI

L’alimentazione dei pesci rossi è molto semplice e varia. Amano gamberi, vongole e gamberetti di acqua salata. Ma vanno bene, e sono molto nutrienti, anche le verdure, a partire dagli spinaci e dall’insalata. Non bisogna esagerare con il cibo: il pesce rosso mangia una-due volte al giorno e in pochi minuti. Non fatevi intenerire dalle sue pressioni, e piuttosto quando date il cibo accompagnatelo con qualche suono rilassante. Sarà un richiamo che lo aiuta a mettere in calendario, senza esagerare, l’ora del pasto.

PERCHÉ NON LIBERARE I PESCI ROSSI

Se in casa avete dei pesci rossi di cui volete disfarvi perché non siete più capaci di prendervene cura, non gettateli mai nel mare, nei laghi o nei fiumi. Liberare i pesci rossi, infatti può rivelarsi davvero rischioso non soltanto per questi ultimi ma soprattutto per l’ecosistema nel quale vengono inseriti.

Quando sono nella boccia di casa, i pesci crescono poco perché si muovono in uno spazio vitale esiguo, e hanno a disposizione una quantità di cibo limitata, razionata quotidianamente. Se gettati in un lago invece, la vastità dell’ambiente e la quantità di cibo notevole che li circonda, li porta non solo a moltiplicarsi a grande velocità ma anche a crescere a dismisura e a diventare grossi come trote o carpe.

PERCHÉ NON LIBERARE I PESCI ROSSI IN LAGHI E FIUMI

I pesci rossi, infatti, cominciano a cibarsi di tutto ciò che il nuovo ecosistema offre loro, distruggendolo: girini, uova, piante, avannotti. Le altre specie, non essendo pronte a confrontarsi con questa razza non autoctona, soccombono, perché la convivenza diventa per loro insostenibile. Lo sanno bene quelli del lago Teller, in Colorado, che hanno dovuto fronteggiare un’invasione di pesci rossi, probabilmente in seguito al gesto maldestro di un cittadino che si è disfatto di qualche pesciolino domestico.

(L’invasione di pesci rossi nel Lago Teller in Colorado. Fonte: La Presse)

Le autorità del luogo hanno cercato di risolvere il problema studiando due soluzioni. Una prevedeva l’uso di imbarcazioni dotate di apparecchi elettrificati in grado di paralizzare i pesci, così da poterli trasportare facilmente in altro luogo. L’altra, suggeriva invece la messa in campo di pompe di filtraggio capaci di rimuovere le specie indesiderate. Ha vinto la prima proposta e poi, una volta rimossi dai laghi, i pesci rossi sono stati inviati presso un centro di riabilitazione per rapaci, divenendo cibo per questi ultimi.

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PESCI ROSSI DANNOSI PER ECOSISTEMA

I pesci rossi, specialmente quelli che provengono dagli acquari, possono essere portatori di numerose malattie e parassiti che si diffondono rapidamente nell’ambiente, quando vengono liberati.

Ecco perché, anche quando il nostro pesce rosso di casa passa a miglior vita, sarebbe bene non gettarlo nel water. Un fenomeno, quello dei pesci rossi liberati nell’ecosistema, che non si riesce a circoscrivere con facilità, anche perché questi si spostano velocemente, percorrendo anche 200 km in un anno.

Se, dunque non potete più prendervi cura del vostro pesce rosso, non liberatelo in un lago o in un fiume perché fareste più danni di quanti ne immaginiate. Piuttosto, cercate di regalarlo a qualcuno che lo voglia davvero o chiedete ai negozi di animali, che spesso li riprendono. Ma soprattutto, quando comprate un animale, anche un piccolo pesce rosso, siate sicuri di potervene occupare per tutto il tempo in cui vivrà accanto a voi.

QUANTO DURA LA VITA DI UN PESCE ROSSO?

pesci rossi hanno vita lunga. Possono arrivare fino a 30 anni di età. L’importante è non trascurarli curarli bene, tenere in ordine l’acquario, cambiare l’acqua con regolarità. E non assecondare la loro eccessiva voglia di cibo. In genere, muoiono prima anche perché hanno mangiato troppo.

MEMORIA DEI PESCI ROSSI

Di solito si dice: “Hai la memoria di un pesce rosso”. Un’espressione per puntualizzare l’incapacità di ricordare le cose più di qualche secondo. Appena tre, nel caso dei pesci rossi, secondo un’antica credenza, priva però di fondamento scientifico. Adesso il discorso sembra ribaltarsi e uno studio realizzato alla University of Oxford rovescia completamente il paradigma. Dopo la lunga analisi del comportamento su un campione di nove pesci rossi, addestrati a compiere sempre gli stessi percorsi, avanti e indietro, basandosi sulla loro capacità di ricordare, le conclusioni degli studiosi inglesi sono nette. Il pesce rosso si è evoluto, la sua memoria è diventata “normale”, in linea con quella di tanti animali, grazie al flusso ottico, ossia una capacità di percezione dello spazio, delle distanze e dei movimenti.

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